Sciopero selvaggio degli operatori ecologici: “Dove sono i soldi per i nostri stipendi?”

Sciopero selvaggio degli operatori ecologici: “Dove sono i soldi per i nostri stipendi?”

Lavorare senza ricevere uno stipendio a fine mese. E’ questa la triste realtà per gli operatori ecologici di Rosolini che devono ancora ricevere la rimanente parte del mese di luglio, e gli stipendi del mese di agosto e settembre. Per questo motivo stamattina il servizio non è stato svolto ma è iniziato uno sciopero “selvaggio” in piazza Garibaldi.

Il sindaco Corrado Calvo in piazza Garibaldi

Il primo cittadino rosolinese ha parlato gli aoperatori ecologici annunciando di aver già sbloccato 29 mila euro entro la giornata e a fine settimana saranno accreditate altre somme. Telefono alla mano Corrado Calvo ha parlato con i funzionari regionali per sapere quando verranno sbloccati i fondi dovuti ai Comuni.

La protesta dei netturbini

Annunci che però non sono serviti a far placare gli animi degli operatori ecologici con lo sciopero che verrà riproposto anche domani e nei giorni successivi “se non vedremo accreditati nei nostri conti correnti almeno la rimanenza di luglio e lo stipendio di agosto -dice Antonino Monorchio-. La situazione è drammatica e non se ne rendono conto. La ditta deve avere ancora pagata parte della fattura di aprile, e poi quelle di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre. Il Comune dovrebbe versare circa 780 mila euro quindi cosa si vuole fare con 29 mila euro? Non servirebbero nemmeno per pagare i Durc o la benzina per i camion”.

Quello che si chiedono i netturbini è “dove siano finiti i soldi per i nostri stipendi? Perché dobbiamo continuare a lavorare senza poter garantire alle nostre famiglie una vita serena? Siamo stanchi di chiedere soldi in prestito ai nostri amici: abbiamo scadenze di mutui, rate da pagare, dobbiamo garantire un pasto caldo alla nostra famiglia”.

E sulla mancata raccolta dei rifiuti: “Ci denunceranno per non aver effettuato il servizio di raccolta? Bene ci denuncino pure, noi faremo immediatamente una contro querela. Il tempo delle promesse è finito. Per continuare a lavorare vogliamo quanto ci spetta di diritto”.

Il Comune non riesce a riscuotere

Una situazione che non fa che evidenziare lo stato di paralisi in cui versano le casse del Comune: “Dobbiamo circa 650 mila euro alla ditta –dice il responsabile del servizio “Ecologia”, Giuseppe Vindigni-, ed il buco diventa sempre più incolmabile. Soldi che devono entrare tramite il pagamento della Tari dai cittadini. Purtroppo oggi la percentuale di riscossione di questo tributo è bassa. Il Comune dovrebbe attingere da qualche trasferimento regionale che però tarda ad arrivare”.

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