Museo Biagio Poidimani, anche l’Arch. Micieli contrario allo spostamento: “Il luogo ideale è il Palazzo Comunale”
Fa discutere la vicenda che riguarda il possibile spostamento dello spazio cultura dedicato al grande artista e scultore Biagio Poidimani. Il Commissario Straordinario Giovanni Cocco è infatti propenso a bloccare i lavori, giunti quasi al termine, nelle sale dell’ex comando dei Vigili Urbani, in Piazza Garibaldi in cui dovrebbe nascere lo spazio cultura Biagio Poidimani.
Una scelta, quella del Commissario, che ha scatenato l’ira degli ex amministratori, Pippo Incatasciato e Luigi Fratantonio e che continua a fomentare il dibattito in città. L’idea del Commissario è quella di utilizzare quei locali, già ristrutturati e pronti per accogliere le opere di Poidimani, come uffici comunali.
Un punto di vista sulla questione arriva oggi anche da chi, fin dal primo momento, è stato uno delle anime del progetto, l’Architetto Carmelo Micieli che, insieme al Prof. Piero Meli che ha invece curato gli accordi con gli eredi di Poidimani, lavora da mesi alla sistemazione degli spazi e al progetto interno. “Il luogo ideale è il Palazzo Comunale” – dice Micieli. La sua nota integrale:
“Con la presente il sottoscritto, arch. C. Micieli in qualità di componente della commissione cultura, incaricato come consulente a titolo gratuito (per sua volontà), per la sistemazione degli “spazi cultura” dedicati a Biagio Poidimani, intende chiarire alcune questioni ad essi inerenti. Tali spazi, già in corso di realizzazione, ubicati al piano terra del Comune nelle stanze prospicienti la piazza Garibaldi, per decisione degli attuali organi amministrativi, a quanto pare non saranno più adibiti a spazi culturali ma ad altre funzioni diverse. Il sottoscritto intende precisare a tal fine, di non avere preso parte in alcun modo e a nessun titolo a questa decisione. Preciso inoltre, di essere stato invitato nella mattinata di giorno 30 maggio ad una riunione con alcuni dirigenti dell’area tecnica comunale alla presenza del commissario straordinario, nel corso della quale egli ha informato il sottoscritto che la realizzazione degli spazi cultura, deliberati dalla giunta comunale nella seduta del 05-02-2020 n° 26, non venivano più realizzati nella sede del Comune ma in altre sedi da stabilirsi.
In quella circostanza, non mi è stato chiesto se ero d’accordo o meno con questa decisione, mi è stato chiesto in qualità di incaricato una semplice consulenza, per capire se le attrezzature e gli arredi che erano stati previsti nei locali del Comune, (in corso di realizzazione), potevano essere sistemati in via provvisoria nella sede al piano terra dello stabile ove si trova il museo etnografico gestito dall’Archeoclub e se potevano successivamente essere adattati in via definitiva presso la sede dell’ex chiesa Santa Caterina oggetto di un presumibile finanziamento finalizzato alla ristrutturazione per un utilizzo come sede espositiva museale. In sede di sopralluogo, mi è stato chiesto se i locali di santa Caterina erano idonei come sede museale espositiva ed ho risposto di si ma se mi fosse stato chiesto invece quale fosse la sede ideale da destinare a B. Poidimani è fuor di dubbio e opinione del sottoscritto che la sede ideale per gli spazi culturali ed espositivi, in quanto a disponibilità nell’immediato e ubicazione è quella già indicata del palazzo comunale, per altro in buona parte già ristrutturata e ripulita dalle superfetazioni preesistenti i cui locali erano quasi pronti per la collocazione delle opere che la figlia dell’artista Poidimani è disposta a donare al Comune di Rosolini.
Le opere infatti saranno donate a condizione che i locali abbiano carattere definitivo e non provvisorio. Stando alle ultime decisioni assunte quindi, bisogna ritenere che nell’immediato l’intera comunità rosolinese perderà l’opportunità di godere in via permanente opere di pregio artistiche di uno scultore considerato tra i più importanti tra quelli del Novecento italiano. Il Comune di Rosolini, che ha nell’immediato la possibilità di scegliere se dotare i propri cittadini di uno spazio culturale utile a chi verrà dopo di noi, sceglie oggi di rimandare tutto ad una soluzione che richiede tempi più lunghi di realizzazione con il supporto di una burocrazia complessa e mutevole ad ogni cambio di gestione amministrativa con il rischio che la macchina burocratica si possa inceppare.
Nella situazione attuale, dopo aver determinato, pianificato, speso 15.000 euro e passa, investito tempo, progettualità, ritengo questa decisione uno spreco di risorse che non va a beneficio di nessuno ma a discapito di una comunità già fortemente provata da una crisi che non lascia scampo. La cultura non è un optional ma è la base su cui poggia l’identità di un popolo, perciò dovrebbe essere considerata un bene collettivo e una priorità. Una città che non possiede un museo, che non è capace di tramandare alle generazioni future la sua storia non può dirsi una città civile. Questo è quanto il sottoscritto intendeva chiarire”.