La Lucarelli e quel candidato sindaco che non paga la Tari nella sua villa di Vendicari
A Rosolini si scaldano i motori per la campagna elettorale e l’aria che si respira è quella di una competizione che, per l’incertezza dell’elettorato, sembra già non avere eguali nella storia di Rosolini, negli ultimi mesi ripopolatasi da giovani che non si riconosco nei nomi proposti. Troppo avanti loro, troppo vecchi o troppo lontani dalla loro idea di città, invece, questi candidati.
Tra gli aspiranti “sindaci del cambiamento” – perché lo slogan è sempre lo stesso- c’è già chi ha subìto però un duro colpo: prima ancora che il suo volto “ri”- compaia nei santini elettorali, c’è già chi – come l’influente Selvaggia Lucarelli- lo scaraventa fuori dalla campagna elettorale.
E per Tino Di Rosolini è subito corsa ai ripari.
È con la più ampia denuncia della Lucarelli sull’altro volto di Noto, immondezzaio a cielo aperto, che si scopre che uno dei nostri candidati sindaco, tra i cardini dell’opposizione consiliare nell’ex amministrazione Incatasciato, non paga la Tari in una sua abitazione sita a Vendicari che la stessa giornalista definisce come “villa faraonica”. Faraonica, sì, ma senza civiltà.
In quella villa sfarzosa, il “Sarayi Lodge”, “non è possibile differenziare. Perché non ci sono mastelli”.
E pure se vuoi, ti rispondono: “Butta tutto insieme, poi ci pensa il giardiniere”.
E il giardiniere, sicuramente, non può che pensarci con le fiamme, con l’abbandono, o come?
“Nella villa che ho affittato non ci sono i mastelli. Mi si è detto: butta tutto insieme, poi ci pensa il giardiniere” – scrive la Lucarelli nel suo lungo post. “Ho riferito al sindaco, ho chiamato gli uffici competenti. Ho sollecitato l’agenzia e il proprietario di casa. Nulla. Voglio sapere perché in questa villa faraonica a Vendicari, il Sarayi Lodge, di proprietà di Tino Di Rosolini, candidato sindaco di Rosolini, io non posso fare la differenziata. Tutto tace, finché inizio a non mostrare la Noto che non esiste se non negli occhi di chi la abita o dei turisti sinceri”.
Nella più ampia denuncia, che tutti i giornali della zona avanzano ormai da decenni senza alcun risultato, le due righe su Di Rosolini appaiono come una bomba scagliata sui seggi elettorali, ancor prima che la competizione abbia inizio. Perché un sindaco che non paga la Tari, che non differenzia, che delega il giardiniere per far sparire quell’ammasso di rifiuti, Rosolini non lo vorrà di certo.
O forse lo vorrà lo stesso, in questo pezzo terra in cui tutti gridano allo scandalo e nessuno fa più la sua parte?
Il nome del candidato Tino Di Rosolini, e della nostra Rosolini, ancora una volta agli onori della cronaca per i suoi aspetti più osceni, porta adesso con sé dubbi e perplessità sulla possibile (o già distrutta) comparsa del suo nome tra le proposte in corsa per la campagna elettorale. Fino ad ora non c’erano dubbi, e adesso?
Noi, per dovere di cronaca ed equilibrio di informazioni, abbiamo provato a contattarlo più volte, ma purtroppo senza successo.
Solo una cosa avremmo voluto chiedere: ma può mai essere, davvero, che un candidato sindaco, che aspira a governare una città, non paghi la Tari?
Noi non vogliamo crederlo. O, almeno, non vorremmo.