“Scripta Manent”, piace tanto lo stile del prof. Pietro Petriglieri e la sua chiarezza magistrale

“Scripta Manent”, piace tanto lo stile del prof. Pietro Petriglieri e la sua chiarezza magistrale

Grande partecipazione anche per la seconda delle tre Conferenze di maggio proposte da Cultura e Dintorni nell’ambito del Concorso Letterario “Scripta Manent”.

Dopo il successo del prof. Giorgio Calabrese, il secondo appuntamento tenutosi sabato 22 maggio al Cine Teatro Santa Caterina ha visto nel ruolo di relatore il prof. Pietro Petriglieri, già ordinario di Anatomia Umana all’Università di Catania, neuropsichiatra e psicoterapeuta. L’incontro è stata introdotto dallo scrittore Corrado Calvo, pres. di Cultura e Dintorni e ideatore del concorso letterario che ha lo scopo di raccontare il legame con la propria terra declinando il tema “Io vivo, io amo, io scopro il mio paese”. “Bisogni e qualità di vita – ha commentato il moderatore nel suo discorso di apertura- due termini che appaiono in contraddizione e sul cui equilibrio si fonda la nostra esistenza. I bisogni di per sé prefigurano una insoddisfazione e possono essere di diversa natura, anche legati all’epoca e alla civiltà in cui viviamo e a certe mode. Ma di essi e del modo di affrontarli ci parlerà con la chiarezza che gli è solita il nostro ospite”.

Ospite di tutto rispetto: classe 1939, Petriglieri è specialista in malattie nervose e mentali, autore di ben 65 pubblicazioni su anatomia e istologia. Nel suo intervento l’illustre relatore, che aveva dato un assaggio della sua bravura in occasione della presentazione organizzata da Fidapa e Cultura & Dintorni nel mese di marzo, ha spaziato dalla pedagogia alla psicologia, puntando l’attenzione sui diversi tipi di fame e sulle leggi restrittive dell’economia delle carezze. “Esistono diversi tipi di fame: la fame di stimolo, di contatto fisico. I bambini, ad esempio, se non hanno contatto fisico, muoiono. Pe noi soddisfare il bisogno di contatto fisico è importante come soddisfare il bisogno di cibo. Stimoli positivi e negativi che Berne chiamava carezze. Le carezze possono essere fisiche, verbali e mimiche, ma anche condizionate e incondizionate (quelle sull’essere: “Ti voglio bene per come sei e non per quello che fai”). Se un bambino riceve carezze positive, crescerà bene. Se il bambino viene rimproverato o riceve carezze negative, si sensibilizza alle carezze negative. Durante tutta la sua vita andrà alla ricerca di carezze negative ma se uno gli fa una carezza positiva, non riuscirà ad apprezzarla”.
La poetessa Pina Magro, su indicazioni del medico, ha letto la favola dei caldomorbidi di Claude Steiner, una metafora del bisogno umano di contatto e riconoscimento, un utile strumento per una prima alfabetizzazione sulle emozioni e sulla comunicazione, capace di stimolare un dibattito con il pubblico in sala. La stessa è stata, infatti, ripresa dal vice sindaco Cinzia Giallongo che ha portato il saluto dell’Amministrazione Calvo, evidenziando la necessità di conferenze tematiche concatenate tra loro di questo tipo per ripartire dall’educazione e da una maggiore conoscenza del sé.

“Ricordate – ha continuato l’esperto- tutti noi siamo indispensabili a una sola persona: a noi stessi. Siamo importanti a volte per gli altri ma necessari solo a noi stessi. Non dimenticate di guardare oltre la maschera della persona per capirne il vero valore. La risorsa più grande è la ricchezza personale” – ha concluso il prof. Petriglieri nel congedarsi dall’attento pubblico che gli ha tributato un fragoroso applauso.
Entusiasmo e voglia di confronto sublimati in una proposta rivolta al medico di origini rosolinesi che lo stesso ha subito condiviso. Il professore, infatti, si è detto disponibile a tenere un corso di aggiornamento gratuito rivolto ai docenti in nome dell’importanza del ruolo educativo che questi, in ogni scuola di ordine e grado, rivestono all’interno di ogni comunità.

Alessandra Brafa

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