Quei quattro consiglieri usciti in piena emergenza Covid 19 che adesso dettano le regole

Quei quattro consiglieri usciti in piena emergenza Covid 19 che adesso dettano le regole

Bisognerebbe cercare attentamente per trovare nel resto d’Italia una squadra politica uguale a quella che si è venuta a creare a Rosolini. E non solo: bisognerebbe anche capire il perchè di certe scelte effettuate in piena emergenza Covid 19 con ben 4 consiglieri comunali che avevano deciso di dire “basta” a questa amministrazione uscendo dalla maggioranza e dando vita ad una crisi politica nel periodo più nero per la città.

A ritornare in giunta il forzista Luigi Calvo, che, bisogna chiarirlo, ha sempre fatto parte di questa maggioranza. È stato eletto consigliere comunale nella lista Piazza Civica passando successivamente al gruppo “Forza Rosolini”. Da qualche settimana il suo passaggio a “Forza Italia” per sostenere il suo punto di riferimento politico, l’assessore regionale Edy Bandiera. In piena emergenza Covid 19, però, ha lasciato la maggioranza assieme ad altri tre consiglieri comunali.

A fare gruppo con lui il consigliere Rosario Modica, sicuramente il consigliere più “indeciso” di questo consiglio comunale. Ha iniziato il suo percorso con l’elezione nella lista “Pinello Gennaro Sindaco”, per poi dichiararsi indipendente. Subito dopo il passaggio al gruppo “Insieme per Rosolini” per vederlo poi a sorpresa con la casacca di Italia Viva “per seguire il suo grande amico Giovanni Cafeo” aveva dichiarato. Un passaggio ufficializzato assieme al sindaco Pippo Incatasciato, l’ex assessore Carmelo Di Stefano e l’attuale consigliera-assessore Cristina Chindemi.

Ma al forzista Calvo e all’indeciso Modica, la scelta più strana è sicuramente quella del gruppo “Insieme per Rosolini” che da due assessori di riferimento adesso si sono “accontentati” di un solo assessore. A lasciare la maggioranza in piena emergenza Covid 19, infatti erano stati anche i consiglieri Lorena Gerratana e Paola Gambuzza con le conseguente dimissioni di ben due assessori, il vice sindaco Giuseppe Branca e Rosina Collemi. Protestavano perchè a loro dire il sindaco non prendeva in considerazione le loro proposte, fra tutte quella di coinvolgere gli agricoltori nella sanificazione della città. Un vera “bomba” in piena emergenza che ha lasciato il sindaco a dover affrontare le problematiche in forte crisi nel periodo più buio per Rosolini. La politica rosolinese, però, non smette di stupire e tutto sembra essere stato dimenticato in fretta. Il gruppo non solo è ritornato a sostenere il sindaco Pippo Incatasciato, ma è rientrato in maggioranza dopo aver rinunciato a due assessori e “accontentandosi” oggi del solo vice sindaco con la nomina di oggi di Luigi Fratantonio.

Rimangono al loro posto Franco Arangio, punto di riferimento di “Rosolini la Nostra Terra”, gruppo che sostiene la deputata regionale Rossana Cannata (Fratelli d’Italia), e Tonino Floriddia (Pd), espressione di ben tre consiglieri comunali tra cui il presidente del consiglio Piergiorgio Gerratana.

Quindi volendo fare un riferimento squadristico oggi in giunta si ritrovano esponenti vicini a Forza Italia, Pd, Italia Viva e Fratelli d’Italia. Sarà un valore aggiunto?

Ma la vera domanda è: cosa ha risolto la crisi politica?

Alla fine dei conti l’unico ad essere stato sacrificato è l’assessore ai lavori pubblici Carmelo Di Stefano, personaggio che da sempre è stato al fianco di Pippo Incatasciato. L’uomo dalle mille battaglie condotte sempre con coraggio e veemenza, che sono costate la serenità personale quando una mattina ha ritrovato la testa di pecora sul cofano della propria Bmw, stessa auto che dopo qualche mese è stata data alle fiamme.

Adesso il sindaco lo ha “scaricato” per far posto in giunta ad altri. Insomma, la coalizione alla Frankestain ci ha riservato un altro atto che non sarà sicuramente l’ultimo.

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