Intervengono i legali dei Rizzuto contro la nota dell’Asp: “Non è vero che l’architetto ha rifiutato il ricovero”

Intervengono i legali dei Rizzuto contro la nota dell’Asp: “Non è vero che l’architetto ha rifiutato il ricovero”

Proprio questa mattina è stata diramata dall’Asp Siracusa, una nota stampa che offriva la sua versione dei fatti a proposito del decesso, a causa del coronavirus, dell’Architetto Calogero Rizzuto. Secondo l’Asp infatti, l’architetto Rizzuto avrebbe rifiutato il ricovero in ospedale. Questo, in sintesi, il contenuto della nota diramata sulla vicenda per la quale la Procura di Siracusa ha intanto aperto un fascicolo contro ignoti dopo che il deputato Nello Di Pasquale ha evidenziato, con una precisa relazione, presunti ritardi negli esami del tampone per il Rizzuto.

A smentire adesso la versione dell’Asp, sono i legali della famiglia Rizzuto, che hanno inoltrato una lettera alla nostra Redazione per fare chiarezza: “Non risponde al vero – scrivono – che l’Arch. Rizzuto abbia rifiutato il ricovero, anzi è vero l’esatto contrario!

Il testo completo:

“Gentile Direttore,

Interveniamo nell’interesse della famiglia del compianto Arch. Calogero Rizzuto, dirigente regionale stimato e apprezzato da tutti (in paese e a livello regionale) spinti solo dall’amore per la verità.

Premettiamo che non amiamo celebrare i processi sui giornali, prima ancora che gli stessi siano stati espletati davanti agli organi di giustizia, ma dinanzi ad una notizia palesemente falsa occorre fare chiarezza. Il rispetto dovuto ad una persona, ancora nel suo pieno vigore fisico e intellettuale, ci spinge a fare questa eccezione senza con questo emettere sentenze di condanna che non ci competono.

Non risponde al vero che, l’Arch. Rizzuto abbia rifiutato il ricovero, anzi è vero l’esatto contrario!

È stato rimandato a casa per ben due volte, nonostante i sintomi evidenti di un possibile avvenuto contagio! Testimoni qualificati diranno esattamente come sono andate le cose al Procuratore della Repubblica che sta seguendo il caso.

Aggiungiamo una sola cosa che può apparire polemica: l’Arch Rizzuto ebbe il primo contatto con la struttura sanitaria, preposta a fronteggiare l’epidemia da Coronavirus, il girono 4 Marzo attraverso il suo medico di base  che aveva presentato il “caso” (ben cinque giorni prima del primo tampone) e fu ritenuto inopportuno eseguire il Tampone, nonostante il permanere della febbre a 38°c; essa si era manifestata il 1° Marzo, e al sanitario responsabile fu data l’informazione del contatto, a Firenze, con i colleghi Coreani! La motivazione fu: non rientra fra i “casi stretti” previsti dalle linee guida nazionali!

Ci chiediamo: ancora non c’era il panico di questi giorni, valeva la pena fare un tampone! A parere della famiglia Si! Noi non sappiamo quale sarebbe stato l’esito, ma sicuramente la tempestività avrebbe giovato!

Ci permettiamo di aggiungere che i familiari, moglie e due figli, e lo stesso Rizzuto, sin da subito, si sono comportati con la consapevolezza e le precauzioni che lo stesso fosse come infetto. Tutto ciò perché, opportunamente, consigliati dal medico di base.

Nessuna persona che ha avuto contatti con l’Arch. Rizzuto è risultata positiva al Coronavirus. Neanche la moglie (negativa a due Tamponi già eseguiti), l’unica ad aver convissuto da sempre col marito! Comportamento encomiabile, esemplare che ha evitato una vera e propria epidemia alla comunità locale!

Questo dimostra che il buon senso, spesso, vale più di tanti accertamenti diagnostici.La cosa triste è che Calogero non c’è più!”

Salutiamo Cordialmente

Avv. Giovanni Giuca                                  Avv. Salvatore Trombatore

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