Prof.ssa Maria Di Noto su Costa e Livatino: “Senza se e senza ma è il grido della legalità”.

Prof.ssa Maria Di Noto su Costa e Livatino: “Senza se e senza ma è il grido della legalità”.

Le classi del triennio dell’IPCT dell’IIIS Archimede di Rosolini hanno partecipato con emozione, rispetto e commozione, al Convegno sulla Legalità svoltosi nella mattinata di venerdì 13 maggio all’Auditorium “Attilio del Buono” di Rosolini, in memoria di Rosario Livatino e Gaetano Costa.

Riuniti, per non dimenticare le vittime della mafia e delle mafie. Uniti, per onorare e commemorare due magistrati, Gaetano Costa e Rosario Livatino, e tutti quei rappresentanti e servitori dello Stato che la mafia non è riuscita a sottomettere.

Costa e Livatino, rispettivamente Procuratore Capo della Repubblica di Palermo e Giudice della sezione penale presso il Tribunale di Agrigento, il primo assassinato dalla mafia il 6 agosto 1980 alle 19.30 in via Cavour a Palermo, il secondo trucidato dalla stidda agrigentina il 21 settembre 1990 nelle campagne di Agrigento, sono due Uomini, emblemi e vittime della giustizia e della democrazia, dell’onestà e del coraggio.

Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita pastorale in Sicilia, il 9 maggio del 1993, dopo aver incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, definì gli uccisi dalla mafia “martiri della giustizia e indirettamente della fede”. Qualche anno dopo, Papa Francesco affermò: “Livatino è un esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni”.

Fede e diritto, come Livatino spiegò in una conferenza tenuta a Canicattì nell’aprile 1986 ad un gruppo culturale cristiano, sono due realtà “continuamente interdipendenti fra loro, sono continuamente in reciproco contatto, quotidianamente sottoposte ad un confronto a volte armonioso, a volte lacerante, ma sempre vitale, sempre indispensabile”.

Rita Bartoli, moglie di Gaetano Costa, ricorda il drammatico assassinio : “In un caldo pomeriggio di agosto, nella parte alta di via Cavour, mentre era fermo a guardare i libri esposti in una bancarella, un killer di mafia, indisturbato, in tutta tranquillità, aggrediva alle spalle, uccidendolo, mio marito, Gaetano Costa, Procuratore Capo della Repubblica di questa città, colpevole di aver sempre fatto rispettare le leggi dello Stato da ogni forma di prevaricazione criminale, in difesa della società di questa Repubblica”.

Ciò che dimentichiamo, oggi, sono i dati facilmente reperibili su Internet: più di mille morti, esattamente 1006, è il conto delle vittime innocenti di mafia. Di queste 1006, 119 sono donne e 122 sono minori (di cui 85 bambini tra gli 0 mesi e i 14 anni). Sono 509 quelle senza giustizia. Venti volte i caduti in Afghanistan. Trentadue volte le perdite italiane nelle missioni in Iraq.

Non sono numeri ma vite spezzate. Come docente, come educatore, il messaggio da dare alla comunità scolastica e civile si riassume in poche parole: Amore e cultura – Famiglia e scuola. Amore come espressione di rispetto della dignità umana generata nella culla della famiglia. Cultura come diritto-dovere della scuola e delle istituzioni per farsi promotori di percorsi sulla legalità nell’ambito educativo- didattico per la lotta contro le mafie.

Durante un percorso didattico di Educazione Civica su Cittadinanza e Costituzione, ho posto un quesito alla mia classe. “Quale è il significato della legalità?”. I miei studenti hanno forgiato una definizione molto complessa e articolata. Legalità è il rispetto delle norme e delle regole per garantire l’esistenza stessa attiva, responsabile e pacifica della vita civile, economica, politica e sociale nel rispetto dei diritti civili e di cittadinanza.

Una studentessa mi ha chiesto cosa significasse l’espressione “cultura della legalità”. La legalità è un valore fondamentale nella vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune. La legalità è un naturale esercizio civico di libertà nel rispetto delle norme scritte e della propria coscienza, è una legge naturale connaturata alla natura insita dell’uomo. Espressione di integralità, moralità, rettitudine, serietà, lealtà, correttezza, etica che deve essere seminata, coltivata, curata e perpetuata nelle relazioni umane, negli atteggiamenti sociali, nei rapporti lavorativi, nelle reti amicali.

VALORE che sfocia nel PRINCIPIO. Lontano da condizionamenti di qualsivoglia natura. Liberi da speculazioni, ingerenze, corruzioni, inganni, compromessi e criminalità. SENZA SE e SENZA MA è il grido della legalità.

Prof.ssa Maria Di Noto

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