“Gente di oggi” la riflessione della giovane rosolinese Maria Virginia Consales al tempo del Coronavirus
“E ci preoccupiamo dei più deboli solo ora che tutti siamo i prossimi candidati a diventarlo” – scrive.
Ancora così giovane ma già ricca di sane riflessioni da donare alla sua città. Non è la prima volta che scriviamo di Maria Virginia Consales, 16 anni, e del suo talento per la scrittura ed eravamo certi che pure al tempo del coronavirus avrebbe stretto a sé il suo taccuino e si sarebbe abbandonata al fluire inarrestabile di inchiostro e passione. Così come ha fatto.
“Mi auguro sia occasione di scossa, credo ne abbiamo forte bisogno”, dice Maria Virginia. “Se il mio corpo non può andare in giro e guardarsi intorno, i miei occhi possono ancora farlo. La mente ha libera interpretazione di tutto, e la mia non è altro che una riflessione seppur assuma spesso i toni di un rimprovero. Ve la lascio qui…”
GENTE DI OGGI
La gente è distratta.
Cammina per strada con gli occhi bassi, mangia guardando uno schermo piuttosto che un viso, non saluta il vicino di casa eppure regala affetto a sconosciuti.
La gente è strana.
Semina odio, cosparge prati d’invidia, non crescono più fiori.
La gente è assente, fredda, distaccata, sola.
Ma cosa le è successo?
A cosa dà importanza adesso?
Conta la moneta, il denaro. La marca del giubbotto che indossa, l’azienda dei cereali che mangia. Adesso è importante il numero delle persone che lasciano like, le misure del corpo.
La gente si nasconde.
Dietro il colore della pelle, a fianco al colore di un partito politico.
Conta come appare, quanta superficialità riesce a distribuire, quanto sa fottere e fregare.
La gente non colpisce più.
Non mi colpisce da quando ha iniziato a colpirsi.
Fa a botte per uno stupido premio, si diffama per un po’ di visibilità.
La gente non ascolta.
Ha dimenticato come si fa. Riproduce suoni a memoria, recita rumori. Ha scordato la melodia.
La gente mi ha deluso, ma l’ha fatto con stile.
È questo l’importante, no?! È per lo stile con cui fallisce che viene ben ricordata, no?! Per l’eleganza con cui cade a fondo, o sbaglio?!
La gente, la gente….. La gente siamo noi!
Ma adesso no, non siamo in noi.
Siamo distratti, non ci accorgiamo del mondo. Siamo pieni ovunque di uno sporco egoismo, ognuno “tira per sé”. Ed è penoso, ma nel senso che patiamo una pena, vivere distanti e lamentarci della lontananza che adesso ci hanno imposto. Siamo tanto assenti da non esserci accorti della mancata presenza, della vita che si tira indietro, delle vite che si sollevano in cielo. Insomma davvero abbiamo interessi migliori? Squallido denaro? Condannabile potere?
Siamo troppo soli, ma lo siamo da molto prima. E siamo freddi, ma la causa non è la paura di un contagio.
Ci muoviamo distratti. Abbiamo conosciuto le strade, le piazze, i palazzi solo ora che li abbiamo momentaneamente persi. Iniziamo a dare importanza al lavoro ora che temiamo davvero il frigo vuoto. E ci preoccupiamo dei più deboli solo ora che tutti siamo i prossimi candidati a diventarlo.
Ma non ci rendiamo conto di essere nella strada sbagliata?
Costretti tra quattro mura, che quando non si ha avuto fortuna sono quelle di un ospedale.
Siamo succubi di ansie e paure che ci divorano. Dibattiti che non fanno altro che logorare le menti, bocche logorroiche che non risolvono i problemi.
Ci facciamo la guerra, ancora adesso, nonostante tutto.
Nonostante tutti noi la stiamo perdendo, questa guerra. Vittime di un esperimento che la scienza sta muovendo su di noi, caduti di un brutto scherzo della natura, un qualcosa che sta giocando a sfavore della vita, delle vite.
Uomini, donne
La gente è inguardabile vista da qui!
E la gente siamo noi.
La nostra immagine non è perfetta per la copertina del mondo, e il nostro contenuto…. Beh nessuna rivista parlerebbe bene di noi.
Insomma, gente…. Cosa ci è successo?
Maria Virginia Consales