Successo di pubblico per la presentazione del libro “Il doppio svantaggio- La sfida dell’accoglienza e dell’inclusività” di Maria Concetta Civello
Ha riscosso grande successo la presentazione del libro “ Il doppio svantaggio – La sfida dell’accoglienza e dell’inclusività” (edizioni Il Foglio), scritto da Maria Concetta Civello, insegnante di scuola primaria, e presentato al’interno dei locali del cine teatro Santa Caterina, sabato 7 Gennaio.
A dare il benvenuto agli ospiti presenti è stata la moderatrice della serata, la prof.ssa Ignazia Iemmolo che ha ben introdotto l’autrice e il libro: « “Il doppio svantaggio”, e ancora di più il sottotitolo “La sfida dell’accoglienza e dell’inclusività” ci illuminano sull’argomento trattato, sicuramente importante e attuale se solo pensiamo, per un momento, ai numerosi sbarchi di persone umane che sfuggono per fuggire agli orrori della guerra, della miseria, che rischiano la vita stipati in fatiscenti barconi e trattati, non certo, con il rispetto dovuto alla persona umana. Basterebbe fare una passeggiata veloce nella storia, per capire che i fenomeni migratori moderni, hanno portato molti problemi, legati al multiculturalismo. La diversità di lingua, di fede, di etnia, sono radicate nel profondo di ognuno di noi e ne caratterizzano i caratteri distintivi rendendo spesso difficile la convivenza tra nativi e migranti. La medicina giusta? Una cultura dell’accoglienza e del rispetto della persona umana nella sua integralità dalla sua nascita alla conclusione naturale dei suoi giorni.».
La professoressa Iemmolo ha poi ceduto il microfono al relatore, il dott.Luca Raimondi, pedagogista, scrittore e assistente all’autonomia e alla comunicazione il quale ci ha offerto un contributo interessante sul tema della doppia condizione di svantaggio dell’essere da una parte immigrati e dall’altra parte disabili: «Il libro è un’introduzione a questa problematica che la Civello affronta sia dal punto di vista teorico, nella prima parte, sia dal punto di vista pratico con una componente esperienziale, alla fine del libro, dove troviamo, appunto, storie vere che offrono motivo di riflessione e contribuiscono a creare anche una memoria locale e territoriale di questa problematica». Raimondi che ha curato anche la prefazione del libro scrive: «Tra il dire e il fare, è davvero il caso di dire c’è quindi di mezzo il mare nello specifico il Mediterraneo e i barconi di migranti che porta con sé. L’emergenza sociale, i contrasti ideologici, religiosi, politici, interferiscono con un dialogo costruttivo e con la solidarietà tra culture ed etnie. Il pregiudizio, l’incapacità di generare empatia partoriscono una dolorosa pioggia acida di sentimenti di separazioni, esclusione, distacco. E il tutto raddoppia la sua portata allorquando si parla degli immigrati disabili, pesi morti per qualunque economia.».
È intervenuta la dott.ssa Lucia Papaleo, Assistente Sociale alla Prefettura di Mantova «Le riflessioni che ho sentito, dopo aver letto il libro, sono arrivate immediatamente dopo la prefazione curata dal dott. Luca Raimondi, che si pone delle domande significative: “siamo noi disponibili nell’entrare in empatia? E mi sono resa conto che l’empatia è tanto più facile quanto più si rende tragico il racconto, è come se questa tragicità servisse a loro per essere riconosciuti, se nel raccontarsi enfatizzano la loro tragicità sarà più facile l’empatia, in realtà in questo modo ci fermiamo alla pietà. Un’altra riflessione presente che sorge dal libro è quanto siamo disponibili a rinunciare all’etnocentrismo a favore dell’ uguaglianza. È un libro che si pone come obiettivo la ricerca sociale e interculturale, attraverso una ricerca profonda e preziosa.»
Infine la parola è passata all’autrice del libro, Maria Concetta Civello, che con la spontaneità e la chiarezza con cui comunica è riuscita ad entrare nel cuore di tutti i presenti: «Sono lieta di vedere che ognuno di voi abbia accolto l’invito per un tema così delicato e di grande attualità. La mia soddisfazione iniziale è stata grande, quando sono venuta a conoscenza che il libro, prima ancora di uscire, era al cinquantacinquesimo posto dei libri più richiesti, ed è stato consegnato dall’editore Giordano Lupi nella biblioteca Nazionale di Firenze.
Il titolo del libro è significativo in quanto affronta il doppio svantaggio del migrante disabile, nel duplice aspetto tecnico professionale e intimo relazionale. Il libro non parla di una formula speciale per risolvere la questione, la mia è una sorta di sensibilizzazione e una messa in discussione affinché si possano intraprendere nuove relazioni imperniate di convivenza civile. Non bisogna confondere l’accoglienza dall’inclusione, in quanto il concetto di accoglienza rientra nell’ospitalità, quel dare senza ricevere nulla in cambio; nel caso dell’inclusività si tratta proprio di includere l’altro nel gruppo, nella comunità sociale, attraverso un dare, un ricevere e un ricambiare alla pari. Abbiamo come esseri umani il dovere morale di accettarci vicendevolmente, perché segno di grande civiltà, perché la diversità è naturale i questo mondo, perché la diversità è indispensabile per una ricchezza culturale intrapersonale e interpersonale. La scuola, in quanto agenzia educativa per eccellenza, è il luogo in cui i futuri cittadini apprendono il significato del’accoglienza e dell’inclusione, apprendono che l’apertura verso l’altro è arricchimento personale e che la chiusura è un fattore assolutamente limitante. Bisogna tenere a mente che un popolo in movimento culturale è come l’acqua del mare, chiuso dentro le sue frontiere geografiche mentali è come una pozzanghera.».
Sara Calvo