Parla Francesco Giamblanco: “Gennuso? Non siamo andati nemmeno a votare”
Una documentazione definita “importante” per dimostrare che la famiglia di Francesco Giamblanco non sarebbe andata nemmeno a votare nelle scorse elezioni “Regionali”.
Parla il legale di Giamblanco, Antonino Campisi, che spiega di aver prodotto al Tribunale del riesame, le schede elettorali di tutta la famiglia di Giamblanco, anche quella della moglie e dei parenti che “attestano che nessuno di loro si è presentato al seggio per esprimere la propria preferenza. Insomma, Gennuso non è stato votato e questo dimostra l’inesistenza di un accordo elettorale» dice Campisi.
Francesco Giamblanco, 31 anni, genero del boss Michele Crapula, arrestato il 16 aprile dai carabinieri del Nucleo investigativo, insieme al parlamentare regionale Pippo Gennuso ed a Massimo Rubino, 49 anni, con la grave accusa di voto di scambio politico-mafioso, avrebbe inoltre spiegato le intercettazioni ambientali effettuate dagli inquirenti durante una passeggiata in bicicletta con Rubino (ritenuto l’intermediario) in cui si parlava dell’accordo “Gennuso-Crapula” che doveva essere promosso anche con delle magliette.
Massimo Rubino
Intercettazioni tra Rubino e Giamblanco in cui, secondo la ricostruzione dei carabinieri, sarebbero stati elencati una serie di impegni che Gennuso avrebbe dovuto assumersi, come migliorare il manto stradale di una pista ciclabile in Contrada Tivoli.
Il deputato regionale Pippo Gennuso
“Quel gruppo di ciclisti si stava prendendo gioco di Massimo Rubino – spiega l’avvocato Campisi – che stava facendo campagna elettorale per Gennuso. E sono saltate fuori quelle frasi che, però, devono essere contestualizzate in una situazione burlesca. A tal proposito, abbiamo depositato le testimonianze degli altri ciclisti che confermano questa nostra ricostruzione. Insomma, non c’è stato, nella maniera più assoluta, alcun accordo e confidiamo nel giudizio del Tribunale del Riesame».
I giudici del Tribunale del Riesame si pronunceranno entro martedì prossimo.
