Un anno fa uscì “miracolato” dalla terapia intensiva: “Sto ancora curando le conseguenze del Covid”
È trascorso un anno esatto da quanto il rosolinese Nino Caschetto, 36 anni, è stato dimesso dall’ospedale “Umberto I” di Siracusa (leggi quì). Era rimasto per ben sei giorni in terapia intensiva, intubato, a causa di una forma severa di Covid-19, riuscendo per fortuna a superare il brutto quadro clinico. I dottori gli dissero che “era stato miracolato”.
E oggi, ad un anno di distanza, Caschetto ci confida che la sua battaglia contro le conseguenze del Covid-19 non è ancora finita. Da quel giorno, infatti, è rimasto sotto cura all’ospedale di Modica, seguito dal primario del reparto di pneumologia, Gaetano Gabibbo.
“Il coronavirus mi ha lasciato dei problemi -ammette Caschetto-. E questi problemi non bisogna sottovalutarli”.
Dalle radiografie effettuate, i polmoni evidenziano una opacità a vetro smerigliato. “È come se qualcuno avesse lanciato una pietra in un vetro, formando delle crepature -dice Caschetto-. E i miei polmoni hanno queste crepature. Così mi è stato detto dai dottori dopo gli accertamenti effettuati. Inoltre in una delle ultime visite mi è stato trovato un nodulo, sempre ai polmoni. Mi sto curando, ma queste problematiche stanno portando ad una continua stanchezza, sonnolenza e un po’ di tosse”.
Problemi per Caschetto, che, come riferisce, sono conseguenze a lungo termine dovute al Covid. “La mia esperienza con il virus è stata traumatica -aggiunge Caschetto-. Ho vissuto e continuo a vivere sulla mia pelle i problemi di questo virus e quando mi trovavo in terapia intensiva ho pensato veramente di non farcela. È una esperienza che ti segna la vita e capisci quali sono i veri valori da seguire e tutelare. Pensavo costantemente alla mia famiglia, a mia moglie, alle mie figlie e ho pensato al peggio, ho pensato che non li avrei più rivisti. Ho avuto paura, quella paura che non si può spiegare se non si vive di persona. Ecco perché oggi mi sento davvero un “miracolato” così come mi hanno detto i dottori al mio risveglio dalla terapia intensiva. Ecco perché oggi voglio ribadire il mio messaggio a favore della vaccinazione. Sono stato un convinto “no vax” e me ne pento. Se potessi tornare indietro starei più attento”.
Nino Caschetto, prima del suo ricovero in terapia intensiva, era “sano come un pesce”. “Mai avuto problemi di salute. Da un anno, invece, tutto è cambiato. Ringrazio l’equipe dell’ospedale di Siracusa, perché ho trovato medici preparati e in gamba. Gli devo la mia vita. Ma capisco che la battaglia contro le conseguenze di questo virus non è ancora finita e devo continuare a lottare senza abbassare mai la guardia. State attenti e non sottovalutate mai questo virus. La vita è veramente una, e lo si apprende bene quando la stai per perdere”.