Street Art 2024 omaggia Willie Pep con un murale, chi era il campione del mondo dal “sangue rosolinese”

Street Art 2024 omaggia Willie Pep con un murale, chi era il campione del mondo dal “sangue rosolinese”

A chi non conosce davvero la boxe, andando oltre Mike Tyson o Muhammad Alì, il suo nome non dirà sicuramente niente. Eppure, Willie Pep è stato campione del mondo di pesi piuma, e dal “sangue rosolinese”.

Il campione italo americano, all’anagrafe Guglielmo Papaleo è stato definito addirittura “il più forte peso piuma di sempre”. La “sua” Rosolini, su idea del comitato Street Art, dedicherà alla sua storia un murale su Corso Savoia: un omaggio al grande campione che sarà realizzato a partire dal 30 agosto dall’artista siciliano Andrea Sposari.

Figlio di Salvatore Papaleo, di Rosolini, e Maria Marchese, di Melilli, Willie Pep è stato inserito nell’International Boxing Hall of Fame nel 1990, votato come peso piuma numero uno del 20° secolo dall’Associated Press e classificato come il peso piuma numero uno di tutti i tempi dall’International Boxing Research Organization nel 2005.

La sua storia è ancora poco nota, nonostante tante testate nazionali e internazionali ne abbiano più volte scritto. Lo scorso anno è stato presentato un film – che ha ricevuto una standing ovation di cinque minuti- sulla sua biografia all’80esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia ,”The Featherweight”, un film drammatico sportivo biografico americano diretto da Robert Kolodny, scritto da Steve Loff e interpretato da James Madio nel ruolo del pugile Pep (la produzione è di Appian Way, casa cinematografica fondata dall’attore Leonardo Di Caprio).

Dell’uscita del film, ne abbiamo dato notizia in anteprima nel 2022, con un articolo dal titolo “Un film su Willie Pep, il campione del mondo di boxe di Rosolini”, grazie alle informazioni e alle ricerche dell’appassionato di storia locale e collaboratore del Corriere Elorino, Salvatore Spadaro, che ha raccontato la storia di Papaleo in due puntate sul numero cartaceo del giornale, da cui ricaviamo alcuni estratti.

Le origini

Guglielmo Papaleo (Willie Pep) è figlio di Salvatore Papaleo, rosolinese, e Maria Marchese, di Melilli. Salvatore Papaleo si trasferisce giovanissimo in America, a Middletown, nello stato americano del Connecticut, in cui si era insediata una numerosa comunità di emigrati provenienti da Siracusa, soprattutto della cittadina di Melilli. E’ lì che incontra, frequenta e si innamora di Maria Marchese. Il 19 settembre del 1922, dalla loro unione nasce il piccolo Guglielmo, in americano William, poi chiamato Willie, futuro campione del mondo di pugilato.

Il giovane Guglielmo Papaleo.

Il padre Salvatore a Middletown guadagnava troppo poco per poter mantenere una famiglia, della quale facevano parte oltre a Guglielmo anche il fratellino Nicola e la sorellina Francesca. Guglielmo decise perciò di lasciare la scuola e lavorare come lustrascarpe. La vita in America non era comunque semplice. Spesso subiva le prepotenze di alcune baby gang, che lo prendevano a botte. A quel tempo era anche “un grassone” e lui stesso ha ricordato: «Ero solo un ragazzino, che pesava circa 89 chili fradici e non sapevo abbastanza per non essere colpito».

Fu così che «Ugghiermu», Guglielmo pronunciato in siciliano, per difendersi dalle bravate degli altri ragazzi e per proteggere la sua postazione di lustrascarpe nel nord della capitale di Hartford, si unì ad una palestra di pugilato. Presto riusci a fare anche delle gare per le quali cominciò ad essere pagato. Guadagnava molto di più di stare settimane intere a lustrare scarpe, combattendo per giunta solo un giorno a settimana.  Da dilettante partecipò a 65 incontri in due anni e mezzo, vincendo 59 volte e perdendo solo 3 volte. Sul ring lo speaker lo annunciava come “The Connecticut Kid”, ossia il “ragazzino del Connecticut”. Per i siciliani che lo vedevano combattere era “u picciriddu ro Connecticut” e ne erano tanto orgogliosi.

Willie Pep diventa Campione del Mondo

Gara dopo gara, il 10 luglio del 1940, a 18 anni, diventa professionista con il soprannome di Will of The Wisp: inafferrabile sul ring, si racconta che abbia anche vinto un round senza tirare un solo pugno. Sul ring strabiliava, era inafferrabile, sembrava danzare, con millimetriche schivate e cambi repentini di direzione. Quasi impossibile colpirlo.

