Vietato l’ingresso anche ai cani-guida, la disavventura di un non vedente al parco acquatico “Aretusa”
Quel cane rappresenta i suoi occhi, un compagno inseparabile, la guida che gli regala una certa indipendenza. Eppure Salvatore Cocciro quando si è presentato davanti al cancello d’ingresso dell’acquapark “Aretusa” di Siracusa, è stato invitato a lasciare fuori il suo cane-guida.
A raccontarlo con tanta rabbia è lo stesso Cocciro, non vedente di Ispica del quale ci eravamo già interessati con un articolo sul nostro giornale per la sua attività di immersone subacquea che ha svolto grazie ad associazioni lodevoli come la DDI, la Diver Nautilus Marzamemi e soprattutto la Cerianto Sub Ragusa: “Durante l’immersione toccare la flora e la fauna dei fondali è l’unico sistema che ho per vedere le bellezze del mondo sommerso”, aveva detto.
Ma se esplorare il mondo marino non era stato un problema, i muri per Cocciro si sono alzati quando si è presentato con il suo cane, il 19 agosto scorso al parco acquatico di Melilli.
Pubblichiamo di seguito la lettera che Salvo Cocciro ha inviato alla nostra attenzione.
“Con la presente intendo portare a conoscenza degli organi di informazione in indirizzo dell’increscioso episodio verificatosi giorno 19 agosto 2023 presso il parco Acquatico “Aretusa park” di Melilli (SR).
Come esaurientemente illustrato nella denuncia che ho presentato ai Carabinieri, nella data suindicata mi sono recato presso il citato parco acquatico per trascorrere una giornata di relax insieme alla mia famiglia e ad amici.
Essendo un cieco assoluto, sono costantemente accompagnato nelle mie attività quotidiane da un cane-guida appositamente e perfettamente addestrato al suo compito, in regola con tutti i requisiti previsti dalle norme in materia e in particolare dalla legge n. 37 del 14/02/1974 che sancisce, anche nei successivi aggiornamenti, il diritto per i ciechi accompagnati da cani guida di accedere presso qualunque struttura pubblica o privata.
All’ingresso della struttura sono stato bloccato dagli inservienti perché, a loro dire, il cane non poteva essere ammesso all’interno.
Veniva quindi chiamata la direttrice, che risulta essere anche amministratrice del parco la quale, senza neanche curarsi di farmi accomodare in ufficio e di assumere informazioni relativamente alla mia richiesta e alle norme specifiche di cui le avevo data notizia, ma lasciandomi in piedi sul viale di accesso assieme a mia moglie e alle mie due bambine (com’è facilmente comprensibile abbondantemente sconcertate), ha categoricamente escluso l’ingresso del mio cane nella struttura, adducendo come giustificazione la previsione del regolamento interno del parco in merito agli animali, liquidando seccamente la mia richiesta come inammissibile e ipotizzando, senza la minima conoscenza dell’animale in questione (che non è un semplice animale da compagnia ma è appositamente addestrato anche a trattenere i bisogni quando in servizio con indosso la pettorina), che lo stesso avrebbe potuto creare problemi di igiene (non è mia abitudine far entrare il cane in acqua neanche al mare) o di disturbo della quiete all’interno del parco (problema facilmente e tempestivamente risolvibile se mi fosse stato richiesto l’uso della museruola, anche se per inciso il cane a norma di legge ne è esonerato).
I Carabinieri, da me chiamati per dirimere la controversia, una volta constatata l’irremovibilità e la durezza della posizione della signora, hanno ritenuto esclusivamente di verbalizzare l’accaduto per ogni eventuale futura iniziativa legale.
Ho pertanto provveduto, tramite il mio legale, a sporgere denuncia presso l’autorità giudiziaria e intendo intraprendere ogni iniziativa consentita dalla legge per il riconoscimento del mio diritto, già abbondantemente sancito dalla norma sopra citata, chiaramente sovraordinata a qualsivoglia regolamento interno.
Con la mia denuncia intendo portare all’evidenza le problematiche che un portatore di handicap è costretto ad affrontare, ancora nel 2023, a causa della mancata conoscenza delle norme in materia ma anche e soprattutto dalla mancanza di sensibilità e di umanità che l’episodio accaduto testimonia con chiarezza, anche e soprattutto per le modalità utilizzate nel caso specifico nel rapportarsi con una persona con disabilità, evidenziata anche dalle dichiarazioni successiva in cui la direttrice si arroga il diritto di stabilire da chi dovrei farmi accompagnare.
Proprio per evitare che casi del genere abbiano a ripetersi e per contribuire, nel mio piccolo, alla creazione di una coscienza civica che garantisca ai portatori di handicap la salvaguardia del loro diritti, si prega di voler portare il mio caso a conoscenza della pubblica opinione, continuando sempre a sperare che le cose in futuro possano migliorare per tutti coloro che vivono, purtroppo abbastanza spesso, situazioni analoghe alla mia.
Si ringrazia anticipatamente per l’attenzione che si vorrà riservare alla presente e si porgono cordiali saluti”.
Il Corriere Elorino è aperto a repliche sull’argomento.