Dialogo con il docente universitario Pietro Petriglieri, il rosolinese premiato con il Carrubo d’Oro

Dialogo con il docente universitario Pietro Petriglieri, il rosolinese premiato con il Carrubo d’Oro

Sarà premiato stasera con il Carrubo d’Oro, un riconoscimento che l’amministrazione comunale consegna alle eccellenze rosolinesi. Pietro Petriglieri, 77 anni, neuropsichiatra e psicoterapeuta, già ordinario di “Anatomia” all’università di Catania, ne avrebbe di storie da raccontare per le esperienze acquisite nel corso della sua carriera nella quale ha lavorato incessantemente per aiutare i “perdenti”, inculcando loro le strategie giuste per affrontare la vita. Sì, perché, come ci spiega bene il dottor Petriglieri, il potere più grande non è quello economico, ma bensì il potere “personale”, che ognuno di noi tiene nascosto da qualche parte. E per realizzarsi nella vita bisogna riuscire ad esprimerlo. Per avere un “assaggio” dell’interessante personaggio, abbiamo dialogato con lui rivolgendogli alcune domande.

di Ferdinando Perricone

Come si diventa neuropsichiatra e psicoterapeuta?
Ho seguito dei modelli di ispirazione. Ho deciso di diventare medico all’età di 5 anni perché avevo come modello il mio vicino di casa, il dottor Luigi Terminello. Dopo 20 anni ci sono riuscito. All’Università ero affascinato dal professore di anatomia, un livornese, che riusciva a spiegare il sistema nervoso disegnando con tutte e due le mani. Volevo diventare come lui, e, dopo 20 anni, ci sono riuscito. L’importante è che si prenda come modello una persona senza invidiarla. L’invidia è la cosa peggiore che possa capitare alla persona che la prova. E’ bloccante. Se si invidia una persona non si diventerà mai come lui perché inconsciamente si pensa che un giorno si verrà invidiati.

Non è stato semplice perseguire i propri obiettivi?
La nostra generazione è uscita da una trappola. Prima di noi c’erano i figli dei ricchi che si iscrivevano all’Università e non si laureavano quasi mai. Ma venivano chiamati ugualmente “dottori” o “avvocati”. Noi siamo stati la prima generazione di figli di “non ricchi” che hanno voluto cambiare stato sociale. Ci siamo laureati. Con tanti sacrifici.

E’ vero che in quegli anni sono nati a Rosolini molti minorati psichici?
Quando andai a scuola a Noto, il mio professore mi disse: “Non è possibile che tu sei rosolinese, i rosolinesi sono scemi”. E purtroppo era vero. In quegli anni a Rosolini c’era carenza di iodio nell’acqua dei pozzi, e questo portò alla nascita di tanti minorati psichici. Addirittura nel serbatoio comunale avevano inserito un meccanismo che aggiungeva iodio, e quando se ne aggiungeva in quantità eccessive, l’acqua era quasi imbevibile.

Cosa pensa si possa fare oggi per migliorare le condizione di vita dei rosolinesi?
Il problema maggiore è che non vedo investimenti in cultura, e se non si investe nella cultura si impoverisce. Vedo anche tante risorse inutilizzate, e quando parlo di risorse mi riferisco a quella umana, al capitale umano. Ho diretto per tanti anni un istituto per minorati psichici e tante volte i dipendenti dicevano che non c’erano i mezzi per affrontare delle situazioni. “E noi che siamo?” rispondevo sempre. Non si può dire che non si sono i mezzi perché il vero potere, che non ha limiti, è quello personale”.

Quindi anche se manca il denaro, si può ugualmente migliorare la qualità di vita?
Può sembrare strano ma il denaro è immensamente meno importante. Il potere economico è limitato alla cifra. Nella storia dell’umanità le persone che hanno veramente cambiato il mondo sono state quelle che non hanno utilizzato armi o soldi, ma il potere personale. L’impero romano è caduto a seguito della crocefissione di Gesù. La vittima ha pagato con la vita ma il suo potere è stato enorme. Ha vinto. L’impero britannico, alla fine dell’800 era padrone del mondo. Non aveva fatto i conti con Gandhi che li ha distrutti con il solo mezzo del digiuno. L’impero Russo è caduto a causa di chi ha applicato le teorie di Max.

Il suo lavoro è stato quindi quello di riuscire a far emergere il potere personale alle persone.
Ho lavorato per tanti anni proprio su questo. Nella vita non ci sono vincitori e vinti, ma “vincenti” e “perdenti”. I “vincenti” sono quelli che riescono a realizzare le proprie aspirazione nel rispetto degli altri, senza lasciare “cadaveri”. I “perdenti”, invece, qualsiasi cosa fanno non riusciranno mai a farla bene perché non hanno le strategie giuste. E’ anche vero che ad una persona non puoi tirare fuori quello che non ha, ma la si può aiutare a saper usare quello che ha. Il potere personale si può modificare, migliorare, e non dico che non ci sia un prezzo da pagare. Bravi non si nasce ma si diventa e, una volta diventati bravi, si deve lavorare ancora di più. I mezzi per poter migliorare le cose ci sono, basta saperli mettere in pratica.

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