Morte Evan, la Procura chiede la condanna all’ergastolo per Blanco e Spatola
Ergastolo.
È la richiesta di condanna del procuratore capo Sabrina Gambino e del sostituto Carlo Enea Parodi nei confronti di Salvatore Blanco e Letizia Spatola, imputati di maltrattamenti e omicidio in concorso per la morte del piccolo Evan Giulio, avvenuta il 17 agosto del 2020 all’ospedale di Modica.
Nel processo in corso, Letizia Spatola è anche persona offesa. Salvo Blanco è imputato infatti anche di maltrattamenti nei confronti dell’ex compagna.
La requisitoria si è tenuta stamani in Corte d’Assise presso il Tribunale di Siracusa dinanzi alla Corte presieduta dalla Dott.ssa Tiziana Carruba (Presidente) e la Dott.ssa Carla Frau (a latere).
Il procuratore capo Sabrina Gambino e il sostituto Carlo Enea Parodi nella discussione durata più di 6 ore hanno chiesto per i due imputati 5 anni e mesi 6 per il reato di maltrattamento e l’ergastolo per il reato di omicidio in concorso con l’isolamento diurno per un anno, oltre alla decadenza della potestà genitoriale.
Esclusa dalla Procura l’ipotesi di abusi sessuali per mancanza di prove certe.
Totalmente insussistente inoltre per la Procura l’ipotesi di maltrattamenti di Blanco su Spatola. “Il fatto non sussiste”. Spatola non è stata vittima di Blanco. Un rapporto, quello tra i due, assolutamente paritario.
La Procura li ritiene entrambi colpevoli di continui maltrattamenti nei confronti di Evan.
Percosse, scuotimenti della testa, tentativi di soffocamento, in date diverse, e numerose fratture al corpo hanno provocato nel piccolo Evan episodi di rigurgito e perdita di coscienza con conseguente difficoltà di deglutizione e successiva polmonite ab ingestis, riconosciuta, questa, come causa della morte di Evan Giulio.
Sempre secondo la Procura, ci sono state “condotte attive” di maltrattamento da parte dei due. Mentre per Blanco il fine ultimo è stato quello di far cessare il pianto continuo di Evan che lo infastidiva, per Letizia invece è stato quello di evitare le interferenze dei servizi sociali. Motivo per cui, nonostante avesse piena consapevolezza di ciò che da mesi stava accadendo, non ha mai agito a tutela del figlio.
“Evitare di disturbare i vicini – ha detto il procuratore capo Gambino- era la loro ossessione. Non per educazione, ma perchè preoccupati di eventuali segnalazioni ai servizi sociali”.
Letizia Spatola, attualmente sottoposta ai domiciliari, era presente in aula, mentre Salvatore Blanco era collegato in videoconferenza dal carcere di Vibo Valentia.
Si è giunti ormai alle battute finali del lungo e complesso processo.
Nelle prossime udienze sono attese le arringhe delle parti civili.
La sentenza definitiva dovrebbe arrivare entro la fine del mese.
Enrica Odierna
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