Revenge Porn: le dinamiche e le implicazioni intime e sociali, la parola dell’esperta
Rubrica a cura della Dott.ssa Rosita Solarino
Come si definisce?
Letteralmente “vendetta pornografica”, il revenge porn è una violenza.
Legislativamente è un reato relativo alla minaccia o alla pubblicazione di materiale come video e fotografie dal contenuto intimo e sessuale che ritraggono altre persone, che seppur consenzienti al momento della produzione di tale materiale, non hanno fornito in alcun modo il consenso alla pubblicazione sui social media. Viene punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro.
Quali dinamiche?
Frequentemente sono gli ex partner che, per vendicarsi della fine della loro relazione, condividono attraverso social, email, whatsapp, telegram materiale intimo e sessuale, diffondendolo così’ ad un numero elevato di persone (conosciute e sconosciute). Ciò che doveva essere interno ed intimo alla coppia viene reso accessibile ad un numero incalcolabile di persone da uno dei due partner per ledere l’altro.
Accade, anche, che il materiale pornografico viene diffuso da un partner della coppia proprio durante la relazione, senza “spirito di vendetta”.
Chi riceve video e foto intime sui sui social media, li apre, li osserva, capisce o meno di chi si tratta e li inoltra a sua volta ad un numero x di persone. Si viene a creare una vera e propria catena incontrollabile e inarrestabile di invii di materiali sessuali personali. Questa documentazione viene vista da parenti, datori di lavoro, amici, conoscenti.
Risulta difficoltoso e impossibile, attualmente, eliminare ogni traccia di video e foto dal web e canali di comunicazione.
Quali conseguenze?
Le conseguenze psicologiche si muovono su due livelli: intimo e sociale.
Intimo: ciò che è stato costruito a livello emotivo ed agito sulla base della fiducia, dell’unicità di un rapporto, del rispetto, del consenso è stato violato proprio da chi doveva proteggerlo e prendersene cura. Può conseguirne la mancanza di fiducia verso il prossimo, il non sentirsi capita/o, uno stravolgimento delle proprie certezze, un cambiamento nella propria sessualità e rapporto con il proprio corpo.
Sociale: Attraverso la sessualità, i partner si scoprono, si conoscono, giocano, si scambiano emozioni, desideri, piaceri e mostrano aspetti e dettagli che agli altri tengono nascosti. Sapere che questo aspetto privato è diventato “conosciuto” ad altri genera umiliazione, vergogna. Si modificano le relazioni (per la maggiore in modo critico) tra la vittima e chi la/o circonda. L’immagine sociale costruita nel tempo cambia di fronte all’opinione di spettatori virtuali. La società di oggi, infatti, risente molto della cultura maschilista e del tabù del sesso generando giudizi sugli altri per come vivono la sessualità (specialmente se si tratta di donne). Accade, così, che a livello sociale la vittima di revenge porn passa per “carnefice” e meritevole di giudizio per come sceglie (insieme al partner) di vivere la propria sessualità. Un giudizio, spesso pubblico (sul web), totale sulla persona. Un giudizio che partendo dal materiale intimo invade anche i ruoli che la vittima ricopre che non hanno nulla a che vedere con la sessualità (genitore, lavoratore, figlia/o, amica/o, partner,ecc.).
I dati statistici: secondo una ricerca svolta da Cyber Civil Right Initiative,nel 90% dei casi sono donne. Il 93% delle vittime ha dichiarato di avere vissuto un forte stress a livello emotivo e psicologico, l’82% ha sofferto danni in termini sociali e occupazionali, il 34% ha assistito alla compromissione delle proprie relazioni familiari, il 38% di quelle amicali e il 13% di quelle sentimentali, il 51% avrebbe pensato al suicidio e il 42% ha dovuto far ricorso, invece, a supporto psicologico.
Dott.ssa Rosita Solarino, Psicologa e Mediatrice
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