Noto, Rosolini, Avola e Pachino contro la Regione per “difendere” il Val di Noto da impianti fotovoltaici
Nell’aula consiliare del Comune di Noto, su iniziativa dell’ Associazione “Strada del Vino del Val di Noto” e del “Consorzio di tutela vini sud-est Sicilia” – numerose associazioni di categoria, associazioni turistiche, culturali, ambientaliste (CIA Conf. Italiana Agricoltori – Coldiretti – IGP Pomodorino Pachino – Ente Fauna Siciliana – Italia Nostra – Pro Loco Marzamemi – Pro Loco Noto – Ass. Noto Albergatori – Ass. “Le Contrade di Vendicari” – Fondazione Stiftung pro Artenvielfat (Fondazione pro biodiversità) – Ass. Borgo sostenibile – Ass. Culturale Tempo – Cenaco Marzamemi – Ass. Movimento Turismo del Vino Sicilia, Agenda 21) hanno incontrato il sindaco di Noto, Corrado Figura, nonché i rappresentanti dei comuni di Avola, Pachino e Rosolini, per decidere quali strategie portare avanti, tutti insieme, per la difesa del territorio dalla paventata ipotesi (peraltro già autorizzata dalla Regione Siciliana) di installare nel cuore del Val di Noto una serie di impianti industriali per la produzione di energia da fotovoltaico.
Le associazioni locali, insieme ai comuni di Rosolini e Avola, saranno al fianco del Comune di Noto nel ricorso presentato contro l’ok della Regione siciliana alla Via (Valutazione Impatto Ambientale) per l’installazione di un impianto fotovoltaico al confine tra Noto e Pachino.
Questo è quanto emerso nell’incontro a Palazzo Ducezio. Al centro del confronto la necessità di definire una strategia comune per difendere il territorio dall’ipotesi di installare una serie di impianti industriali per la produzione di energia del fotovoltaico nel bel mezzo del Val di Noto.
Pur condividendo la necessità di puntare sulle energie rinnovabili, i soggetti intervenuti contestano la modalità con la quale la Regione sta concedendo le autorizzazioni, che non tengono conto del contesto paesaggistico, agricolo e turistico nel quale si inseriscono.
Gli impianti autorizzati dalla Regione Siciliana finirebbero per ricadere a scarsissima distanza da siti culturali e naturalistici di indiscusso pregio internazionalmente riconosciuto (dal sito Unesco delle città tardo barocche del Val di Noto, alla Riserva di Vendicari), oltre che per “invadere” il più ampio territorio, già oggetto delle prescrizioni del Piano di Gestione Unesco.
Ed ancora, gli insediamenti nascerebbero “nel bel mezzo” di terreni e attività di numerose aziende agricole, agrituristiche, enogastronomiche, turistiche, di masserie e palmenti, recuperati da chi, da ogni parte del mondo, ha scelto questi luoghi come “residenza elettiva”, investendo in modo sostenibile sul nostro territorio.
Tutto questo si pone in maniera assolutamente lesiva rispetto la straordinaria vocazione turistica dell’area che, proprio per il valore intrinseco del paesaggio e la simbiosi con le attività ivi condotte, si posiziona da tempo (nonostante le conseguenze dell’epidemia mondiale da Covid-19) tra le aree di maggiore attrazione d’Italia e d’Europa, rispondendo ad interessi ricreativi, culturali, sportivi, naturalistici, enogastronomici, paesaggistici, etnoantropologici, archeologici, artistici, nonché di studio e ricerca e di altre attività economiche e commerciali correlate al genius loci.
Inoltre l’area in questione, la zona sud della provincia di Siracusa fino alla provincia di Ragusa, è terra d’elezione di circa una decina di prodotti certificati e di altissima qualità (dal ciliegino di Pachino, al Limone di Siracusa, dall’olio dop Monti Iblei alle doc Noto, Siracusa ed Eloro, dalla carota di Ispica alla patata novella, etc).
Tutti hanno condiviso e ribadito che altro è il modello di sviluppo di questo territorio e sono intenzionati a difenderlo nell’interesse di chi ci vive, di chi ci lavora e, soprattutto, delle future generazioni.
Molto apprezzato l’intervento del sindaco Figura, che ha spiegato con estrema lucidità, e dovizia di particolari, le ragioni che hanno spinto la sua Amministrazione a fare ricorso contro entrambe le autorizzazioni concesse in territorio di Noto. Lo stesso ha parlato di “coraggio” della scelta di chi ha una chiara idea di sviluppo della Città e del territorio e che vuole realizzare una reale e fattiva governance condivisa, per definire le linee di tale sviluppo.
Su questo punto il suo discorso ha trovato il pieno sostegno delle altre amministrazioni presenti (l’assessore Orlando per il comune di Avola, l’assessore Dino Gennaro per il comune di Rosolini e Sebastiano Barone, delegato dalla Sindaca di Pachino), le quali hanno confermato il loro impegno in tale direzione.
A margine dell’incontro si è deliberato di percorrere una doppia strada: da una parte le associazioni si sono impegnate a sostenere il ricorso presentato dal Comune di Noto, dall’altra i Comuni provvederanno a tracciare una precisa linea d’intervento politico, per sostenere nelle sedi opportune le ragioni di un modello di sviluppo che necessita di supporto e non di ostacoli da parte della Regione e di tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti.
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