L’avvocato dei “custodi” che chiedono 677 mila euro di indennizzo: “Inesattezze nell’articolo”

L’avvocato dei “custodi” che chiedono 677 mila euro di indennizzo: “Inesattezze nell’articolo”

In riferimento all’articolo pubblicato giorno 8 giugno, dal titolo “Hanno usufruito dell’immobile gratuitamente, adesso chiedono 677 mila euro di indennizzo” riceviamo e pubblichiamo integralmente una replica dell’avvocato Michele Dell’Arte, difensore della coppia dei coniugi che ha preso in custodia l’immobile.

“Quale difensore dei coniugi che attualmente occupano la casa custode sita nel plesso scolastico in oggetto -dice l’avvocato Dell’Arte- mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni su delle inesattezze contenute nell’articolo pubblicato dalla vostra testa giornalistica l’8.6.2018.

Innanzitutto ai miei clienti veniva data la possibilità di occupare gratuitamente (in comodato d’uso) l’abitazione sita all’interno dell’istituto Comprensivo Sant’Alessandra. Ciò sta a significare che gli stessi avevano obblighi connessi al rapporto di custodia dei locali dati in comodato e non di manutenzione, pulizia, cura del verde e custodia notturna dei locali della scuola. Proprio perché i miei assistiti hanno svolto tali attività chiedono il riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato ed è su questo aspetto che è improntata la causa.

Detto ciò mi sembra anche poco rispettoso dell’autorità giudiziaria chiamata a pronunciarsi, lasciarsi andare a giudizi o commenti su fatti e circostanze che sono al vaglio della magistratura.

Il Comune avrà modo, nelle sedi opportune, di far valere le proprie ragioni.

Avv. Michele Dell’Arte”.

Fin quì la replica dell’avvocato difensore, ma, non ce ne voglia, non abbiamo ancora compreso di quale inesattezze parli.

Nel nostro articolo, infatti, avevamo evidenziato un grosso controsenso.

Con nota del 25 ottobre del 2003, numero di protocollo 32178, erano stati proprio i coniugi a chiedere al sindaco Giovanni Giuca di manifestare “la disponibilità ad occuparsi della custodia dei locali dell’Istituto Santa Alessandra, nel periodo di chiusura delle attività scolastiche, e della manutenzione del verde annesso quale corrispettivo per il godimento dell’alloggio. Gli istanti -conclude la richiesta- dichiarano che in caso di accoglimento della presente istanza il rapporto che si costituirà in nessun caso può considerarsi di tipo lavorativo“. Seguono le firme autografate dei coniugi.

15 anni dopo si è passati, invece, alla richiesta di un indennizzo lavorativo di quasi 700 mila euro come “retribuzione per la mansione svolta come custode e addetto al verde pubblico nei confronti del Comune di Rosolini con le caratteristiche del rapporto di lavoro di dipendente subordinato”.

Quando si tratta di soldi pubblici è naturale, da parte nostra, stare allerta soprattutto in un periodo in cui il Comune risparmia anche sui costi della carta. Da parte nostre le idee le abbiamo ben chiare ma, in ogni caso, il procedimento è stato avviato e sarà un giudice a sentenziare chi ha ragione o torto in questa “triste” vicenda.

Rimaniamo a completa disposizione dell’Avvocato Michele Dell’Arte qualora ritenga di volere nuovamente intervenire sulla vicenda.

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