Patto per la Sicilia. Il sindaco Calvo “Una vergogna, pronto ad impugnare gli atti”

Patto per la Sicilia. Il sindaco Calvo “Una vergogna, pronto ad impugnare gli atti”

Pubblichiamo di seguito una lunga lettera inviataci dal sindaco Corrado Calvo in merito alla questione del mancato inserimento dei progetti presentati dal Comune di Rosolini nel Patto per il Sud. Patto che il sindaco Calvo ha deciso di impugnare per chiederene l’annullamento.

Ecco la lettera integrale del sindaco rimanendo a disposizione per qualsiasi replica da parte dei soggetti interessati e coinvolti da Calvo nella sua risposta.

“Ho avuto modo di leggere in due distinti articoli di stampa su quotidiani locali le dichiarazioni del Capogruppo del Partito Democratico Piergiorgio Gerratana e successivamente del Segretario locale dello stesso partito, tale Vanni Baglieri, in relazione al mancato inserimento di interventi previsti nel Patto per la Sicilia e ricadenti nel nostro Comune, salvo un progetto di riqualificazione urbana già ammesso a seguito di partecipazione del nostro Comune al bando nota 6783 del 10-02-2016. Mi sia consentito di premettere che un bravo e attento consigliere comunale e annesso segretario di partito dovrebbero conoscere ogni provvedimento posto in essere dall’amministrazione comunale e più in generale essere informati dell’attività politico-amministrativa quotidiana. Dal tenore delle dichiarazioni, sommarie, generiche e prive di senso, laddove utilizzando un linguaggio scurrile ed offensivo nei confronti del Sindaco e dell’amministrazione comunale, tendono a distorcere la realtà dei fatti cercando, da un lato di addossare la responsabilità all’amministrazione comunale, rea secondo loro, di non aver presentato progetti e, dall’altro, osannando un presidente della Regione Crocetta e del Consiglio dei Ministri Renzi che viceversa rappresentano i veri colpevoli e responsabili di aver firmato un elenco di opere figlio del potere politico abusato nei confronti di talune aree del territorio siciliano e in danno di cittadini che hanno gli stessi diritti di coloro che sono stati privilegiati in modo abnorme.

Il segretario del partito democratico di Rosolini Vanni Baglieri e il suo Capogruppo Gerratana vogliono sapere se la responsabilità dell’esclusione dai finanziamenti del nostro Comune sia del Sindaco o dei suoi amici che governano alla Regione e a Roma (Crocetta e Renzi) e che pertanto, invitano il Sindaco a fornire ai cittadini, con carte alla mano, la prova di aver effettivamente e in maniera precisa presentato i progetti. Mi rendo conto di quanto la loro richiesta denoti una assoluta ignoranza e conoscenza del lavoro svolto dall’amministrazione comunale, dagli uffici tecnici preposti, dai dirigenti comunali, dai dipendenti comunali, cosa non può essere concessa ad un rappresentante di partito che conta due consiglieri comunali e che per il loro specifico ruolo non possono non essere al corrente degli atti amministrativi posti in essere. Tuttavia, a loro maggior intelligenza, affinchè possano conoscere il lavoro svolto, ho fatto predisporre in data 01/09/2016 prot. N. 24050, una nota a firma del Responsabile del servizio ing. Corrado Mingo, avente ad oggetto: “Certificazione relativa ai progetti delle Opere Pubbliche trasmessi agli organi competenti per i finanziamenti”. In tutto quindici progetti con relativo livello di progettazione, importo economico da finanziare, date e inserimento nel piano triennale del Comune di Rosolini. Di fronte alla dimostrazione di aver presentato i progetti e di essere stati maldestramente esclusi a beneficio dei territori cari al Presidente della Regione e ai componenti della Giunta Regionale e ai deputati filogovernativi del cerchio magico, mi chiedo se il gruppo dirigente del Partito democratico di Rosolini e nella fattispecie il suo segretario locale e i rappresentanti in consiglio comunale rappresentati da Gerratana Piergiorgio non provino alcuna vergogna di fronte ad un simile attacco violento da parte dei loro compagni di partito nei confronti dell’ Istituzione e della comunità che si rappresenta. Sono convinto che i cittadini si ricorderanno nelle prossime occasioni in cui i candidati del PD cercheranno i voti per essere eletti nelle istituzioni di qualunque livello, locale, regionale, nazionale. Il nostro Comune non è il solo della nostra zona ad essere escluso. Il Sindaco del Comune di Pachino, anch’esso escluso, mi ha informato della sua volontà di presentare un ricorso congiunto nei confronti del Presidente della Regione Crocetta e del Presidente del Consiglio Renzi per l’annullamento del Patto della Sicilia. Devo ringraziare i colleghi Sindaci del PD dei vari Comuni della provincia di Siracusa che mi hanno manifestato la loro solidarietà per il vile atto consumato dai governi regionale e nazionale ai danni del nostro territorio e della laboriosa comunità di Rosolini, incoraggiandomi a far valere le nostre ragioni in tutte le sedi competenti. E se la disinformazione che affligge i dirigenti del partito democratico di Rosolini è così vasta, mi corre l’obbligo di chiarire che cosa è il Patto per il SUD e nella fattispecie “Il patto per la Sicilia” e le ragioni per cui le scelte compiute lo rendono incoerente, falso e irrealizzabile.

