Giornata della Memoria. Il messaggio del Sindaco e dell’Assessore agli studenti
Il Sindaco Pippo Incatasciato e l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Concetta Guarino, in occasione della “Giornata della Memoria” che si celebra domani 27 gennaio, a nome dell’Amministrazione Comunale hanno inviato un messaggio agli studenti degli Istituti Scolastici e ai concittadini tutti. Ecco il testo del messaggio:
“Carissimi studenti, carissimi concittadini,
viviamo un momento storico in cui tutto viene messo in discussione, ma non si può pensare di indietreggiare neppure di un millimetro sulla Shoah, per cui Sentiamo intensamente la responsabilità di tenere viva la Memoria.
Tenere viva la Memoria parlandone significa ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare, significa agire attivamente perché ciò che è stato non ritorni.
A quanto pare, come accaduto nel secolo scorso, anche i moderni cittadini europei non esitano a volgere lo sguardo altrove, sotto gli occhi di tutti, si sta consumando un’altra tragedia immane.
È auspicabile che la Memoria diventi un vero e proprio esercizio mentale, una tensione interiore in grado di farci sdegnare ogni volta che è necessario e osservare con occhi attenti e critici anche il presente e il futuro perché simili orrori non abbiano a ripetersi.
Il 27 gennaio, come ben sapete, è il “Giorno della Memoria”, ricorrenza internazionale celebrata ogni anno per ricordare le vittime dell’Olocausto, la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche nei campi e negli schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Donne, uomini e bambini privati della loro dignità, della loro essenza stessa di persone, ridotte a numeri marchiati sulla pelle perché di religione ebraica, perché disabili, perché omosessuali, perché di radici etniche diverse da quelle della maggioranza della popolazione. O, semplicemente, perché non allineate al regime.
Il 27 gennaio 1945 si aprirono i cancelli di Auschwitz. I soldati incontrarono i prigionieri, ridotti a spettri. In quel momento iniziava un percorso, non semplice, arrivato fino a noi: quello per ricostruire una verità storica da passare di generazione in generazione.
In un’epoca, che con troppa facilità tende a rimuovere il fardello di una memoria che annichilisce e scuote le coscienze, onorare il ricordo di coloro che hanno subito la tragedia immane dell’Olocausto, significa riconoscere che quello stesso dolore del passato, per quanto gravoso sulle nostre spalle, può essere allo stesso tempo maestro nel preservarci dagli atroci crimini contro l’umanità già commessi.