“In questa prima fase la politica dei giovani non è stata incisiva”

“In questa prima fase la politica dei giovani non è stata incisiva”

Intervista dal numero del Corriere Elorino cartaceo dello scorso settembre 

Non sentiamo molto parlare di loro e, ad oggi, raramente si sono espressi in prima persona. Lo hanno fatto invece quasi sempre dietro il volto della loro stessa compagine amministrativa, capitanata dal sindaco Pippo Incatasciato.
Ai giovani rosolinesi sembra quasi che questi altrettanto giovani consiglieri non abbiano voce in capitolo o si facciano trascinare dalle vecchie leadership, “senza ragionare con la propria testa”. Ma è davvero così?
Per scoprirlo apriremo da oggi, e per le uscite successive, una serie di interviste a tutti i giovani che la città ha scelto di far sedere sugli scranni del Consiglio Comunale. Intervistarli tutti, almeno, è il nostro progetto, ma non sappiamo se tutti accetteranno.
L’obiettivo? “Strappargli la voce”. Se non lo fa la stessa politica, insomma, lo faremo noi. Sotto a chi tocca.


Emanuele Monaco, 33 anni, consigliere comunale di maggioranza (Rosolini La Nostra Terra)

Emanuele, partiamo dalla domanda che può sembrare più ovvia. Cosa significa per te fare politica e, soprattutto, perché hai scelto di farla? Avevi un progetto ben preciso che sognavi di realizzare?
È semplice. Fare politica è lo strumento che permette di migliorare la vita dei cittadini. Tutto passa dalla politica e dalle sue scelte. Ero molto diffidente all’inizio, non mi è stato semplice convincermi a candidarmi. A spingermi a fare quel passo è stato, in verità, il progetto che condividevo con Saro Cavallo, allora candidatosi a sindaco. È una persona su cui ho tanta fiducia e immensa stima, ed è colui che mi ha convinto a “scendere in campo”. Poi ritirò la sua candidatura per motivi personali ma io decisi di restare. Assieme al mio gruppo abbiamo scelto Pippo Incatasciato sindaco, proprio perché è un giovane e ci sembrava una persona con le idee molto chiare. Il mio progetto? A Rosolini la politica dovrebbe dedicarsi solo alle cose basilari, tra queste ad esempio quella di tenere il paese pulito. Sono cose semplici, è vero, ma più efficaci di mille regolamenti.

Così insomma hai deciso di metterti in gioco…
Si, anche senza più il progetto di Saro Cavallo sono rimasto. Volevo mettermi in gioco. Per chi guarda la cosa da fuori sembra tutto così semplice , però adesso che vivo da dentro le problematiche, mi rendo conto davvero della situazione disastrosa in cui riversa il nostro Comune e delle difficoltà che si imbattono sulla politica pure per concretizzare le cose che sembrano più banali.

Quando si è insediato il nuovo Consiglio Comunale sembrava avanzato quel tanto atteso ricambio generazionale. Tanti i consiglieri comunali giovani. Che cambiamento sono (e siete) riusciti ad apportare in due anni e mezzo?
Devo essere sincero? Non vedo un gran cambiamento. Forse ad influenzare i nostri passi è anche la mancanza di esperienza. Io sono convinto che il giusto mix dovrebbe essere fatto da giovani e da uomini esperienti. Questi ultimi servono a dare i consigli giusti e i giovani a dare freschezza in più, portando innovazioni e opinioni nuove, al passo con i tempi. Ma, in realtà, continuo a dire sinceramente che forse in questa prima fase noi giovani non siamo stati tanto incisivi.

Eppure il mix giusto sembra esserci…
Sembra esserci. Forse la situazione è anche un’altra, non tanto la presenza dei giovani quanto la situazione davvero disastrosa dell’Ente. Però è vero che ci sono state scelte fatte ad esempio da una sola persona, e non da noi consiglieri che io non ho assolutamente condiviso. L’ho detto tante volte e lo ripeto adesso, e gli scontri con il sindaco sono a volte anche questi.

L’uscita di scena durante il Covid di 4 consiglieri e poi il loro rientro. Sono state tutte logiche della vecchia politica, eppure a firma anche di qualche giovane. Tu le hai condivise?
L’uscita dei ragazzi è stata una loro scelta personale e non mi permetto di esprimermi su questo. Anche in quel periodo ho avuto grossi scontri con il sindaco, ma per mia scelta sono rimasto in maggioranza perché non mi sembrava giusto abbandonare la nave in quel particolare momento. Hai detto bene, sono logiche della vecchia politica. Con molta sincerità dico che di tutto quello che è successo in quel periodo non ho condiviso nulla, in quel caso quel “cambiamento giovanile” non c’è stato affatto. È vero che molti consiglieri giovani si stanno impegnando, ma possiamo fare ancora molto di più, studiare di più ed essere più concentrati sul pezzo.

