Un mezzo agricolo spezza architrave del 1893; la Commissione Cultura in sopralluogo

Un mezzo agricolo spezza architrave del 1893; la Commissione Cultura in sopralluogo

Ccjù ddannu fa ‘n cretinu, ri mpuòrcu nta nu jardìnu. Chi di noi Rosolinesi non conosce il significato di questo adagio popolare?

Il fatto è che non siamo più  – sempre per parlare franco – ai tempi di filìci filòci, e non possiamo permetterci di continuare a perdere i pezzi che compongono la nostra identità storica.

Intere necropoli e villaggi preistorici divelti dalle ruspe; preziosi muri a secco abbattuti dal passaggio di mezzi, monumenti unici al mondo usati come garage per mezzi agricoli…

Gli esempi, purtroppo, sono tanti. E ieri, nove agosto 2019, abbiamo registrato l’ennesimo episodio: uno dei molti asceterî, ovvero luoghi di romitaggio, sito a Cava Grande di Rosolini, è stato gravemente danneggiato dall’incauto conducente di un mezzo, che ha spezzato, all’entrarci, un architrave datato 1893.

Una delegazione della Commissione Cultura del nostro Comune si è incamminata lungo il sentiero comunale che percorre per lungo la Cava , via ideale per l’apertura di un percorso che consentirebbe ai visitatori di visionare in un colpo solo le maggiori evidenze archeologiche di Cava Grande, che sono tantissime, persino in concentrazione maggiore che a Cava Ispica.

I membri della Commissione Cultura non hanno potuto che prendere atto dello scempio avvenuto; cionondimeno, la visita è stata un momento molto positivo di studio e progettazione di azioni che, se portate avanti con costanza e col sostegno delle autorità competenti, potrebbero dare alle nostre risorse archeologiche e naturalistiche il futuro che meritano, con un ritorno materiale tangibile per un paese come il nostro, che non trae ancora beneficio dal ricchissimo patrimonio di cui è in possesso.

Progettare un futuro basato sul turismo archeologico-naturalistico è giusto e necessario.

Non possiamo lasciare a giacere nell’incuria i luoghi del passato; sarebbe da miopi e da sciocchi.

Anche perché, sapete cosa capita quando si lascia incustodito qualcosa di prezioso? Che arriva il furbo di turno e se ne appropria. Proprio come sta accadendo alla magnifica valle del Fiume Tellaro: la texana Panther Oil si è fatta un bel lifting ed è tornata alla carica, ottenendo il permesso di sondare a scopo di indagine le nostre cave iblee, per verificare la presenza di idrocarburi. Immaginate Cava Prainito, per noi tutti, A Cava O Pararisu, bucherellata dalle trivelle? Gli animali che scappano disturbati, le delicate orchidee iblee e le rarissime trote macrostigma, le martore, il gatto selvatico, e forse le ultime culorve, sacrificate alle ragioni del petrolio?

Bisogna alzare la voce e farsi presenti, per difendere quello che è nostro. Se avessimo provveduto a farlo in passato, forse adesso il territorio ibleo avrebbe miglior difesa.

Ma la storia non si fa con i se e con i ma, come si dice. Forse non è tardi; e forse ha senso, allora, indignarsi per un architrave spezzato nel mezzo della campagna rosolinese.

Doroty Armenia

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