Variante al piano di lottizzazione, arrivano in Consiglio Comunale le risposte tanto attese
È arrivata in consiglio comunale, almeno dal punto di vista tecnico, per tramite il Responsabile Urbanistica Giuseppe Santacroce, la risposta all’articolo del Corriere Elorino dal titolo “Possono quattro assessori far nascere una media struttura di vendita in zona B3-1 del Prg?” .
Riposta arrivata però solo a seguito di una interrogazione, per chiedere chiarimenti, da parte dei consiglieri di opposizione Marta Di Grande, Tino Di Rosolini, Piergiorgio Gerratana, Maria Concetta Iemmolo e Rosario Cavallo (quest’ultimo assente).
Per opportuna conoscenza si chiarisce che la redazione ha avanzato richieste di replica (invitandoli ad uno ad uno) al responsabile e ai quattro assessori firmatari (Paola Micieli, Vincenzo Liuzzo, Lucia Piazzese e Giuseppe Giannone). L’invito alla replica non è mai stato preso in considerazione da nessuno degli assessori, se non da Giuseppe Giannone che ha però, alla fine, fatto un passo indietro e “rimandato” un’eventuale replica.
Ieri Asso Consum ha fatto sapere che ha avanzato ricorso al Tar perché gli sarebbe stato negato l’accesso agli atti sul caso della variante. Ha smentito il responsabile Giuseppe Santacroce: “Non c’è mai stato un diniego – ha detto in aula- abbiamo risposto invece perché Asso Consum ha fatto richieste di atti inesistenti, dice che un cittadino ha avuto negato un intervento similare in zona D e non è vero, non risulta nulla di questo agli atti, parla di delibere non reperibili nel sito del comune, e non è vero perché ci sono tutte, parla di centro commerciale e non c’è nessun centro commerciale, ancora richiede copia di verbale di giunta autorizzativo, che non esiste. Io rispondo evidenziando queste inesattezze, comprese quelle apparse nel servizio giornalistico, e invitandolo per un incontro chiarificatore al fine di meglio illustrare l’iter amministrativo – autorizzativo e definire gli atti di cui richiede l’accesso. Se pensate che questa non sia stata una risposta o un diniego…”
Poi è passato agli aspetti tecnici sull’approvazione della variante, in risposta al servizio giornalistico.
“La notizia giornalistica fa riferimento ad una delibera che non approva il piano di lottizzazione ma una integrazione alla convenzione edilizia su richiesta del notaio che ha ritenuto opportune alcune precisazioni per l’acquisizione delle aree. Ha fatto pensare e indotto a riflessioni sbagliate, perché se si afferma che la giunta ha approvato una variante al piano regolatore generale è un dato errato, e poi c’è pure dell’ironia nel cappelletto dell’articolo. È una variante a un piano di lottizzazione per il quale questo consiglio comunale si era già espresso e che aveva già approvato.
La società propone una modifica all’interno del piano, non cambia la destinazione urbanistica dell’area ma è una modifica interna a quel piano già approvato dal Consiglio e si poteva approvare addirittura senza nessun provvedimento della giunta.
Perché si va in giunta? Perché nel frattempo era intervenuto il Piano per l’Assetto Idrogeologico che ha modificato il vincolo idrogeologico dell’area, da sito di attenzione a sito di pericolosità P1 quindi qualunque attuazione del Prg andava sottoposta al parere del genio civile. Ecco perché il progetto presentato viene trasmesso al genio civile per essere valutato sotto l’aspetto geomorfologico, il genio civile risponde a dicembre con parere favorevole.
Il 13 marzo viene proposta la delibera alla giunta per prendere atto della variazione all’interno del piano sulla viabilità e sulle aree e parcheggio e verde pubblico, con differenze rispetto al primo piano precedentemente approvato. Se non fosse intervenuto l’articolo 31 della legge regionale 19 del 2020 bisognava andare in consiglio comunale, ma siccome l’articolo 31 stabilisce che nei casi in cui i piani particolareggiati, di iniziativa pubblica o privata, non siano in contrasto con le previsioni di piano regolatore generale la competenza resta alla giunta, andare in consiglio comunale sarebbe stato un atto illegittimo. Oltre all’articolo 31 c’è anche l’articolo 8 della stessa legge regionale che recita che le destinazioni d’uso previste nei piano possono essere modificate senza che questo costituisca variante urbanistica. Non lo è e non lo è mai stata, dato che il servizio giornalistico continua a ripeterlo”.
“Il cambio di destinazione d’uso da residenziale a commerciale è previsto dal Piano Regolatore, perché nelle zone B si possono insediare gli esercizi a dettaglio. Una media struttura di vendita è un esercizio al dettaglio . Da 151 a 999 mq si definisce media struttura di vendita ma comunque esercizio al dettaglio, fino a 150 mq è esercizio di vicinato. Entrambi, medie strutture di vendita e esercizi di vicinato, possono coesistere all’interno delle zone B. Non lo dice solo il Piano Regolatore Generale ma lo riconferma il Piano Urbanistico Commerciale, approvato da questo consiglio comunale che riporta una tabella con divisione in macroaree. Nell’area di riferimento sono consentiti esercizi di vicinato e medie strutture di vendita. Abbiamo solo applicato norme che esistono già nel comune di Rosolini”.