Il Governo si è attivato per costruire 16 Patti per il Sud: uno per ognuna delle 8 Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna), uno per ognuna delle 7 Città Metropolitane (Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Catania, Palermo, Cagliari) ai quali si aggiunge il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) di Taranto. L’obiettivo era proprio quello di definire per ognuna di esse gli interventi prioritari e trainanti, le azioni da intraprendere per attuarli e gli ostacoli da rimuovere, la tempistica, le reciproche responsabilità. Ognuno dei Patti si struttura in quattro capitoli:

  1. la visione che la Regione o la Città ha del proprio futuro e che condivide col Governo (aree di industrializzazione o reindustrializzazione, bonifiche e tutela ambientale, agricoltura e industria agroalimentare, turismo e attrattori culturali, servizi e logistica, infrastrutture e servizi di pubblica utilità);
  2. ricognizione degli strumenti e delle risorse a disposizione (interazione tra PON e POR, intervento centrale col Fondo Sviluppo e Coesione, Accordi di Programma tra le istituzioni coinvolte e Contratti di Sviluppo con le imprese del territorio, altri strumenti a disposizione di Invitalia);
  3. gli interventi prioritari perché rappresentativi della nuova direzione di marcia che si vuole imprimere alla Regione o alla Città e della potenzialità nell’attrazione di capitali privati nonché della tempistica di realizzazione (Governo e amministrazioni regionali e locali si impegnano qui su tempi e azioni da mettere in campo per realizzare gli interventi indicati e rimuovere gli ostacoli che potranno insorgere);
  4. Governance del processo, snellimenti amministrativi, definizione delle reciproche responsabilità, individuazione di un responsabile chiaro dell’esecuzione del Piano.

In particolare 13,4 miliardi sono stato destinati agli interventi previsti nei patti per il Sud. Il via libera è arrivato durante la riunione del Comitato a Palazzo Chigi. La dotazione finanziaria del Patto per la Regione Siciliana: 2.320,4 milioni di euro; Città di Catania: 332 milioni di euro; Città di Messina: 332 milioni di euro; Città di Palermo: 332 milioni di euro.

I Patti per il Sud sono pertanto una forma di programmazione comune tra Stato e Regioni (o città metropolitane) che di fatto riprende e rilancia la “programmazione negoziata”  normata nel lontano 1996. L’obiettivo è duplice: coordinare programmi statali e regionali finanziati dai vari fondi per le aree in ritardo di sviluppo (Fsc, fondi europei e complementari 2014-20). E dall’altra fissare scadenze e impegni reciproci tra Stato e Regioni, con una “cabina di controllo” coordinata dalla nuova Agenzia di coesione.

Cos’è allora questo patto per lo sviluppo della Sicilia che tante polemiche sta suscitando?

Conviene leggere le carte e contribuire, per quanto possibile, all’accertamento dei fatti.

