Il progetto di Peppe Pantano in Camerun: “Emancipare la donna con la manioca”

Il progetto di Peppe Pantano in Camerun: “Emancipare la donna con la manioca”

Un progetto di integrazione socio-economica di donne in Camerun basato sulla cucina della manioca viene promosso da italiani per aiutarle a sviluppare una microeconomia e rendersi indipendenti dagli uomini attraverso la preparazione di questa radice molto ricca di amido.

Lo ha segnalato all’ANSA il rosolinese Giuseppe Pantano nella sua veste di presidente del Rotary nel paese dell’Africa centrale. Oltre a notare le potenzialità della manioca anche per il mercato europeo (“la sua farina naturalmente priva di glutine va fortissima sul mercato per i celiaci”), Pantano ha ricordato che questo tubero “può essere utilizzato per produrre vari tipi di pane e di focaccia e si presta a ricette con ragù, anche di pesce, e per preparazioni dolci e salate, ad esempio sotto forma di crepes”.

Una dimostrazione di quest’uso della manioca nell’ambito del progetto è stata condotta dal siciliano Pantano che, con l’epiteto di “Mr Peppe”, ha accumulato esperienza e premi da chef per diletto in diversi paesi, da Taiwan all’Iran, dall’Argentina agli Emirati arabi uniti.

All’iniziativa ha fornito il proprio supporto personale fatto di idee e consigli Salvatore Magazzù, esperto di salute pubblica e sicurezza alimentare della Commissione europea.

L’alto funzionario Ue la settimana scorsa ha partecipato a incontri a Yaoundé, la capitale del Camerun, fra l’altro con una visita alla sede dell’Unesco per la Regione Centro-Africana dove ha parlato di sicurezza alimentare e, appunto, di manioca.

L’Africa è il più grande produttore mondiale (57%) di radici di questa pianta che rappresenta uno degli alimenti di base per milioni di africani, consumata come principale fonte di carboidrati, ha ricordato Magazzù notando che questo tubero sta soffrendo di una patologia virale nota come “mosaico africano” che si sta diffondendo in vari paesi dell’Africa dell’Est e Centrale e che può causare perdite di produttività fino al 70% nelle aree più colpite.

Ne deriva la necessità di una strategia efficace per arginare la malattia e di incentivare la produzione al fine di soddisfare il fabbisogno di questa preziosa derrata alimentare, ha sottolineato il funzionario Ue.

 

 

fonte ANSA

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