Le volontarie dal “Cuore randagio”, una passione, la loro, che fa anche il bene delle nostre tasche
Non avevamo mai avuto, fino ad ora, il piacere di conoscerli; il piacere di scoprire le giornate tipo, i retroscena e l’amore puro che le associazioni come Cuore Randagio riversano non solo sugli animali che accudiscono ma, di conseguenza, su tutta la comunità. E non è, fidatevi, una conclusione che non regge: per dimostrare che il loro amore “gratuito” per gli animali, sia per cani che per gatti, fa anche il bene delle nostre tasche, basta qualche numero che vi postiamo a fianco e che ci farà anche capire quanto sia importante donare, per quel che si può, a questa grande e meravigliosa famiglia, verso cui ognuno di noi dovrebbe essere grato.
Una gratitudine, e un riconoscimento per il loro immenso lavoro, che sono finalmente arrivati anche dal nostro Ente. Solo ad aprile scorso, il sindaco Incatasciato e l’Assessore al Randagismo Cristina Chindemi, hanno siglato un protocollo d’intesa con l’Associazione, riconoscendole un piccolo contributo di 5 mila euro l’anno che, date le immani spese che l’associazione sostiene annualmente, rappresenterà una piccola boccata d’aria.
Una grande famiglia che dovremmo davvero ringraziare ogni istante, nonostante siano -come si descrivono-, “non eroi ma solo cittadini responsabili, come dovremmo essere tutti nel nostro piccolo. È importante capire che il randagismo è un problema che appartiene all’intera comunità”.
Queste quattro splendide donne sono Emerenziana Cassola, presidente dell’associazione, Mariacarmela Avola, Lucia Gentilini e Elena Trombatore. Quattro donne che sacrificano la loro vita sociale per dedicare cura, affetto e amore a tutti gli animali che ne hanno bisogno. E dato che a Rosolini non esiste luogo adibito a dei randagi, hanno dovuto ricorrere a strutture private da usare come stallo: le loro case! Niente di più insomma di quello che potrebbe fare ogni cittadino.
E oltre al sacrificio economico, c’è quello umano portato avanti con immane spirito di abnegazione: tutti i giorni, tutto il giorno, senza sosta, sono sempre pronte a tralasciare i loro impegni e a curare ed amare questi animali, oltre a soccorrerli -anche di notte- se sono feriti. Sono 22 i cani comunali di cui si occupano al momento, oltre ai numerosissimi cani di quartiere e colonie feline, che per ovvi motivi non possono portare con loro. Così, come un vero e proprio lavoro non retribuito, impostano la loro turnazione per accudire i cani “di tutta la città”, anche nei festivi. Li sfamano, li curano, li vaccinano e socializzano con loro per renderli adottabili e abituarli al contatto umano. Non un hobby e neanche un obbligo, ma una scelta che richiederebbe il rispetto e la collaborazione di tutta la città.
“Se fosse un obbligo -ci dicono- saremmo retribuiti, se fosse un hobby invece potremmo decidere di praticarlo quando vogliamo. Ma non è nessuna delle due. Non siamo retribuiti, se non con qualche donazione destinata ai nostri cuccioli, e non è un hobby perché parliamo di animali, di vite: non possiamo decidere di fermarci se oggi non ci va, non possiamo fermarci se è capodanno, se abbiamo un impegno o se siamo invitati ad una cena. Rispettiamo i nostri turni a prescindere da impegni e festività. Quando i cani hanno bisogno noi, cascasse il mondo, dobbiamo andare. E andiamo con piacere, con amore e passione: ma in fondo vorremmo fosse chiaro che noi non facciamo nulla di più di quello che dovrebbe fare ogni cittadino responsabile”.
Un lavoro non retribuito a tutti gli effetti, ricompensato solo dall’amore per questi animali, o dalla soddisfazione di vederli adottati dopo averli salvati dalla strada. Chi gliela fare? La domanda sarebbe da invertire: perché i cittadini, invece, non lo fanno?
“La gente -continuano a raccontarci- deve rendersi conto che il randagismo è un problema che interessa tutti. Ogni cane e ogni gatto abbandonato “pesa” sulle spalle di un volontario che a proprie spese se ne prende cura oppure pesa sulle spalle dell’intera città perché viene trasferito al canile convenzionato di Sortino, per un costo di circa 3 euro al giorno. Se abbandoni quindi non solo hai condannato alla solitudine quel cane, ma alla fine continui a mantenerlo lo stesso”.
