Incontro dibattito organizzato dal PD in occasione della strage di via D’Amelio. L’on. Sofia Amoddio: “Pene più severe per il reato di corruzione elettorale”
A Rosolini si discute sul problema del “Reato di corruzione elettorale”. L’incontro dibattito, presentato dal giornalista Alessandro Baglieri, si è svolto venerdì sera all’anfiteatro del parco “Giovanni Paolo II” ed è stato organizzato dal Partito Democratico di Rosolini in occasione del 23° anniversario della strage di via D’Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Presenti all’incontro il procuratore aggiunto della procura della Repubblica di Siracusa, Fabio Scavone, il deputato nazionale del Pd, Sofia Amoddio, e il deputato regionale del Pdl, Giorgio Assenza.
“E’ una legge repressiva -ha detto la Amoddio-. E’ stata introdotta dopo le stragi del 92 e ultimamente sono state inserite norme che aumentano le pene. Ad esempio il patteggiamento non si può più fare se non si restituisce il maltolto e riparare il danno fatto alla cittadinanza. La corruzione è un reato grave che determina un cambiamento notevole sulle nostre vite ed è difficile da individuare perché ha a che fare con la dignità umana e con il modo d’essere. Lo scambio politico mafioso, il voto di corruttela, mette in pericolo un bene costituzionalmente garantito per la libertà di voto. L’Italia spende ben 60 miliardi di euro solamente per fronteggiare i reati di corruzione, reati che incidono nella nostra vita quotidiana”.
“Le segnalazioni che pervengono alla Commissione Regionale Antimafia, che si è sempre mossa con grande spirito di collaborazione, sono le più varie -ha spiegato Assenza-. Sono in corso tutta una serie di particolari indagini, come il problema della gestione delle discariche in Sicilia. Non si capisce, per esempio, come mai le discariche private ottengono autorizzazioni celermente mentre quelle pubbliche diversi anni”.
“È difficile individuare tale reato, provare la corruzione elettorale perché le pene coinvolgono non solo il ma anche il cittadino -ha voluto precisare Scavone-. Quelle che sono le indagini giudiziarie recenti danno poi una chiave di lettura preoccupante, in cui sono le organizzazioni criminali stesse che cercano di corrugare persone di fiducia. Quindi un fenomeno ancora più grave di quello che si cerca di perseguire.”
Giuseppe Gallato