Pm chiede la condanna a 9 anni e 4 mesi per l’omicidio di Salvatore Cottonaro
Richiesta di condanna con la concessione delle attenuanti generiche. E’ questa la richiesta del pubblico ministero Maurizio Musco al processo per “omicidio volontario” nei confronti di Carmelo Basile, l’ex gioielliere rosolinese che nel 2006 uccise a colpi di pistola il cognato Salvatore Cottonaro al termine di una controversia familiare. L’udienza preliminare si è svolta questa mattina al Tribunale di Siracusa, e il processo si sta celebrando con il rito abbreviato. Il Pm ha chiesto il minimo della pena, 21 anni, che con le attenuanti generiche e la celebrazione con il rito abbreviato richiesto dall’avvocato difensore Giovanni Giuca, si tramuta in una riduzione a 9 anni e 4 mesi.
Un processo che sarebbe dovuto iniziare il 2 luglio del 2014 ma da allora si sono registrati ben tre rinvii, il cambio del giudice che nel frattempo è stato trasferito a Catania, e il cambio del Pubblico ministero che prima era Roberto Campisi.
Dopo l’ultimo rinvio dell’udienza, il 26 settembre scorso, inoltre si era registrata la presa di posizione delle due figlie di Salvatore Cottonaro, Elena e Giulia, che, rivolgendosi al presidente del Tribunale di Siracusa e al procuratore generale di Catania, avevano affermato senza mezze misure come “la giustizia sembra essersi dimenticata di noi e di nostro padre”.
Questa mattina l’udienza si è svolta regolarmente. A parlare davanti al Gup Giuseppe Tripi, oltre al Pubblico Ministero Maurizio Musco, sono stati gli avvocati dell’accusa Giuseppe Lipera e Angela Giunta, che hanno fatto un excursus di tutta la vicenda consumatasi il 25 gennaio del 2006 in via Cesare Battisti al termine di un inseguimento con le rispettive automobili. Salvatore Cottonaro, infatti, a bordo di una Renalut 4 stava rincorrendo il cognato al termine di una lite familiare. Gli tagliò la strada e quando scese per dirigersi verso il cognato, quest’ultimo estrasse la pistola, che portava con sé per via della sua professione da gioielliere, ed esplose sette colpi di pistola.
Carmelo Basile, in un primo momento, era stato accusato di “eccesso di legittima difesa”, ed era stato assolto dal Tribunale di Avola. La sentenza, però, fu impugnata dalla Procura generale di Catania e la terza Corte d’appello etnea, il 5 aprile 2013, ha annullato la decisione del Tribunale di Avola, riqualificando l’accusa in “omicidio volontario”.
Stamattina non c’è stato tempo per ultimare la discussione in tribunale e l’udienza è stata rinviata al 18 gennaio prossimo. In quella data sarà effettuata anche l’arringa dell’avvocato Giovanni Giuca, difensore di Carmelo Basile.