Messaggio diffamatorio in un gruppo WhatsApp delle “Mamme”, lo sfogo di un giovane di Rosolini: “Avete diffamato la nostra attività e il nome di una povera signora. Vi denunciamo!”

Messaggio diffamatorio in un gruppo WhatsApp delle “Mamme”, lo sfogo di un giovane di Rosolini: “Avete diffamato la nostra attività e il nome di una povera signora. Vi denunciamo!”

Che le fake news e l’ignoranza dilagano purtroppo siamo costretti a scriverlo troppo spesso. Dalle diffamazioni pubbliche ai contagiati e le loro famiglie, fino ai proclami falsi “di un intero quartiere” in quarantena e l’invito a non andare in determinate attività commerciali. Intere famiglie che sporgono denunce per calunnie e oggi, pure un giovane di Rosolini, Salvo Calabrese, proprietario assieme alla sua famiglia della “Tabaccheria Civico 73” in via S. Alessandra, che ha ricevuto attacchi gravissimi e lesivi anche della serenità della famiglia, già costretta, come tanti, a continuare a lavorare con tutti i rischi del caso e, come se non bastasse pure ad imbattersi nella cattiveria delle pericolose chat WhatsApp.

Di seguito pubblichiamo la lettera del giovane Salvo, e invitiamo i cittadini tutti a riflettere più volte prima di creare allarmismi che sono lesivi – più che solo dei privati- dell’immagine di tutta la comunità cittadina.

Il testo: 

“Sono un cittadino rosolinese nato e cresciuto in questo piccolo paese, fatta eccezione per 6-7 anni in cui ho vissuto fuori per motivi di studio.

Ho sempre pensato che il mio paese fosse un bel paese, un bel contesto in cui vivere, finché non sono cresciuto, sono diventato adulto e ho cominciato a percepire determinate dinamiche che affrontano gli adulti.

La più recente tra queste, e la più attuale, è questa triste vicenda che tutta Italia sta affrontando.

Ci è stato chiesto di restare a casa per combattere, senza armi, questa pandemia. Combatterla stando semplicemente seduti sul divano di casa, e approfittare di quegli affetti che spesso diamo per scontato: mamma, papà, sorelle, fratelli. E seppur a nessuno piaccia stare chiusi in casa per 30, 40 o 50 giorni, lo si deve fare! E questa è una premessa a ciò che purtroppo sono costretto a dire pubblicamente: è ovvio che è necessaria la collaborazione di tutti oggi come non mai. Quindi rispettiamo le disposizioni e non infrangiamole per “noia” o per “capriccio”.

La stessa noia – e qui vengo al dunque- che purtroppo ci porta pure a dire idiozie, assolutamente gravi, nei confronti di alcune persone e pure di attività commerciali costrette a restare aperte, con tutti i rischi del caso.

 

Stamattina ho purtroppo appreso che attraverso uno di quei gruppi WhatsApp delle “MAMME” (sottolineo le virgolette nell’accezione mamme), circolava il seguente messaggio, che trascrivo pure grammaticalmente:

 

Buonasera…qui il gruppo delle mamme stanno dicendo che hanno messo in quarantena un intero quartiere alle spalle del tabacchino ex Agricola, via Santa Alessandra….perchè ad contagiare la vecchietta è stata la badante che nel frattempo a sciutu e trasutu altre porte.”

Il messaggio continuava con una raccomandazione a tutti di non frequentare quel tabacchino “perché la signora è una loro cliente”.

Oltre che esser stato scritto chiaramente da ignoranti che non hanno, ahi loro, le basi della grammatica italiana la cosa grave è che i contenuti di questo messaggio assolutamente falsi, gravissimi e diffamatori, hanno fatto il giro del paese in pochi minuti.

Calunnia e diffamazione doppia: nei confronti della signora “BADANTE” come queste persone la chiamano più volte, e pure della nostra attività commerciale (Ricevitoria “Civico73”), pesantemente lesa da questa vicenda.  E le domande che avrebbero dovuto porsi prima di attuare un tale danno sono tante e ora le faccio: “Con quale certezza matematica dite che sia stata la badante a contagiare la signora? Le è stato fatto il tampone? Conoscete gli esiti ancor prima dei medici? Con quale coraggio calunniate una persona e un’attività commerciale per sentite “voci di corridoio”? E soprattutto, in mezzo a tutta questa emergenza, non sarebbe forse ora che vi trovaste qualcosa di intelligente da fare piuttosto che alimentare l’ignoranza che in questo periodo sta regnando sovrana in questo paese?

Ora, nell’avanzare tutta la mia vicinanza alla badante che è stata trattata da untore, è bene chiarire alcuni aspetti relativi all’attività commerciale che rappresento assieme alla mia famiglia:

  1. In qualità di parte lesa, stiamo procedendo a risalire a quanti hanno collaborato alla diffusione di questi messaggi diffamatori, sia nei nostri confronti, sia nei confronti della signora? per poter dunque procedere a relative denunce. E state certi che ci riusciremo.
  2. La Ricevitoria Civico73 si prodiga ogni giorno (tre volte al giorno) a sanificare gli ambienti per la nostra sicurezza e quella dei nostri clienti. Ci siamo sin dal primo giorno prodigati a permettere l’accesso nel locale alle persone a due a due col rispetto delle norme igienico-sanitarie definite dal Ministero e dal Comune di Rosolini, nonostante il dissenso di taluni, vedi “Che puzza di alcool”, oppure “Non posso aspettare fuori per un pacco di sigarette”, oppure ancora, “Non si può entrare? Dove siamo? Dal dottore?”.
  3. Siamo stati la prima ricevitoria di Rosolini a CHIUDERE QUALSIASI TIPO DI GIOCO (Lotto, 10 e Lotto, Million Day, Gratta e Vinci e quant’altro) al fine di evitare assembramenti e allo scopo di evitare che le persone escano per futili motivi, al contrario di altre ricevitorie che hanno continuato e continuano ancora oggi a svolgere le loro attività regolarmente. Ma su questo ci affidiamo alla competenza delle Forze dell’Ordine.
  1. Vi preghiamo di lasciare lavorare le persone in pace, perché sono le stesse che si stanno recando a lavoro già “costrette” in mezzo alla pandemia.

Dopo tutto questo siamo allibiti nel leggere e sentire voci calunniatrici riguardo la nostra attività. Confidiamo nell’intelligenza delle persone, nei nostri clienti che sanno chi siamo e come ci comportiamo, e come stiamo affrontando tale emergenza.

E infine, ricordiamoci una cosa Cari Concittadini: oggi stiamo combattendo una guerra enorme contro un nemico invisibile ma non lasciamo che oltre al coronavirus dobbiamo trovarci a combattere pure contro l’ignoranza. Perché i medici troveranno un farmaco per il coronavirus, ne siamo certi, ma per l’ignoranza purtroppo no, e come comunità sarà troppo tardi e avremo già perso! È ora di cominciare ad abbandonare i gossip “lesivi” e praticare rispetto, intelligenza e curiosità solo verso la giusta informazione. E soprattutto, non diffamiamo così facilmente perché la diffamazione si paga, e pure cara!

P.S. Mi sento, a nome mio, e della mia famiglia, di fare i dovuti ringraziamenti al Sindaco Pippo Incatasciato per aver prontamente preso in mano la situazione, e per aver ovviamente smentito queste fake news di sciacalli e infami.

Salvo Calabrese

 

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