Gennuso: “Governo regionale inadeguato: non parte il patto per la Sicilia”
“Questo governo della Regione dimostra ogni giorno che passa la propria incapacità ed inadeguatezza. Mentre in tutto il Mezzogiorno d’Italia partono i patti per il Sud, così non sarà per la Sicilia, perché non è stato indicato il target di spesa”. A denunciarlo, chiedendo le dimissioni dell’intero governo siciliano, è il parlamentare all’ Ars del Gruppo Pid – Grande Sud, on. Pippo Gennuso. “In un momento di grandi difficoltà economiche per l’Isola, c’è da rimanere senza parole. Il governo regionale, a differenza di altri, non ha indicato nessun target di spesa sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione per il 2017 assegnate con il Patto per la Sicilia. E’ alquanto singolare ed incuriosisce nel rapporto del Dipe la situazione siciliana. Il patto regionale comprende in tutto 793 interventi, di cui 61 del primo tipo, 25 del secondo, 220 in completamento di intervento e ben 487 sotto la voce “altro”: si tratta di un’evidente anomalia rispetto agli altri patti in cui la voce “altro” si riferisce ad un numero assai piccolo di interventi. La Sicilia ha frammentato oltre misura il numero degli interventi: 793 a fronte dei 93 previsti dalla Campania, dei 53 previsti dalla Sardegna, dei 148 inseriti nel patto di Reggio Calabria. Tale caratteristica si riscontra anche nel patto di Messina dove alla voce “altro” rispondono ben 79 interventi su 91 e in quello di Palermo dove sono 10 su 13. La moltiplicazione delle azioni non si riscontra nei patti metropolitani che prevedono 13 interventi per Palermo, 25 per Catania. (nella media se si pensa ai 23 progetti inseriti nel patto di Napoli e ai 25 di quello di Bari); tuttavia sono ben 91 per Messina. Quanto alle caratteristiche degli interventi, a Catania 22 interventi sono “in fase di avvio”, a Palermo invece 10 su 13 si collocano nella voce “altro”, che raggiunge l’acme a Messina con ben 79 interventi su 91. I patti di Catania, Messina e Palermo individuano per l’anno appena iniziato un obiettivo di spesa pari a 61 milioni di euro per ciascuna area metropolitana. Siamo di fronte all’ennesima vergogna”