“Non ci sono carenze nella gestione del carcere”, la replica della RSU della casa di reclusione di Noto

“Non ci sono carenze nella gestione del carcere”, la replica della RSU della casa di reclusione di Noto

“Leggiamo con fastidio e disappunto le dichiarazioni riportate, in questi giorni, su alcuni siti online, relativamente alla protesta dei detenuti di queste ultime ore”. 

È la replica che arriva dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria della casa circondariale di Noto, a firma di Francesca Daffara e Salvatore Borgh, che ritengono che le notizie circolate relativamente alla protesta dei detenuti nel carcere di Noto alimentino pregiudizi e disinformazioni sulla gestione della struttura.

In particolare smentiscono categoricamente le dichiarazione rilasciate alla stampa da parte del Sindacato di Polizia Penitenziaria.

Qualche giorno fa, il carcere di Noto è stato teatro di tensione e proteste a causa del collasso delle linee telefoniche che ha impedito ai detenuti di parlare con i familiari.

Premesso  -spiegano i rappresentanti della Rsu nella nota- che la causa della protesta è da ricondurre a fattori esterni al carcere, quali le linee telefoniche, gestite da aziende nazionali immediatamente sollecitate per una celere risoluzione dei guasti, e che quindi non si possono ricondurre ad alcuna responsabilità interna alla gestione dell’istituto, consideriamo poco rispondente al vero quando si dichiara “che non vi siano attività ricreative, sociali o altro che possano allentare le condizioni di sofferenza dei detenuti”.

Rimaniamo anche sorpresi dal fatto che talune rappresentanze sindacali esprimano opinioni su condizioni che, evidentemente, non conoscono”. E continuano: “Le attività trattamentali e di gestione della vita quotidiana nella Casa Reclusione di Noto prevedono, infatti, percorsi scolastici per tutti i livelli, università compresa, attività lavorative anche di riqualificazione professionale, progetti di pubblica utilità, laboratori teatrali e musicali, cineforum, confronti e dibattiti su temi di attualità e progetti di mediazione culturale e sulla violenza di genere. Tutte iniziative che dimostrano l’impegno quotidiano del personale dell’amministrazione penitenziaria per realizzare l’obiettivo istituzionale che un penitenziario deve perseguire”.

“Fermarsi alla critica fine a sé stessa, – conclude la nota – senza volere anche indicare quale percorso positivo si debba seguire, non aiuta nessuno se non ad alimentare pregiudizi e disinformazioni che non fanno bene alla nostra realtà, comunque difficile e sensibile”

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