Il Sindaco e il Presidente del Consiglio scrivono a Musumeci: “Chiediamo lo sblocco immediato dei fondi regionali per la lotta alla povertà!”

Il Sindaco e il Presidente del Consiglio scrivono a Musumeci: “Chiediamo lo sblocco immediato dei fondi regionali per la lotta alla povertà!”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera redatta dal Sindaco Pippo Incatasciato e dal Presidente del Consiglio Piergiorgio Gerratana al Presidente della Regione Nello Musumeci.

Gentile Presidente Musumeci,

l’emergenza scaturita dal propagarsi del Coronavirus, oltre a far emergere inefficienze e/o bisogni del nostro sistema sanitario, ha evidenziato in maniera più incisiva e più evidente i problemi di carattere economico, specie in una Regione come la nostra attanagliata da arretratezze pluridecennali. Le ultime statistiche pre coronavirus ci danno un semplice dato: un siciliano su 4 è povero.

La crisi economica innescata da questa gravissima “calamità sanitaria” rischia di allargare tale dato facendo cadere nel baratro proprio coloro che ne erano già sull’orlo prima del blocco delle attività, cioè quella fascia di popolazione in seria difficoltà economica. Il rischio è di ritrovarsi durante e dopo (speriamo il prima possibile) l’emergenza sanitaria con il doppio dei già numerosi poveri. D’altronde le previsioni economiche parlano già chiaro: centinaia di migliaia di lavoratori siciliani sono a rischio di perdere il lavoro. A ciò si aggiunga il problema della liquidità per tante piccole imprese, professionisti e partite iva che non possono monetizzare perché le loro attività sono ferme.

La soglia di povertà assoluta è costituita dalla spesa minima necessaria per acquisire i beni e i servizi essenziali. È questo “standard minimo” che oggi dobbiamo assicurare. Il reddito di cittadinanza che oggi raggiunge più di 2 milioni di persone, ma che senza correttivi legislativi, ha già mostrato tanti limiti, rischia proprio nel periodo post crisi di lasciare fuori dal mondo del lavoro proprio i poveri.

Ma non è solo povera gente chi rischia di saltare. Operatori turistici, alberghi, strutture ricettive, organizzatori di viaggi, eventi, spettacoli, parrucchieri, estetisti, autotrasportatori e tante piccole attività che stanno facendo di necessità virtù, attrezzandosi per limitare i danni in questo difficile momento. Non se la passano meglio i professionisti, dagli avvocati agli ingegneri. L’elenco sarebbe praticamente infinito e nemmeno l’estate sembra un approdo sicuro per le imprese. Gli stabilimenti balneari non conoscono ancora la data di apertura delle attività. E poi gli inquilini: la percentuale di chi oggi conduce in locazione un alloggio e potrebbe non poter più pagare il relativo canone potrebbe arrivare anche al 90%.

I decreti governativi hanno di fatto interrotto le attività nei centri diurni e la sospensione anche dell’assistenza scolastica sta facendo ricadere sulle famiglie un peso difficile da sopportare. Un momento particolarmente delicato anche per i ragazzi affetti da disabilità intellettive o relazionali per i quali interrompere determinate terapie o restare confinati a casa può costituire  motivo di nervosismo o di forte disagio.

Bisogna mettere in atto meccanismi virtuosi di sostegno alle fasce più deboli, anziani, disabili e soggetti fragili, coinvolgendo anche i privati e le banche in una sorta di corresponsabilità per il bene delle nostre comunità.

L’economia meridionale purtroppo conta anche una vasta zona grigia di lavoro sommerso che ha riflessi sull’economia legale: badanti, operai giornalieri, assistenti, baby sitter, ecc. i decreti hanno riguardato fino ad ora, e giustamente, solo il mondo del lavoro in regola. Ma le misure da prendere nel prossimo futuro dovranno avere la caratteristica della universalità per raggiungere TUTTI!! Il lavoro nero è sicuramente una piaga da combattere, ma oggi più che mai lo Stato e le sue Istituzioni devono offrire un’alternativa legale, sicura, confortante anche in ragione del fatto che il senso di abbandono che le famiglie vivono, già peraltro provate dallo stato di salute emergenziale in atto, potrebbe creare uno stato di esasperazione tale da avere riflessi anche sull’ordine pubblico.

Per tutti questi motivi chiediamo lo sblocco di tutti i fondi disponibili presso il bilancio regionale, che mirano nell’immediato ad affrontare in maniera incisiva la povertà dilagante nelle nostre comunità

Rosolini lì, 28/03/2020

 

Il Presidente del Consiglio Comunale                                     Il Sindaco

Dott. Piergiorgio Gerratana                                          Avv. Giuseppe Incatasciato

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