“Nel nome del padre. Dear Frank, Giorgio caro”. Presentato al BoookCity di Milano il romanzo dello scrittore rosolinese Corrado Calvo
Le opere del prof. Calvo sono reperibili presso la Libreria “Letture e Libri” del Punto Enel di Via Broletto 44 Milano, dietro il Teatro La Scala.
È stato presentato venerdì 23 ottobre scorso, presso la Biblioteca Rembrandt al BoookCity di Milano, il romanzo dello scrittore rosolinese Corrado Calvo “Nel nome del padre. Dear Frank, Giorgio caro”. Tra i presenti, il direttore della biblioteca Roberto Chiapella, la relatrice Eufemia Griffo, la prof.ssa Teresa Macchiaiolo che ha letto alcuni passi dell’opera, il libraio Sergio e la cantante Giulia Jean Di Tommasi che hanno omaggiato il numeroso pubblico con preziosi interventi musicali e canori. Fra i partecipanti anche il maestro Giuseppe Veneziano, uno dei maggiori esponenti della Pop Art del Novecento, presente con la sua opera gli “Sbronzi di Riace” alla mostra voluta da Vittorio Sgarbi all’interno dell’Expo.
“Libro poliedrico che racconta dell’amore che è salvezza ma anche dannazione -ha definito in questo modo l’opera la scrittrice Griffo-. Il romanzo fa emergere la dimensione umana di personaggi ben caratterizzati, che non sono ciniche comparse ma persone che soffrono e si ha l’impressione che essi escano, balzino, dalle righe della storia e, come i personaggi di Pirandello, reclamino vita. Attraverso i suoi protagonisti si palesano vari temi, come il rapporto padre-figli, il tradimento, il dolore, l’amore deluso, la fragilità umana, la crisi di coppia, la violenza intrafamiliare, l’ascesa politica e la caduta all’inferno. L’opera diventa così lo specchio di una società malata, in cui purtroppo anche noi viviamo. Alla fine del romanzo ci sono parecchi colpi di scena -prosegue la relatrice-. Il finale è aperto, come se ciascun lettore potesse avere il privilegio di trovare lui stesso una degna conclusione. L’opera, che inizia con la storia di Frank e Gin, personaggi destinati a rimanere impigliati fra le pagine, come se fossero solo un ricordo che fa da sfondo all’intera storia, alla fine ritornano nuovamente sulla scena e sembrano di nuovo balzare dalle righe come a volere rivendicare una loro identità, latente nel libro. Il cerchio trova così la sua degna chiusura conferendo alla storia una sorta di romanzo circolare, dove tutte le vicende e la loro complessità trovano la loro soluzione e risoluzione.”
Giuseppe Gallato