Tino Di Rosolini risponde al gruppo “rosa”: “È stata Concetta Cavallo a chiedermi scusa”
“Voglio ricordare che è stata Concetta Cavallo a chiedermi scusa in consiglio comunale. Quelle scuse le ho accettate e ho riproposto le mie chiudendo la vicenda”.
Il consigliere Tino Di Rosolini risponde al gruppo “rosa” dell’amministrazione comunale composto dalle assessore Paola Micieli e Rosy Gradante, dalle consigliere Concetta Cavallo, Rosina Collemi e Luigia Di Stefano nonché la consulente a titolo gratuito Lucia Piazzese che, nel condannare le parole del consigliere Giurato, avevano però evidenziato i “due pesi e le due misure” utilizzate in precedenti occasioni a seguito delle frasi rilasciate in consiglio comunale proprio da Di Rosolini nei confronti della vice presidente del consiglio comunale Concetta Cavallo “oggetto di offese ben più gravi da parte del consigliere Di Rosolini non abbiamo visto questa concentrazione di solidarietà nei suoi confronti e nessuno ha gridato allo scandalo”.
“Bisogna ricordare l’episodio nella sua completezza -ha però risposto Tino Di Rosolini-. La consigliera Cavallo si è rivolta a me con la frase “prima di parlare devi connettere il cervello” suscitando la mia reazione. Tanto che è stata la stessa consigliera Cavallo, in un consiglio comunale successivo, a chiedermi scusa. Scuse che ho accettato, e sono seguite le mie. Ma mi chiedo: perché ricordare quell’avvenimento rispetto agli scritti di sessismo del consigliere Giurato che, sono cosa ben diversa da quanto successo in consiglio comunale tra me e Concetta Cavallo? La verità è che si sta tentando di sviare l’argomento riproponendo vecchie polemiche, cancellate e superate. Perché allora non parlano delle intimidazioni esternate sotto il palco alla dottoressa Micieli? Perché non hanno detto una parola sull’utilizzo di un disabile con le scritte in testa per fare campagna politica in maniera violenta?”.
E poi sulla frase “donna di strada” che Tino Di Rosolini avrebbe pronunciato nel corso di un comizio elettorale durante le elezioni amministrative in cui era candidato sindaco.
“Non ricordo queste affermazioni ma sarà qualche malevola interpretazione” aggiunge Di Rosolini.
E poi conclude: “Hanno anche accostato un volantino anonimo alla mia persona. Sono pronto a approfondire la vicenda attraverso una querela. Non ho mai azionato nessun volantino anonimo e quando parlo metto non solo la faccia ma anche il cuore. E non permetto a nessuno di accostare equivoci addebiti alla mia persona”.