Proprio perché hai sempre dimostrato di non condividere certe scelte, ti senti un giovane solo seppur in mezzo a tanti giovani?
Non direi. Non mi sento solo. C’è una ragazza come Lorena Gerratana ad esempio che si vuole impegnare tanto, però poi c’è sempre una linea da seguire in base al gruppo politico di cui fai parte. Io, dico la verità, sono un po’ più lontano da queste logiche. Con tutto il rispetto per il mio gruppo, con cui ho sempre condiviso tutto, ritengo però che le scelte vadano fatte in modo personale. Ognuno con la propria testa.

Com’è il rapporto con il sindaco e con tutti gli schieramenti presenti in questa maggioranza variegata? Per intenderci, tu di “Rosolini la Nostra Terra” ma vicino a Fratelli d’Italia, poi c’è Forza Italia, il Pd e il sindaco che è passato, dopo eletto, a Italia Viva.
Già dall’inizio sapevamo di avere con noi il Pd e tante altre forze che possono essere lontane da noi, però abbiamo fatto una scelta sulla persona e cioè, dopo Saro Cavallo, Pippo Incatasciato. Quindi, diciamo che sulla varietà non mi faccio troppi problemi. Sul passaggio del sindaco a “Italia Viva” però ammetto che gli avevo dato un altro consiglio: visto che rappresenta l’ago della bilancia di un’amministrazione così varia, doveva restare neutrale. Questa è una scelta che non ho condiviso.
Poi varietà politiche a parte, il problema maggiore è davvero la situazione disastrosa dell’Ente. E anche qui, così come tanti altri, non ho condiviso un’altra scelta: quella che in un momento in cui il comune doveva decidere se intraprendere il riequilibrio o il dissesto è stato permesso al Ragioniere Capo Lorefice di spostarsi al Comune di Pozzallo.

Il tuo rapporto con la maggioranza oggi com’è?
Con i consiglieri c’è collaborazione.

Chiediamo perché negli ultimi consigli comunali, quelli post lockdown, non sei stato presente. Stai elaborando, a emergenza rientrata, l’idea di uscire dalla maggioranza?
No, non è questo. Sono stato assente soprattutto per motivi di salute ma anche per un altro motivo che dirò più avanti.

C’entra il Rosolini Calcio?
Mi aspettavo qualcosa di più su questo, mi aspettavo che l’amministrazione comunale si facesse sentire di più in una situazione così particolare. Perché quando si parla della squadra granata non si parla della squadra di alcune persone ma di “Città di Rosolini” e mi è dispiaciuto non vedere interesse se non in Giovanni Spadola, che al consiglio comunale ha indossato la maglia granata. Con lui ho avuto in passato scontri anche pesanti, ma è uno dei consiglieri che rispetto di più perché i suoi modi di fare non saranno mai i miei modi di fare, siamo l’opposto, ma vedere il suo interesse per il Rosolini Calcio mi ha fatto piacere perché, o per motivi politici o no, ha almeno avanzato il dibattito. Diciamo che questo mi sarei aspettato da più persone, avrei solo voluto vedere un Consiglio un po’ più vicino alla società per trovare insieme una soluzione.

Tu e il tuo gruppo politico siete riusciti ad ottenere un finanziamento di 100 mila euro per il restauro dell’orologio di Piazza Garibaldi…
Si, ed è per noi una soddisfazione. È stato appena nominato il Rup e adesso si procederà con tutto l’iter necessario a concretizzarlo. Per noi è davvero una gioia enorme perché l’orologio era uno dei punti cardine anche del progetto “Saro Cavallo sindaco”. Era un’idea che avevo io, perché per me è uno dei simboli cardine della città e desidero riportarlo al suo fascino originario. Questo è stato possibile anche grazie a Rossana Cannata che ci ha collaborato e sarà concretizzato grazie a un responsabile di settore davvero in gamba, il geometra Speranza.

A questo si aggiungerà anche il restauro dell’orologio con il mini finanziamento della democrazia partecipata, uno strumento che è stato rimesso nelle mani delle città dall’ex assessore Carmelo Di Stefano. E a proposito di lui, ti chiediamo, come hai vissuto il rimpasto e la sua uscita di scena “senza preavviso”?
Io con Carmelo ho un ottimo rapporto e secondo me è stato pure un ottimo assessore. Una persona molto preparata.
Proprio per questo, quando c’è stato il rimpasto non nego di esserne rimasto spiazzato.

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