Il “Curcio” di Ispica presente al Torneo/Laboratorio Regionale di Baskin
Inclusione, sport e divertimento. Questi i principi cardine su cui si basa il “Baskin” (Basket Inclusivo), sport pensato per permettere a giovani normodotati e giovani disabili di giocare
nella stessa squadra. Si ispira al Basket tradizionale, ma ne cambia alcune regole e caratteristiche.
Il progetto, nato inizialmente a Cremona nel 2002, nel corso degli anni ha visto un’ampia diffusione in tutta Italia, e in particolar modo in Sicilia. Difatti, lo scorso 9 maggio si è svolto ad Avola il
“Torneo/Laboratorio Regionale” di Baskin@Scuola, organizzato dalla Sezione Territoriale Baskin Sicilia (a cui aderiscono a.s.d., onlus e associazioni) in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. Una prima edizione che ha registrato la partecipazione di ben quindici istituti provenienti da Palermo, Catania e dalle province di Trapani, Siracusa e Ragusa, tra cui l’I.I.S. “Gaetano Curcio” di Ispica, primo nella provincia di Ragusa ad abbracciare quest’iniziativa.
La squadra ispicese, allenata dai professori Roberto Monaco e Marco Vaccarella, ha giocato contro
l’Augusta e, in seguito, contro il Palazzolo Acreide, vincendo l’ultima partita.
«L’Istituto Curcio ha affrontato le due partite nel miglior modo possibile, senza temere l’esperienza degli avversari – ha affermato il prof. Vaccarella –, sfruttando le capacità di ogni singolo giocatore, a partire dai nostri pivot (in carrozzina e non). Tra tutti si è distinta Aurora, la nostra grande top scorer, che ha realizzato ben 17 punti! Ma anche Angelo, Carlo e Marcello sono stati fantastici!»
Alla domanda sui progetti futuri dichiara: «Da settembre lavoreremo sui singoli ruoli. Il baskin è proprio come un’orchestra che, alla fine, emette un bellissimo suono. Ognuno dà il suo contributo in base a ciò che ha, e non in base a quello
che manca. Una città come Ispica deve assolutamente avere una squadra di Baskin. Siamo partiti dal Curcio. Il prossimo anno, insieme al prof. Monaco, l’obiettivo principale sarà quello di coinvolgere più ragazzi possibili, oltre alle associazioni sportive locali, sponsor privati e l’amministrazione comunale.»
Non si può che sostenere quest’iniziativa, carica di umanità e semplicità, che mira ad azzerare qualsiasi tipo di differenza.
Articolo e foto di Debora Aprile