L’ex consigliere Monaco rompe il silenzio dopo la sfiducia: “Attacchi infondati nel ricorso di Incatasciato”
Arriva in redazione da parte dell’ex consigliere comunale Emanuele Monaco, di “Rosolini La Nostra Terra”, una lunga nota in cui lo stesso consigliere, uno dei votanti della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Pippo Incatasciato, intende chiarire alcuni aspetti che lo ritraggono come parte politica più in causa nel ricorso promosso dall’ex sindaco. E poi la sua intenzione di rispolverare la memoria a quei consiglieri che “si ergono oggi a paladini della giustizia accusandoci di irresponsabilità dopo l’aumento dei casi“.
Il testo della lunga nota, a firma dell’ex consigliere Monaco:
“Non ha più la maggioranza in consiglio comunale e dunque non ha più legittimità popolare rappresentata dai consiglieri, che per rispetto dei loro elettori, hanno preso le distanze dall’amministrazione che prima sostenevano. Il Sindaco non può pensare di guidare la città da solo, questo atteggiamento porterà Rosolini nel baratro”.
No. Non sono le parole dei consiglieri che hanno votato, lo scorso 1° marzo, la mozione di sfiducia al Sindaco Incatasciato. Sono le parole che lo stesso Incatasciato indirizzava al Sindaco Calvo il 15 aprile 2016 in un volantino pubblico di “Piazza Civica” e che adesso, a cinque anni di distanza, sembra rinnegare con dichiarazioni, atteggiamenti, accuse e ricorsi vari.
Proprio il ricorso dell’ormai ex Sindaco Incatasciato rappresenta infatti, per chi in campagna elettorale lo ha sostenuto per i suoi valori etici e incorruttibili, una vera sorpresa. Un uomo della sua altezza morale disposto ad insinuazioni e attacchi infondati, pur di tornare al “suo posto”, non era facilmente preventivabile. Eppure, eccoci davanti ad una sfilza di accuse e incongruenze che non possono passare inosservate e che di quella necessità “di fuggire dai soliti schemi” e di combattere il vecchio sistema, riportata nel volantino citato prima, hanno ben poco.
Nel ricorso si parla di un colpo di mano di acerrimi oppositori che, nel registrato frangente di sospensione della seduta consiliare, sono abilmente riusciti a ribaltare l’esito della votazione, facendo leva, “in un clima tutt’altro che sereno perché connotato da larvate pressioni”, su un “consigliere momentaneamente scontento e incerto”. Il tutto, ipotizzando chissà quale ragione dietro la firma del consigliere stesso.
Niente di più falso.
Ammesso che il consigliere in questione sia io, basterebbe rivedere le immagini menzionate nel ricorso stesso per smentire quanto scritto da Incatasciato.
La dichiarazione di voto avviene prima della sospensione di cui si parla nel ricorso e, oltre ad essere pronta da ore come testimoniano le motivazioni su carta al momento del mio discorso, era già stata annunciata al sindaco il martedì precedente al Consiglio comunale, nel caso in cui questi non fosse riuscito a ristabilire una maggioranza in seno al Civico Consesso. E tutto ciò, spiega perché la mia dichiarazione sia seguita a quelle dei consiglieri di opposizione che certificavano l’impossibilità di tornare ad avere una maggioranza in Consiglio.
Basta inoltre riavvolgere il nastro di un paio di mesi per rendersi conto del fatto che, se c’è qualcuno che pecca in termini di coerenza, quello non è il sottoscritto. Nel mio intervento del 25 gennaio è infatti pubblico l’invito a riaprire il dialogo con le forze di opposizione che l’avevano portato all’elezione vista l’impossibilità di continuare a governare con una così forte minoranza in consiglio.
Detto della mozione però, quello che fa più male oggi, è l’atteggiamento avuto dopo.
Se è vero, infatti, che in politica qualsiasi mossa è concessa, lo stesso non si può dire della vita fuori da contesto politico stesso. Ed è questa la delusione più grande.
Sorvolando sui consiglieri che adesso si ergono a paladini della giustizia accusandoci di irresponsabilità dopo l’aumento dei casi e che durante la prima ondata, quando veramente erano sconosciute le ripercussioni della pandemia, avevano abbandonato la nave, mi preme sottolineare come la realtà sia diversa da quella fatta trapelare da qualcuno sui social e nelle interviste.
Il gruppo “Rosolini la nostra terra” che mi pregio di rappresentare, in questi tre anni ha lavorato e continua a lavorare portando a casa risultati concreti per la città che sono sotto gli occhi di tutti.
Sono da attribuire a questi “irresponsabili”, infatti, grazie alla collaborazione superlativa dei cittadini che ne hanno recepito l’importanza, i risultati ottenuti nell’ambito dell’ecologia, con la percentuale di raccolta differenziata che ha sfiorato il 70%.
E sono da attribuire agli stessi “irresponsabili”, con la collaborazione straordinaria degli Uffici preposti, i finanziamenti ottenuti per le progettualità inerenti alla ristrutturazione dell’orologio di Piazza Garibaldi e alla mitigazione del rischio idrogeologico dell’Eremo di Croce Santa.
Chiudo ringraziando quanti ci hanno supportato in questi anni e ringrazio pubblicamente il Commissario Cocco che in questi giorni sta dimostrando di avere a cuore le sorti della nostra città. Gli va dato atto, infatti, di aver sposato la nostra iniziativa per gli screening presso l’area di Protezione Civile e di averci dato la possibilità di accedere agli Uffici Comunali nel tentativo, riuscito, di recuperare l’ennesimo finanziamento da quasi 5 milioni di euro per “la mitigazione del rischio idrogeologico del vallone Ristallo Masicugno a valle del centro abitato” che, chi si vanta di voler tornare a lavorare per il bene della città, aveva dimenticato dopo aver perso la poltrona.
Spero Rosolini possa prima possibile tornare alla serenità e fare comunità per ripartire.
EMANUELE MONACO