Utilizzando le delibere della Giunta regionale si può ricostruire il complesso iter della definizione delle proposte presentate dalla Regione siciliana (o almeno dal suo presidente, on. Crocetta) al tavolo di confronto con il Governo nazionale. La delibera della Giunta regionale n.288 del 26/11/2015 aveva definito le priorità strategiche del patto insistendo sulla necessità di “selezionare pochi e specifici interventi per un massimo di due o tre per ogni settore prioritario” A tal fine s’individuavano i criteri di eleggibilità in interventi già finanziati ed in corso di esecuzione per i quali il completamento, l’avvio e la progettazione potessero determinare un impatto rilevante per gli anni 2016 e 2017. Quindi, interventi di rapida cantierizzazione e con progettazione esecutiva completa o completabile in breve tempo. Dalla tabella allegata, pubblicata in calce alla delibera, si constata che 1,6 miliardi di euro erano destinati alle infrastrutture (compresa la viabilità autostradale del Consorzio autostrade siciliane), 646 milioni all’ambiente, 70 al turismo ed alla cultura, 343,5 allo sviluppo economico e produttivo. In sostanza, gli interventi per la viabilità in questo documento pesavano per oltre il 60% dell’intero pacchetto. Da Roma deve evidentemente  essere arrivato lo stop a quest’impianto, tanto che la Giunta Regionale è stata costretta a  rimetterci mano e con la delibera n.344 del 29/12/2015 ha approvato una seconda versione del Patto, concordata con la Presidenza del Consiglio, nella quale gli interventi sull’ambiente salgono al 45% del totale 911 milioni), quelli sulle infrastrutture si ridimensionano al 41%  (per la viabilità 605 milioni su 833  del capitolo), allo sviluppo economico va l’8% (170 milioni con l’azzeramento dell’intervento sulla cantieristica navale), a turismo e cultura il 4% (84 milioni), al capitolo welfare e legalità il 2% (40milioni). Si tratta di un elenco di decine di interventi, altro che poche e selezionate priorità strategiche. Ed ecco che all’improvviso compare un allegato “B” nel quale vengono previsti oltre 133 milioni di Euro comprendente un elenco di ulteriori 20 interventi di cui 15 solo su Gela città del Presidente della Regione. Naturalmente, tutta questa vicenda si svolge in assenza di qualsiasi confronto del governo Crocetta con i corpi intermedi e le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, ignorando ogni interlocutore che non sia funzionale al perseguimento dei propri disegni, i sindaci per esempio (salvo i fortunati con Santi in Paradiso), anche attraverso l’ANCI. Successivamente, il governo regionale interviene con ulteriori delibere di Giunta Regionale con le quali aggiorna, modifica e rimodula gli interventi inseriti nell’elenco fino alla approvazione dell’elenco definitivo degli interventi da inviare a Roma. Tuttavia, l’elenco degli interventi ricompresi nel Patto per la Sicilia firmato il 10 settembre ad Agrigento risulta ulteriormente aggiornato e modificato (come si evince da una rapida comparazione tra quello inviato dalla Regione e l’ultimo firmato) e nel quale sono comparsi numerosi altri interventi. E allora cosa è accaduto? L’arcano è presto svelato. E’ accaduto che il Presidente della Regione Crocetta e il Presidente del Consiglio Renzi hanno firmato un patto scellerato, vergognoso e falso per i motivi che di seguito riferirò.

Il patto ancorchè rappresenti un puro accordo tra due soggetti, non si sostanzia di interventi organici né di un progetto di sviluppo complessivo per la Sicilia e rappresenta un’accozzaglia di misure rivolte a determinati territori che vengono favoriti in maniera evidente rispetto ad altri, per non parlare di vaste aree del territorio regionale completamente escluse. Salta agli occhi l’esclusione del Comune di Rosolini e molti altri totalmente ignorati. Con quali criteri sono stati distribuiti i fondi e selezionati i progetti? Due miliardi e mezzo in tutto.

