
“Il Giallo del Gattopardo”: Rosolini celebra la storia del grande romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Articolo a cura di Giovanna Errante
“Il giallo nel gattopardo” è l’accattivante e misterioso titolo dell’evento tenutosi presso la sede del Club Famiglie sabato 15 marzo. L’evento, che ha visto la partecipazione di un cospicuo numero di cittadini, è nato grazie alla collaborazione di ben tre associazioni: il Club Famiglie, l’Associazione Nazionale di Danza Storica School Ninphea e Cultura e Dintorni.
Le tre associazioni, nonostante le differenti origini e le differenti caratteristiche, hanno deciso di cooperare in nome della curiositas per il mondo della letteratura, della ricerca storica e della cultura in senso lato. Grazie alla dettagliata analisi storico-letteraria del professore Michele Armenia, ex docente di lettere classiche presso il liceo classico T. Campailla di Modica, il pubblico è stato catapultato nell’intrigante, quanto sanguinolenta vicenda che si cela dietro il celebre Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Il professore Armenia peraltro, è una figura di spicco nel panorama degli studi letterari, si è infatti occupato di Omero, di Manzoni, Pascoli, Saba, Pasolini, attraverso articoli brevi e saggi e ha collaborato sia con il Caffè Letterario Quasimodo, che con la Casa Natale Quasimodo di Modica. L’intervento del professore è stato ampiamente presentato da Corrado Calvo, anche lui docente di lettere e presidente di Cultura e Dintorni, mentre la professoressa Enza Serrentino, docente di lingue e letterature straniere, ha dato voce alle parole di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, leggendo le pagine più significative del romanzo in relazione al tema scelto. Presente anche la presidente di Club famiglie, la quale ha mostrato il suo apprezzamento per la realizzazione dell’evento. Ogni singolo intervento è stato talvolta piacevolmente “interrotto” dagli intermezzi musicali del maestro Lino Gatto, chitarrista ed esperto in particolar modo di musica jazz.
La vicenda familiare, nascosta tra le pagine del Gattopardo, un capolavoro letterario che il Novecento ci ha regalato, è una vicenda in cui Eros e Thanatos (Amore e Morte) sono profondamente intrecciati, come spesso accade in ogni giallo che si rispetti. La protagonista è la zia dell’autore del romanzo in questione, la contessa siciliana Giulia Tasca Lanza, scissa tra il legame con il marito, il conte Romualdo di Trigona (che aveva sposato a soli 18 anni) e l’amore per Vincenzo Paternò, il giovane di cui era follemente innamorata. Quest’ultimo però, conduceva una vita dissipata a causa del gioco.
Gli episodi di vita traumatici vissuti durante l’infanzia, come oramai è scientificamente appurato, sono destinati a condizionare il resto della vita e talvolta riaffiorano in maniera silenziosa,quasi impercettibile, specie se si ha a che fare con l’infanzia di uno scrittore, capace di raccontare un episodio di vita passata con il filtro della finzione romanzesca. Pertanto, quando tra le pagine del Gattopardo viene raccontata l’uccisione cruenta di un soldato, ritrovato sotto un albero di limoni, non si può non pensare alla violenta uccisione di Giulia Tasca Lanza, colpita vigliaccamente alle spalle con un coltello da caccia dall’amante Vincenzo Paternò. La morte della contessa aveva destabilizzato la società dell’epoca, infatti la povera vittima era dama di compagnia della regina Elena e moglie di un personaggio di spicco in ambito politico.
Il professore Michele Armenia durante la sua disquisizione, ha suggerito ai presenti di leggere il libro “Il segreto del Gattopardo” di Fabio Troncarelli, il quale mette in relazione l’amara conclusione del Gattopardo, con l’uccisione che aveva fortemente scosso la psiche di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Grazie all’incontro di sabato 15 marzo, i cittadini rosolinesi sono stati catapultati nella Sicilia risorgimentale, pienamente vissuta dal bisnonno del nostro autore, Giulio Fabrizio Tomasi, presente nel Gattopardo attraverso la figura del principe Fabrizio di Salina, uomo fortemente scettico nei confronti del cambiamento politico e storico che stava avvenendo sotto ai suoi occhi e fortemente nostalgico nei confronti di un passato in cui i nobili non erano ancora decaduti. L’ardore garibaldino era invece rappresentato dal nipote di Salina, Tancredi, giovane aperto al cambiamento che ogni epoca storica inevitabilmente comporta, celebre in tal senso la sua affermazione: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Il Gattopardo è dunque un romanzo in cui i motivi biografici si intrecciano alle vicende storiche, e tutto ciò si realizza sotto una prospettiva nichilistica, lontana dall’ ottimismo di tipo progressista, tipico della prima metà dell’Ottocento. Tuttavia è possibile intravedere tra le pagine del romanzo un “segno di rinascita, di speranza, di evasione dai problemi della realtà concreta” come ha spiegato il professore Armenia e tale segno è dato dalla presenza del colore giallo in più parti dell’opera: dallo stemma della famiglia, il famoso stemma contenente la frase che dà il titolo all’opera (Noi fummo i Gattopardi…), al giallo dell’albero dei limoni presente nel luogo di ritrovamento del cadavere di un soldato. Per Giuseppe Tomasi di Lampedusa il giallo rappresentava un “porto sicuro”, utilizzando le parole di Petrarca, una sorta di “varco”, per dirla con Montale.
L’evento si è concluso con l’esibizione dei ballerini dell’Associazione Nazionale di Danza Storica School Ninphea, che con i loro abiti ottocenteschi hanno danzato nella splendida cornice del Corso Savoia, creando un’atmosfera suggestiva che avrà sicuramente ricordato agli spettatori le scene del film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, film che nel 1963 riscosse un ottimo successo.
Attraverso l’iniziativa di cui si è parlato, la città di Rosolini ha dimostrato di saper essere un ambiente stimolante dal punto di vista culturale, rendendo onore a uno scrittore conterraneo, quale Giuseppe Tomasi di Lampedusa è stato, autore di un vero e proprio bestseller.
Giovanna Errante
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