Estorsione con il “Rolex”, condannato a 7 anni un dipendente comunale di Rosolini

Estorsione con il “Rolex”, condannato a 7 anni un dipendente comunale di Rosolini

Ha preteso un Rolex del valore di 5.500 euro come “sgarbo” per essere stato tirato in ballo in una vicenda di estorsione, e per questo è stato condannato a sette anni di reclusione. È questa la pesante sentenza di primo grado del giudice del tribunale di Siracusa, Liborio Mazzotta, nei confronti di Raimondo Gennaro, 54 anni, dipendente comunale, che è stato anche interdetto dai pubblici uffici. Era stato arrestato con l’accusa di “estorsione in concorso” assieme al cognato Salvatore Rizza, quest’ultimo però assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”.

I fatti risalgono al 2017: i due cognati furono denunciati da una coppia di commercianti e arrestati a seguito di indagini con tanto di intercettazioni effettuate dai Carabinieri di Rosolini agli ordini dell’ex comandante Giuseppe Vaccaro. A presentarsi alla Stazione dei Carabinieri per denunciare l’estorsione una coppia di commercianti, Alessandro Frasca e Simona Rossitto, marito e moglie, titolari di un negozio di ottica che già da qualche mese stavano vivendo momenti di paura perchè entrati nelle mire di alcuni estorsori, Bruno Monti e Massimo Di Mare, che avevano richiesto il pagamento di una somma di 500 euro al mese. Furono mesi di minacce, terrore e ansia per i due commercianti che si erano offerti di pagare la prima tranche di 500 euro, ma non volendo incontrare gli estorsori avevano chiesto “aiuto” ad un tramite, Raimondo Gennaro, successivamente indicato come “complice” di Bruno Monti nell’estorsione. Alla seconda richiesta di “pizzo”, però, il commerciante ha messo da parte ogni remora e si è presentato alla Stazione dei Carabinieri denunciando tutto. Nel farlo ha tirato in ballo il dipendente comunale Raimondo Gennaro che non ha gradito questo suo coinvolgimento. E per ripagare lo “sgarbo” subito, avrebbe quindi preteso un “rolex” dal valore di 5.500 euro.

È stato proprio il commerciante a recarsi in una gioielleria di Ragusa per acquistare l’orologio, accompagnato dal cognato di Gennaro, Salvatore Rizza, coinvolto in quanto titolare di una gioielleria e quindi esperto di orologi di valore.

Tutta l’operazione era stata però documentata con riprese video da parte dei Carabinieri di Rosolini e con l’ausilio di intercettazioni audio poste in essere dallo stesso imprenditore su input dei Carabinieri.

Ieri la sentenza di primo grado che ha condannato a sette anni di reclusione e 2000 euro di multa il dipendente comunale Raimondo Gennaro che, oltre ad essere stato interdetto dai pubblici uffici, dovrà pure risarcire il danno che sarà liquidato in separato giudizio civile, una somma di 5.500 alla parte offesa e 4.446 euro di spese di giudizio. Gennaro è stato però assolto da altri due capi di imputazione: era stato accusato, dopo le rivelazioni di Massimo Di Mare nel frattempo dichiaratosi “pentito”, di aver architettato l’estorsione al commerciante assieme a Bruno Monti, così come è stato inoltre assolto da un altro capo di imputazione minore, quello di aver minacciato il commerciante con l’intento di fare togliere una denuncia ad un amico.

Assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”, invece, il gioielliere Salvatore Rizza in un primo momento ritenuto complice del cognato nella estorsione con il “Rolex”.

Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni. A difendere i due cognati è stato l’avvocato Nino Savarino, mentre la parte offesa è stata difesa dal legale Giorgio Spatola.

“Al di là della condanna se essa rispecchia o meno ciò che è emerso in sede dibattimentale -afferma l’avvocato Giorgio Spatola-, quello che mi preme invece sottolineare è il coraggio di un imprenditore che non si è piegato alle richieste illecite denunciando prontamente i fatti così affidandosi alla Giustizia, ciò a scapito della tranquillità sua e della sua famiglia. La sentenza in questo senso ha fatto giustizia di ciò che Alessandro Frasca e Simona Rossitto hanno ingiustamente subito”.

“Attendiamo le motivazioni del giudice -dice invece l’avvocato Nino Savarino- ma è chiaro che faremo appello a questa condanna ingiusta. Siamo più che convinti che Gennaro non abbia commesso i fatti a lui contestati e siamo in questo senso soddisfatti delle due assoluzioni negli altri due capi di imputazione. Così come siamo soddisfatti per Salvatore Rizza, un galantuomo che ha finalmente riacquistato la sua onorabilità”.

Ferdinando Perricone

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