“I Sabati del Brancati”, il Lions Club di Scicli omaggia Ignazia Iemmolo Portelli

“I Sabati del Brancati”, il Lions Club di Scicli omaggia Ignazia Iemmolo Portelli

Memoria e identità, scrittura e immortalità, l’uomo, la fede e la vita sono solo alcuni dei tanti temi di cui si è discusso sabato 20 febbraio al Caffè Letterario “Vitaliano Brancati” di Scicli in via Mormino Penna, con un’ospite d’eccezione: la scrittrice rosolinese Ignazia Iemmolo Portelli.

L’incontro “Cunti e canti degli Iblei. Poetica e narrativa” a lei dedicato, è stato organizzato in collaborazione con il Lions Club Scicli Plaga Iblea, fortemente voluto dall’ing. Giovanni Iacono, presidente della zona XIX del Lions, e dalla presidente della VII circoscrizione del club, la dott.ssa Giovanna Scifo. E’ spettato alla pres. del club di Scicli, la dott. ssa Stefania Carpino, dare il saluto al numeroso pubblico in sala, e al prof. Franco Causarano presentare la studiosa che in tanti anni di attività culturale nella città di Rosolini ha spaziato con dinamicità dalla poesia all’antropologia, dallo studio delle tradizioni alle problematiche etno- antropologiche, sperimentando instancabilmente generi letterari di ogni sorta.

Non un’intervista ma un singolare colloquio a tre voci quello che è andato in scena grazie al contributo degli illustri professori Domenico Pisana e Giuseppe Pitrolo, che hanno sviscerato i temi soggiacenti al corpus letterario dell’eclettica e prolifica studiosa rosolinese. Se il Pitrolo si è mosso nell’ambito della sicilianità tanto cara alla Iemmolo, il Pisana ha ricordato assi portanti della sua poetica, quali il focolare, il rispetto dell’ethos, così come i ritratti di luoghi e personaggi, approdando, infine, alla narrativa con “Le donne di Peter”. Il racconto lungo o romanzo breve che ha consacrato la Iemmolo Portelli a letterata a tutto tondo, sviluppando una trama che ha come protagonista un personaggio vero e scene della finzione con cui affronta, in una storia avvincente e ricca di colpi di scena, il tema del viaggio e dell’interiorità dell’uomo.

Molto applaudita dai presenti alla lettura dei cunti e delle sue poesie in vernacolo e in italiano, tratte da “Ciuri ri ficupala”, “Sospiri” e “Le orme dell’anima”, versi intrisi di sensibilità, nostalgia e dolcezza, ma anche di memoria. Esigenza di memoria il quid che la spinse anni fa a interrogare i depositari di saggezza e tradizione, e a fissare su carta, in quella maestosa opera che è “Cosi ri casa nostra, il mondo rosolinese nei canti e nei detti popolari”, il passato che altrimenti lentamente sarebbe andato perduto, perché, nel citare commossa Umberto Eco nel giorno della sua morte, “la lettura è immortalità al contrario”.

La serata è stata allietata dagli intermezzi musicali del Duo Paganitango con i maestri Daniele Ricca al violino e Lino Gatto alla chitarra. Virtuosismi musicali che hanno ben accompagnato il pubblico in quell’atmosfera sognante evocata attraverso il fine poetare e l’allegro dialogare dell’infaticabile e pluripremiata scrittrice rosolinese.

Alessandra Brafa

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