Il suo principale risultato è stato vincere ben 229 gare per KO, rispetto alle 241 disputate nella sua intera carriera. Ne ha perse per KO 11 e ne ha pareggiata 1.

Nel 1943, a soli 21 anni, Willie Pep fu incoronato Campione del Mondo dalla Commissione Atletica dello Stato di New York, sconfiggendo il campione in carica Sal Bartolo.

Quel round vinto “senza un solo pugno” sarebbe riconducibile al 1946, quando scommise con uno sportivo del Minnesota che poteva vincere contro Jackie Graves, appunto, “senza sferrare un solo pugno”. Riley a tal proposito scrisse: “Per tre minuti Pep si è mosso, si è schernito, ha roteato,è stato legato a Graves, ma non ha mai sferrato un pugno. E’ stato un eccezionale spettacolo di boxe difensiva, così abile, così sottile, che gli 8000 fans ruggenti non si sono accorti che le tattiche di Pep erano completamente senza offesa. Nè i giudici, che gli hanno attribuito il round”.

Come ha schivato anche la morte: unico sopravvissuto a un incidente aereo

Nel 1947 Willie aveva noleggiato un aereo da Miami per far ritorno ad Hartford. Il tempo non era favorevole e l’aereo si è schiantato vicino a Carmel e Bridgeton nel New Jersey. Willie riportò fratture a una gamba e alla schiena. Fu l’unico sopravvissuto di quell’incidente. “Mi sono svegliato sul mio stomaco” – ha raccontato. “L’aereo mi è stato strappato a brandelli”. Quando i medici gli dissero che la sua carriera era finita, lui non si scompose.

Dopo 5 mesi tornò sul ring riportando la vittoria in 26 combattimenti.

Lo storico incontro con Sandy Saddler

Deteneva il titolo mondiale da cinque anni consecutivi quando nel 1948 fu battuto dal “nero“, come lo chiamavano, Sandy Saddler, al Madison Square Garden di New York. Da orgoglioso siciliano, non accettò mai la sconfitta e la perdita del titolo mondiale. Volle sfidarlo nuovamente, due mesi dopo, e lo sconfisse riconquistando il titolo.

Nel 1966 si ritira dalla boxe. Nel 2011 il comune di Middletown gli ha dedicato un parco.

Willie Pep è morto di Alzheimer (causato dalla boxe) nel 2006 all’età di 84 anni. Ha lasciato la sua ultima moglie Barbara, i sui quattro figli Guglielmo, Maria Melissa, Michael e tre figliastri. Willie, forse per il suo carattere un pò complesso, ha avuto sei mogli.

“La sua determinazione – ha scritto Salvatore Spadaro, esperto della sua storia-, il desiderio di puntare sempre in alto, lo rendono ancora oggi un esempio. Era sempre pronto a difendere quello in cui credeva e per questo la sua eccezionale figura resta ancora oggi straordinaria. La famiglia Papaleo, di Rosolini, può pregiarsi di avere nella sua genealogia un campione del mondo di tale portata. Rosolini è, dunque, terra di campioni”.

Il murale dedicato a Willie Pep su Corso Savoia

Dal 30 agosto all’1 settembre in occasione della Street Art, nascerà a Rosolini un murale dedicato al grande Willie Pep. A realizzarlo sarà lo street artist siciliano Andrea Sposari. 

Il murale nascerà su una grande parete Corso Savoia, gentilmente concessa al Comitato Street Art dalla famiglia Pirruccio.

L’intenzione che sta dietro la scelta di quella paretespiega Carmelo Di Stefano, presidente del comitato Street Artè creare un gioco di prospettiva unico. Passeggiando per Corso Savoia, verso Piazza Garibaldi infatti, ci si sentirà come avvolti dalla bellezza dell’arte e delle storie che raccontiamo e che rappresentano una parte della nostra identità. A sinistra, vedremo ergersi maestoso il murales dedicato al grande Willie Pep, a destra quello di Rosario e Grazia realizzato durante la seconda edizione dell’evento. Grazie alla famiglia Pirruccio per averci concesso la parete, credendo nel progetto. Vi aspettiamo il 30, 31 agosto e 1 settembre per vedere nascere e ultimare questo grande omaggio a Willie Pep, campione del mondo e talento indiscusso per metà rosolinese di cui essere orgogliosi”

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