Tutto non cambia per non cambiare nulla [di Pietro Avveduto]
Siamo alla soglia della nuova battaglia elettorale e già le prime schermaglie si annunciano con clamore producendo le prime vittime. C’è chi depone le armi senza lottare, chi non lotta affatto e chi imperterrito continua nel suo cammino verso una probabile sindacatura. Il cambiamento è solo nelle intenzioni e non nei fatti, le solite alleanze di comodo pronte a volatilizzarsi al primo alito di vento, tutte frutto di aridi conteggi su quanta acqua si riesce a portare al proprio mulino. Tutti conti basati sulla quantità e non sulla qualità. Tutti vogliamo e ambiamo al cambiamento, ma poi chiudiamo gli occhi e agiamo come sempre.
Allora quale è il senso di parlare di etica, di civiltà, di democrazia se poi si lascia il campo libero al qualunquismo e all’arrivismo? È vero, ci siamo meritati al governo della nostra cittadina le persone che abbiamo avuto e non di meglio, questi siamo e non dobbiamo pretendere di più e di meglio. Non lamentiamoci se cadiamo nell’oscurantismo politico, se a governarci ci saranno persone non all’altezza delle nostre aspettative, questo meritiamo! Sono oscure le motivazioni che ci spingono a candidarci e altrettanto oscure ciò che induce al ritiro o a non mettersi in gioco affatto.
A Rosolini grandi personaggi che si mettono in lizza non ce ne sono, questo è un paese che ha perso i grandi valori e vivacchia, legislatura dopo legislatura, aspettando un messia che non si presenterà perché anche lui ha paura di come si muove la politica nel nostro piccolo centro. E allora via a chi grida di più, a chi promette di più, a chi la spara più grossa se non poi a criticare in piazza il lessico e la semantica dei discorsi che i presunti candidati esplicitano.
Allora smettiamola di ostacolare e criticare gli uomini del fare se è solo questo che sappiamo produrre. Di illustri oratori, se si fermano solo alla dialettica, non sappiamo che farne, la commistura è difficile da ottenere e da riconoscere. Muoversi in politica a Rosolini e come camminare in campo minato, non sai dove mettere i piedi e anche il cammino segnato è pieno di insidie. E soprattutto non parliamo di etica o di civica quando poi siamo costretti a ritirarci o di agire sempre seguendo vecchi canoni di comportamento.
Destra e sinistra alquanto confuse non sanno che pesci prendere e quelli che cadono nella rete della politica mostrano già segni inequivocabili, l’occhio stantio e le branchie sofferenti. Abbiamo bisogno di persone nuove, di forze fresche che si facciano avanti e che diano un forte scossa a questo sistema che, di volta in volta, ci ripropone gli stessi giochi politici senza cambiarne i personaggi.