Operazione “Acqua salata”: chiesta la condanna a 5 anni e 4 mesi per l’ex deputato Giuseppe Gennuso
Il pm della Procura di Siracusa, Marco Dragonetti, in sostituzione del titolare dell’indagine, il Pm Tommaso Pagano, durante l’udienza di ieri 3 febbraio, ha chiesto la condanna per 5 anni e 4 mesi per l’ex parlamentare regionale Pippo Gennuso e 4 anni per Walter Pennavaria, nell’ambito dell’operazione denominata “Acqua Salata”.
L’indagine prende come punto di riferimento fatti accaduti tra il 2013 e il 2015, scattata a seguito di una denuncia di alcuni residenti, e che portò al sequestrato di un pozzo e relativo l’impianto idrico in contrada Chiappa, in territorio di Pachino. Secondo i tecnici del Nictas, incaricati dalla Procura di Siracusa di compiere gli esami, l’acqua non risultava potabile con grave rischio per la salute degli utenti.
Nel registro degli indagati, per truffa aggravata, adulterazione di sostanze alimentari e frode nell’esercizio del commercio, furono iscritti Walter Pennavaria, indicato come amministratore legale del Consorzio Granelli e l’ex parlamentare regionale Giuseppe Gennuso, ritenuto dagli inquirenti amministratore di fatto del Consorzio Granelli e della Granelli Gestione Acquedotto srl.
Le indagini, condotte dal Pm Tommaso Pagano e coordinate dal Procuratore della Repubblica Francesco Paolo Giordano, portò ad accertare che “le società gestite dagli indagati, Consorzio Granelli e Granelli Gestione Acquedotto s.r.l., hanno distribuito agli abitanti delle contrade Granelli-Chiappa e zone limitrofe in territorio di Pachino acqua non idonea al consumo umano proveniente da un pozzo trivellato di contrada Chiappa, nonostante avessero promesso all’utenza, in occasione della stipula dei contratti di allaccio alla rete idrica, che l’acqua somministrata sarebbe stata potabile poichè proveniente dal vicino acquedotto del Comune di Ispica”.
Tra le parti civili ammesse, il Comune di Pachino e alcuni privati difesi dall’avvocato Giovanni Giuca.
Il collegio difensivo degli imputati è composto dagli avvocati Mario Fiaccavento e Corrado Di Stefano che hanno contestato le accuse.
La prossima udienza, al termine della quale dovrebbe esserci la sentenza, si terrà il 10 febbraio.