Resta vuoto lo stadio comunale Salvatore Consales, la società “La Pinetina” rifiuta la gestione
Resta vuoto lo stadio comunale “Salvatore Consales”, e non solo a causa dell’emergenza sanitaria e le limitazioni imposte al mondo sportivo.
La società “La Pinetina” – di cui è presidente Giuseppe Leone e vicepresidente Pippo Di Martino – ha rinunciato all’affidamento della gestione. “Troppo elevati i costi per il ripristino della struttura”.
Non funziona, insomma, la nuova convenzione con le modifiche apportate dall’ex sindaco Pippo Incatasciato e dall’ex assessore Cristina Chindemi.
La società del Presidente Leone era stata l’unica a partecipare a quella quasi deserta gara per la concessione dello stadio conclusasi lo scorso 11 gennaio, presentando un’offerta economica di 3.300 euro annui per l’utilizzo dell’impianto, ma aveva lasciato una porta aperta al ripensamento.
Era chiaro fin da subito infatti che la nuova convenzione per la gestione dello stadio, dopo la risoluzione del contratto con la società di Pietro Errante che aveva condizioni diverse, non sarebbe stata più vantaggiosa per le nuove società. Il vantaggio è tutto dell’Ente che infatti continua a tenersi lo stadio – fiore all’occhiello del comprensorio- assolutamente vuoto.
Il rifiuto della società arriva al Comune con una chiara nota pec: “In merito alla richiesta di stipula della convenzione, l’Associazione, causa il perdurare della situazione pandemica in atto, nonchè gli elevati costi da sostenere per il ripristino della struttura, con la presente comunica il recesso”.
QUALI LE CONDIZIONI DELLA CONVENZIONE CHE LA PINETINA AVREBBE DOVUTO FIRMARE?
La nuova convenzione – presentata qualche mese prima della sfiducia dall’ex sindaco Pippo Incatasciato e dall’ ex Assessore Cristina Chindemi (qui il link al vecchio articolo)- ha segnato una svolta storica per la gestione dello stadio. Se la precedente concessione dello stadio (quella della società di Errante, per intenderci), era stata gratuita per il concessionario e le spese di manutenzione straordinaria (circa 4500 euro l’anno) erano tutte a carico dell’Ente, l’amministrazione Incatasciato ha inteso sospendere la totale gratuità per l’utilizzo dell’impianto, con un costo annuale minimo di 3000 euro. Ma quello che ha portato la Pinetina a rifiutare la gestione sono i costi di ripristino della struttura: “Prima ancora di poterla usarla sono necessari interventi per circa 40 mila euro” – ci dice Leone.
Nella nuova convenzione infatti si stabilisce che se la struttura, prima di essere affidata, riporta danni o necessità di ripristino di alcune parti dopo l’abbandono da parte della vecchia società, la Pinetina avrebbe dovuto fare da sola. La società di Leone però ha voluto provarci fino alla fine. Prima della partecipazione alla gara infatti, la società non conosceva ancora lo stato in cui si trovava lo stadio Consales e quali ulteriore somme sarebbero stati necessarie per il ripristino dato che il Comune non aveva ancora effettuato alcun sopralluogo. Ecco perchè “La Pinetina” aveva intanto scelto di partecipare, ma lasciando la porta aperta al ripensamento. Oggi è proprio il ripristino, oltre a tutte le altre condizioni imposte, a pesare. Troppo elevati i costi da sostenere ancora prima di poter mettere in funzione la struttura.
“Il manto erboso, ad esempio – continua Leone- necessita di intaso, 15 tonnellate di torba per un totale di 18 mila euro circa, è necessaria l’omologazione del manto, impianto di irrigazione mai più messo in funzione dopo la caduta del muro. Ho presentato tutti i preventivi al Comune per dimostrare quante somme sono necessarie prima ancora di metterci piede“.
Oltre a queste condizioni la differenza con la passata convenzione fa gonfiare altri costi: la Pinetina avrebbe dovuto occuparsi ovviamente anche della gestione base e quindi manutenzione ordinaria, straordinaria, energia elettrica, acqua, gas, ed ogni altro tributo o tassa comunale. Chiaro è – almeno- che restava alle società il diritto ai proventi derivanti dalle tariffe sportive per l’uso dell’impianti e dagli spazi pubblicitari.
Non c’è da spiegare oltre, insomma: i motivi per cui la Pinetina ha rifiutato, alla fine, sono quelli che hanno spinto altre società a non presentare nemmeno l’offerta. Che la convenzione funzioni non si può assolutamente dire.