Scuola rurale di Commaldo Superiore concessa in comodato d’uso gratuito al Gruppo Scout CNGEI Rosolini
“L’eventuale dismissione del bene è stata già perseguita nel passato e peraltro con esisto infruttuoso. Ecco perché si ritiene che il bene possa essere utilmente destinato a finalità sociali, a beneficio della collettività, evitando il deperimento dello stesso nonché il potenziale degrado e la reale possibilità di divenire oggetto di atti vandalici o usi impropri da parte di terzi”.
Con questa motivazione, nella seduta di oggi, 4 gennaio, la Giunta Comunale ha deliberato di concedere in comodato d’uso gratuito l’ex scuola rurale di Commaldo Superiore al Gruppo Scout CNGEI Rosolini.
Un bene che a maggio del 2021, con deliberazione del Commissario Straordinario Giovanni Cocco, era stato inserito nell’ultimo Piano delle valorizzazioni del patrimonio immobiliare comunale suscettibile di alienazione e valorizzazione. A venderlo infatti, per circa 80 mila euro, si era provato ma senza successo.
Oggi, “dato che il Gruppo Rosolini Sezione di Ragusa del Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani (CNGEI), ha chiesto l’assegnazione dell’ex scuola rurale di C.da Commaldo Superiore”, l’amministrazione ha proceduto ad assegnarla in comodato per 5 anni, non solo “per il ruolo che gli scout rivestono nella formazione dei giovani”, ma anche per valorizzare un bene altrimenti abbandonato e perché la gestione “non comporterà alcun onere per il Comune che peraltro potrà recedere dal contratto qualora avesse necessità di rientrare in possesso dell’immobile”.
Sarà il Gruppo CNGEI ad “assumersi gli oneri derivanti dalla gestione dell’immobile per quanto attiene le spese di energia elettrica, pulizia e manutenzione ordinaria, previa riqualificazione e pulitura, al fine di garantire l’utilizzo ed il recupero dell’immobile”.
Dopo la dichiarazione del dissesto, peraltro, a dicembre 2019, era stata la Giunta Incatasciato a deliberare una revisione di tutti i contratti di comodato d’uso affinché non rappresentassero più un “possibile danno erariale” per l’Ente, con costi di manutenzione e spese di energia elettrica a carico del comodatario e non più dell’Ente.
(Foto in evidenza indicativa)