Considerato che le linee guida del Masterplan nazionale indicavano le priorità, le strategie, la tempistica per raggiungere gli obiettivi di sviluppo della Sicilia entro il 2016-2017 e di conseguenza la necessità che il Piano di interventi denominato “Patto per la Sicilia” comprendesse progetti immediatamente cantierabili e quindi dotati di livello di progettazione esecutiva, ci si chiede come mai dall’esame dell’elenco definitivo degli interventi programmati inseriti nel Patto firmato il 10 settembre 2016 ad Agrigento, risultano inseriti interventi con livello di progettazione preliminare o addirittura dotati di semplice studio di fattibilità, o in fase di avvio di progettazione? E se sono stati inseriti interventi di questo tipo per le annualità 2016-2017 ci si chiede perché vengono esclusi gli interventi presentati dal Comune di Rosolini che riguardano opere di dissesto idrogeologico, Vie di fuga, adeguamento impianto di depurazione etc., colpito da tre distinti eventi calamitosi nei mesi di luglio, settembre e novembre del 2015 a seguito dei quali sono state presentate al Ministero per il tramite del Presidente della Regione Crocetta, tre distinte richieste di dichiarazione di calamità naturale per il ristoro dei danni subiti?  Inoltre, considerato l’elevato numero di interventi inseriti in elenco con un livello di progettazione preliminare, ci si chiede come potranno essere appaltati tali opere se non a seguito della redazione dei progetti esecutivi? E non appare pleonastico dire che per rendere esecutivo il livello di progettazione di un’opera dell’importo di circa 1.000.000 di euro necessita l’impegno economico di circa centomila euro. Ma i Comuni che sono ridotti al dissesto finanziario a causa di politiche nazionali e regionali devastanti in tema di trasferimento di risorse agli Enti locali, tali da esservi numerosi Comuni che non hanno ancora approvato il bilancio consuntivo 2015 e numerosi altri che non hanno approvato il bilancio di previsione 2016, come potranno rendere esecutivi tali progetti? Con quali risorse? Forse con le somme del patto per la Sicilia previste nel settore ambiente alla voce “Fondo progettazione” pari a cinquecentomila euro, totalmente insufficienti e semmai utili a rendere esecutivi un esiguo numero di progetti? Anche per questo il Patto per la Sicilia rappresenta una grande bufala, un libro dei sogni irrealizzabili.

Ci si chiede come mai la maggior parte degli interventi sostenuti da una pioggia di milioni di euro ricade nei territori di Messina, Catania, Gela, Palermo, Termini Imerese etc. etc.. Forse, come si dice, perché sono i territori cari al Presidente della Regione (Gela sua città d’origine), Messina (città dell’assessore regionale Croce), Catania (città dell’assessore regionale Pistorio), Termini Imerese (città cara all’On. Lumia), etc.. E’ vergognoso constatare come tra i progetti prioritari siano stati inseriti nel Comune di Gela la costruzione di una piscina coperta nella zona sportiva per un importo di 17 milioni di Euro, oppure sempre a Gela, 19 milioni di Euro destinati alla riqualificazione urbana di undici diverse Vie pubbliche di Gela, oppure 350 mila Euro per l’ingresso pedonale Sud dell’Ospedale con annessa villetta e area giochi, oppure 200 mila Euro per gli ex granai del Palazzo Ducale che oggi sono utilizzati per convegni e mostre, oppure 250 mila Euro per la creazione di un’area verde attrezzata per cani con percorso agility nella contrada Macchitella.Tutto ciò, a fronte di territori che franano, che si allagano, che sono stati oggetto di calamità naturali quali trombe d’aria e bombe d’acqua, di reti idriche fatiscenti con perdite d’acqua colossali e che necessiterebbero di interventi urgenti e indifferibili a salvaguardia della sicurezza ambientale e delle popolazioni esposte. Ecco perché ci si indigna di fronte a scelte inopportune e non condivise, figlie di accordi di potere messi in atto da una classe dirigente nazionale e regionale con funzioni di governo, incosciente e vergognosa.

Per questo, nella qualità di Sindaco della città di Rosolini, a tutela degli interessi del mio territorio e della popolazione che rappresento, oltre alla denuncia pubblica attraverso la quale manifesto a nome dei cittadini tutta la mia contrarietà rispetto al Patto scellerato firmato il 10 settembre ad Agrigento, ho dato mandato ai miei legali di ricorrere avanti al Tribunale Amministrativo Regionale avverso l’approvazione del Patto per la Sicilia per ottenerne l’annullamento e la rimodulazione dei fondi tale da contemplare l’intera platea delle aree a rischio e la scelta degli interventi da finanziare sulla scorta delle indicazioni previste dal Masterplan nazionale che in questo caso risultano violate e piegate al desiderio di uno sparuto numero di governanti regionali e nazionali con annessi uomini e donne di corte, nani e ballerini, miopi rispetto al disegno di sviluppo complessivo di una terra bellissima come la Sicilia e con scarso senso del rispetto dei siciliani che essi indegnamente rappresentano.

Ing. Corrado Calvo – Sindaco di Rosolini

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