Nessun sindaco può opporsi al 5g, il Dl Semplificazioni rende carta straccia le ordinanze
Il testo impedisce ai Sindaci dei Comuni italiani di vietare l’installazione di reti 5G sul proprio territorio di competenza
Con un emendamento inserito nel decreto Semplificazioni pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 16 luglio, il Governo ha di fatto messo un freno ai rifiuti opposti da ben 500 sindaci italiani che, tramite un’ordinanza, avevano vietato l’installazione di antenne 5G sul proprio territorio di competenza. La norma di fatto va a sostituire l’articolo 8 della legge numero 36 del 22 Febbraio 2001 e afferma che “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato”.
I sindaci possono di fatto solo individuare regole per minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, ma non possono impedire l’installazione di antenne di telecomunicazioni sul proprio territorio. Al di là della “teoria del complotto” che ha spopolato e che sostiene una correlazione tra 5g e coronavirus, la battaglia sulla nocività o meno delle onde elettromagnetiche va in realtà avanti da diversi anni ma è esplosa con atti violenti soprattutto con l’avvento del 5G, con attivisti che hanno bruciato le torri in diversi luoghi della Terra (20 torri per la trasmissione 5G sono state bruciate solo Gran Bretagna). Sono stati ben 500 i sindaci che, nel silenzio del Governo, hanno firmato ordinanze per bloccare le antenne per la nuova rete cellulare.
Così agli operatori non è restato che rivolgersi al Tar del Lazio, ottenendo le prime vittorie: come quella di Iliad in Abruzzo, ad Aprile scorso; perché, secondo i giudici, un Comune non può andare contro le leggi statali che regolano (e anzi promuovono) lo sviluppo delle reti di telecomunicazione. Situazione simile a Rosolini. Solo il 7 febbraio scorso il sindaco Pippo Incatasciato aveva vietato, con apposita ordinanza sindacale, l’installazione e/o la sperimentazione del 5g su tutto il territorio comunale. Una ordinanza che, anche in questo caso, ha portato la Fastweb, interessata all’installazione del 5g a Rosolini, a fare ricorso. Nonostante si è ancora in attesa di sentenza, al pari degli altri casi in Italia, si prospetta già una vittoria certa di Fastweb dopo che il Decreto Semplificazioni ha “inteso” sciogliere i nodi, non lasciando alcun dubbio: nessun sindaco può opporsi all’installazione. Pare certo che Fastweb abbia quindi “campo aperto” per la sua installazione.
“Il mondo al contrario”- esordisce il Sindaco Incatasciato-. “Si supporta la decisione di sperimentare una tecnologia affermando che non ci sono studi che dimostrano la nocività della tecnologia 5 G. Penserei l’esatto contrario, ossia che ogni decisione legislativa dovrebbe essere supportata da studi e sperimentazione tale da dimostrare la non nocività alla salute della tecnologia in oggetto. Allo stato pende un ricorso promosso da Fastweb davanti al TAR avverso l’ordinanza di divieto emessa dal sottoscritto e su questo piano peroreremo la difesa avverso le ragioni di ricorso. Eserciteremo innanzitutto il diritto di adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Manterremo alta la vigilanza sul punto e se la comunità scientifica dovesse pubblicare degli studi con i quali si ritenesse che la tecnologia 5 G nuoce alla salute, interverremo con forza in ogni opportuna sede anche a livello legale”.