L’assurda vicenda del Re Burlone: a Carnevale “ogni carro non vale”

L’assurda vicenda del Re Burlone: a Carnevale “ogni carro non vale”

Era un altro il carro che avrebbe dovuto sfilare per le vie di Rosolini e che è stato realizzato dall’ Associazione Macrostigma di Piero Armenia, con il sostegno del gruppo politico del consigliere di maggioranza Luigi Calvo.

Un carro realizzato e collaudato, sotto stessa iniziativa dell’associazione che aveva concordato un prezzo di 350 euro con l’amministrazione comunale: 50 euro per il trattorista e 250 euro per i materiali vari alla realizzazione dell’opera.
“Il vicesindaco -ha detto Armenia- ha invece mortificato il lavoro svolto da tutti coloro che volevano dare a Rosolini un Carnevale normale”.
Nonostante il carro fosse pronto e collaudato, infatti, il vicesindaco, a causa delle difficoltà economiche dell’Ente, ha chiesto supporto ad alcuni sponsor privati, potendo garantire solo una somma di 200 euro per il carro.
L’associazione Macrostigma e il consigliere Calvo però non hanno accettato la proposta: “Una mortificazione -dice Armenia- una umiliazione”.

Così il carro già pronto per sfilare è invece rimasto chiuso in casa: “Non sfilerà né sarà bruciato”.
“Avevo garantito loro – replica invece Branca – che avrei trovato in qualche modo le risorse e loro avevano comunque garantito disponibilità, sia che ce l’avrei fatta o che non ce l’avrei fatta e invece non è stato così”.

Il vicesindaco ha dovuto quindi provvedere a rimediare la mancanza del carro che doveva essere bruciato, come da tradizione, in Piazza Garibaldi.
Ed ecco che la mattina del 25 febbraio fa capolino in piazza una poltrona, pure alquanto criticata dai cittadini.

Mi sono sforzato di trovare Castobello, uno scenografo che ha collaborato con le scuole, e fortunatamente in poco tempo è riuscito a creare questa poltrona e a trasformare un pupazzo già pronto, per realizzare alla velocità della luce quella bella opera d’arte. Abbiamo fatto il possibile”, conclude. Che il possibile, da entrambi le parti, sia stato fatto, siamo convinti di no. Specie se a “mediare” poteva essere lo stesso consigliere di maggioranza o a “rimediare” potevano essere tutte le forze di maggioranza insieme che, aggiungendo i 150 euro mancanti (10 euro a testa circa), avrebbero azzerato le critiche e garantito comunque una certa “leggerezza” ad una questione che, facilmente risolvibile, è diventata invece un “caso politico”: un segnale risoluto, infatti, che in maggioranza il dialogo comincia assolutamente a mancare e gli scricchiolii ad avvertirsi.

Enrica Odierna

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