Cuore Randagio, lo ricordiamo, nonostante riceva continue segnalazioni, non ha alcun obbligo in termini di recupero e ricovero dei randagi; obbligo che invece appartiene esclusivamente al Comune (grafico a fianco). Da questo canto, per risolvere il problema del randagismo, l’associazione avanza i suoi inviti all’amministrazione, rivelatasi altamente sensibile al tema, e ad ogni cittadino. La causa più grande del randagismo, infatti, viene riscontrata proprio nei comportamenti sbagliati dei privati cittadini.
Tutti i cittadini devono sapere che ogni cane e ogni gatto randagio ha diritto ad essere sterilizzato gratuitamente e l’amministrazione deve informare la città su questo aspetto, con tutti i mezzi di sensibilizzazione possibili. È fondamentale che ogni cittadino sappia che si deve prevenire la cucciolata della cagna randagia con la sterilizzazione in modo che nessun cane venga poi ricoverato in canile a spese di tutta la comunità.
“La causa più grande del randagismo -ci informano- sono purtroppo le cucciolate dei privati cittadini che vengono inesorabilmente abbandonate per il paese. I cani di proprietà devono essere obbligatoriamente microchippati e se i privati decidono di non sterilizzare le proprie cagne se ne devono assumere la responsabilità, prendendosi carico di tutti i cuccioli invece di abbandonarli poi in giro per il paese rendendo vano tutto il nostro operato. È necessario richiamare i cittadini al senso di responsabilità”.
E poi l’invito all’amministrazione: “Agli amministratori, che continuiamo comunque a ringraziare, chiediamo più controlli, specie per individuare i cani di proprietà non microchippati: più microchip vuol dire più controlli e meno abbandoni. Così come sarebbe necessaria a Rosolini una struttura di primo soccorso, che non siano le nostre case, da utilizzare per emergenze e stalli provvisori. Inoltre, ma questo verrebbe in seguito, prendendo esempio da altri Comuni, come quello di Melilli, sarebbe necessario che Rosolini dedichi una vetrina online, sul suo sito web, dedicata a tutti i 70 cani presenti al canile di Sortino, con lo scopo di sensibilizzare all’adozione e mostrare ai cittadini foto, storie e descrizione degli amici a quattro zampe che aspettano di essere adottati e amati. Per cominciare però è necessario informare i cittadini che la sterilizzazione è gratuita ed è l’unico modo per arginare il problema abbattendolo alla base”.
Ma all’amministrazione, e non solo, arrivano anche ringraziamenti: “Siamo grati al Sindaco Incatasciato e all’amministrazione tutta per il riconoscimento dell’attività svolta in questi anni e per questo piccolo passo avanti verso la collaborazione. Così come ringraziamo, altresì, il Commissario della P.M Salvatore Latino, la cui sensibilità verso il tema del randagismo ha “aperto finalmente le porte al dialogo concreto e fattivo” tra Comando dei Vigili e Associazione. Per ultimo, ma non meno, importante il nostro ringraziamento va anche al consigliere Giovanni Spadola per essersi mostrato da sempre sensibile al problema del randagismo supportando la causa”.
Dopo aver conosciuto questa bellissima realtà e dopo avervela presentata nelle sue dinamiche e nelle sue fattive proposte, è ora di capire davvero che il randagismo interessa tutta la città. Siamo ancora lontani dal comprenderlo, ma possiamo cominciare con qualche piccolo passo: se abbandoniamo un cane non solo stiamo commettendo un reato ma stiamo condannando la sua vita, quella dei volontari e pure le casse del Comune, che sono anche le nostre. E se non riusciamo a collaborare autonomamente per salvare la vita a qualche cucciolo, seguiamo le poche regole che ci consigliano e sosteniamo i volontari. Collegandosi alla pagina facebook “Associazione Cuore Randagio Rosolini”, non solo sarà possibile informarsi per una donazione, ma si potrà entrare in contatto diretto con i volontari per unirsi alla loro attività: “Saremo felici – dicono infatti- di accogliere nuovi volontari”.
Perché i volontari, si sa, non sono mai abbastanza, specie in una realtà che è la salvezza per i poveri randagi ma è anche la salvezza dell’intera città.
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