Coronavirus – Migliorano le condizioni di Calogero Rizzuto. Parla il figlio Audenzio

Coronavirus – Migliorano le condizioni di Calogero Rizzuto. Parla il figlio Audenzio

Buone notizie arrivano dall’ultimo bollettino medico di pochi minuti fa: migliorano le condizioni del rosolinese Calogero Rizzuto, Direttore del Parco Archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro, ricoverato all’Umberto I di Siracusa come primo caso conclamato di Coronavirus nella nostra città. 

Ad aggiornarci in tempo reale delle sue condizioni, è lo stesso figlio Audenzio che, con molta serenità e ammirevole dignità, ci informa che il padre è stato trasferito al reparto di Terapia Intensiva in via precauzionale, è in isolamento, senza la possibilità di poter parlare con i familiari, ma sta meglio rispetto a ieri e respira autonomamente.

Sta quindi rispondendo bene alle cure ed è peraltro vigile e sveglio, anche se la situazione è tenuta sotto stretta osservazione.
Da oggi dovrebbe essere sottoposto alla terapia riguardante la somministrazione del farmaco sperimentale “Tocilizumab”, un anticorpo monoclonale usato per l’artrite reumatoide, che pare stia funzionando su molti pazienti nella risposta infettiva del virus.

Un sospiro di sollievo dunque per la famiglia che, in queste ore, è in apprensione e che, per fugare ogni dubbio e sfatare le più svariate fake news divulgate sui social, nonché un fantomatico audio in cui, chi parlava si proclamava fonte certa nell’annunciare addirittura il presunto decesso del 65enne, ha voluto fare chiarezza su tutta la situazione.

Mio padre -chiarisce il figlio- prima del ricovero avvenuto giovedì 12, è stato a casa per diversi giorni con una febbre persistente senza particolari disturbi respiratori. Come da procedura, si è sottoposto al relativo tampone con il responso positivo, arrivato poi ieri venerdì 13”.
Il tampone effettuato alla moglie, nonostante lei stesse quotidianamente in casa col marito, fortunatamente è risultato negativo. I figli, anche se l’ASP non ha ritenuto necessario effettuare il tampone, in quanto non in contatto con i genitori da più di due settimane, hanno comunque richiesto la sua esecuzione per sfatare ogni dubbio.

Non vedo mio padre da giorno 27 febbraio – continua il figlio  -, e mio fratello, tutta la settimana scorsa causalmente si è trovato a Palermo e  rientrando a casa ha alloggiato in un’altra sede“.

La famiglia spegne inoltre ogni falsa voce e rassicura sulla convinzione di un “possibile focolaio” a Rosolini: “Da sempre la mattina mio padre va a lavoro in macchina e quando la sera torna, è solito rimanere a casa. È chiaro che dirigendo il Parco archeologico della Provincia di Siracusa, e svolgendo quindi un lavoro che lo porta ad essere sempre in contatto con tanti turisti, risulta esposto più facilmente a rischio contagio e, purtroppo, le disposizioni nazionali per la chiusura dei musei sono arrivate dopo“.

E poi un messaggio al padre: “Ti siamo vicini anche se non possiamo né vederci o parlarci, siamo certi che supererai vittorioso questo delicato momento, non vediamo l’ora di poterti riabbracciare“.

Insomma, la famiglia in questione vive in prima persona il drammatico momento e, ai figli, alla moglie e allo stesso Rizzuto, persona stimata e conosciuta in città, va tutta la nostra riconoscenza e il nostro augurio di pronta guarigione.

Chiarita la sua condizione, e revocata ogni fuga di notizie non veritiere, invitiamo tutti ad assumere un certo tatto e una profonda sensibilità per questa emergenza che sta colpendo questa famiglia come, intensamente, tutta Italia. 
Il monito, poi, è sempre lo stesso: evitare di uscire da casa se non per estrema necessità.

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