Femminicidio a Messina, fermato a Noto il presunto assassino di Sara Campanella

Femminicidio a Messina, fermato a Noto il presunto assassino di Sara Campanella

L’ennesimo femminicidio. Ieri pomeriggio Sara Campanella, una studentessa universitaria di 22 anni, è stata accoltellata alla gola e uccisa per strada, a Messina.

L’accoltellamento è stato compiuto davanti a una fermata degli autobus interurbani in viale Gazzi, vicino allo stadio Giovanni Celeste, a sud del centro della città.

Sara Campanella era originaria di Misilmeri, in provincia di Palermo, e frequentava il corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico.

All’accoltellamento hanno assistito diverse persone che hanno visto l’aggressione e hanno chiamato i soccorsi, ma Campanella è morta prima di arrivare al vicino policlinico universitario Gaetano Martino, lo stesso dove la studentessa seguiva un tirocinio. Già nella serata di ieri i carabinieri avevano fatto irruzione in un’abitazione del centro di Messina, ma non avevano trovato il ricercato.

Il ragazzo sospettato dell’omicidio di Sara Campanella è Stefano Argentino, 27 anni, di Noto. Anche lui studente nella stessa facoltà della giovane. È stato rintracciato nelle prime ore del mattino con il supporto dei carabinieri del comando provinciale di Siracusa, in un’abitazione del suo paese. È stato sottoposto a decreto di fermo di indiziato per “omicidio”.

Secondo gli inquirenti, era innamorato della giovane senza essere corrisposto. Argentino avrebbe seguito la giovane studentessa nei pressi del Policlinico, per poi percorrere insieme a lei un breve tratto di strada. Arrivati nei pressi di un distributore di benzina, verosimilmente dopo una discussione, l’avrebbe accoltellata per poi allontanarsi velocemente. “Gli studenti colleghi di corso della vittima – ha detto il procuratore di Messina Antonio D’Amato durante la conferenza stampa di questa mattina – hanno fornito un contributo essenziale per la ricostruzione dei fatti e l’identificazione del fermato”.  “Importanti – ha aggiunto – anche le immagini degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati”.

Da parte di Argentino, secondo il procuratore di Messina, vi erano state, nei confronti di Sara, “attenzioni di questo giovane anche in maniera insistente e reiterata nel tempo”. La ragazza “aveva condiviso con le compagne di corso il fastidio per queste attenzioni che si andavano ripetendo nel tempo, da circa un paio d’anni, da quando era iniziato il corso per tecnico di laboratorio biomedico”.

 

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