Errante e Infanti: “A Scordia intimidazioni e paura: così fare calcio non ha più senso”
Paese che vai, accoglienza che trovi. E quando si parla di calcio, l’accoglienza potrebbe diventare un optional, trasformandosi in un vera e propria paura. Ed è quanto successo alla squadra del Città di Rosolini che domenica scorsa si è recata sul campo del Città di Scordia per disputare l’incontro del campionato di Eccellenza.
“Sapevamo che sarebbe stata una partita “calda” -dice il dirigente granata Ciccio Infanti-, tra due formazione che lottano per lo stesso obiettivo salvezza, ma era da oltre 20 anni che non trovavano in un campo questo clima di terrore e intimidazione. Il calcio dovrebbe essere altro, andare allo stadio con le famiglie, sicuri di assistere ad uno spettacolo sul terreno di gioco. Ed invece da quando siamo arrivati a Scordia fino a quando siamo andati via abbiamo avuto bisogno della scorta delle forze dell’ordine per evitare il peggio. Un clima che si è riversato anche sul terreno di gioco con la terna arbitrale che ha avuto timore di assegnare ben 3 rigori a favore del Rosolini. Per non parlare della conclusione della prima frazione di gioco quando la squadra è dovuta rimanere in campo per poter parlare con il mister Trombatore che, squalificato, non gli è stato permesso di poter entrare negli spogliatoi durante l’intervallo”.
Un clima di paura che per Infanti ha un nome e cognome: “L’ex mister granata Natale Serafino -dice Infanti-. Forse rimasto deluso dalla sua esperienza avuta nel Rosolini, ha acceso gli animi facendo da subito scoppiare la tensione. Avevo portato da Pachino una cassetta di ciliegino e lo consegnata personalmente, e dopo mi ha detto: “Vattene via da quì”, e subito dopo ha iniziato a inveire contro il presidente granata. Per me è stata una delusione profonda. Il Rosolini è una società che fa calcio da 60 anni, e in questo caso in nessun modo stiamo stati tutelati. Se per vincere è concesso creare paura, allora a vincere saranno sempre loro”.
Il presidente granata Piero Errante rincara la dose: “Vedere nel 2019 questi toni minacciosi con a capo un soggetto che ho avuto la sfortuna di portare a Rosolini, sono atteggiamenti che non si vedono più in nessun posto. Voglio ringraziare vivamente le forze dell’ordine: è solo grazie alla loro presenza che la situazione non è degenerata. E la cosa brutta è che questi atteggiamenti hanno portano alla fine i risultati. Se deve funzionare così vuol dire che ci metteremo da parte perchè se una gara deve essere risolta con le minacce e con atti intimidatori, fare calcio non ha più senso”.
Per Errante un altro aspetto lo ha fatto “vergognare”: “Dopo 30 anni che faccio pallone vedere gente di Rosolini fare il tifo con i tifosi dello Scordia contro la propria squadra è stata la cosa più schifosa e deprimente che potessi vedere. Hanno rinnegato di essere rosolinesi”.
Ed infine: “Non avrei problemi ad allinearmi a loro intimidendo gli avversari quando vengono a Rosolini. Non sono uno stinco di santo e quando avevo 30 anni queste scene erano all’ordine del giorno. Ma bisogna crescere e diventare uomini. Non si può fare guerra per il pallone. Il pallone serve per aggregare amicizie e mi dispiace che per un soggetto che si è infiltrato nello Scordia si siano macchiati i rapporti con questa squadra”.