Elena di Euripide va in scena in Piazza Garibaldi con gli attori dell’Istituto De Cillis
Domenica 31 luglio, alle 21.00, in Piazza Garibaldi
Elena di Euripide, portata in scena in svariate occasioni dagli studenti dell’Istituto De Cillis, ha sempre riscosso un enorme successo per la capacità degli stessi studenti di saper interpretare magistralmente i ruoli dei personaggi loro assegnati.
L’ultima rappresentazione per opera dei ragazzi è andata in scena il 24 maggio al teatro greco di Palazzolo, rappresentazione enormemente apprezzata da quanti hanno avuto il piacere di assistere all’interpretazione dei giovanissimi sul racconto delle vicissitudini e dei tormenti della donna più bella dell’antichità, Elena, attraverso le parole senza tempo dello straordinario Euripide.
E adesso i ragazzi, coordinati dalla instancabile professoressa Rosy Franzò, si esibiranno nel cuore di Rosolini, in Piazza Garibaldi, nella modalità del teatro verticale.
Le scalinate della bellissima Chiesa Madre saranno il palco su cui gli studenti porteranno in scena il dramma di Elena.
L’evento è in programma per domenica sera, 31 luglio, alle ore 21 ed stato promosso dall’Istituto De Cillis, con il suo Dirigente Giovanni Di Lorenzo, e la collaborazione attiva – oltre che il patrocinio- del Comune di Rosolini, con il sindaco Giovanni Spadola e l’assessore al Turismo e Spettacolo Concetta Maltese.
Regia e musiche sono della professoressa Franzò, l’aiuto regia del prof. Corrado Maltese e icostumi della professoressa Carmela Amenta.
Da dove nasce l’idea di un Laboratorio teatrale all’istituto De Cillis?
“Questa è un’epoca in cui viene continuamente richiesto di adattarsi a cambiamenti molto rapidi, di essere capaci di inventare soluzioni nuove di fronte a situazioni diverse, di essere in grado di comunicare usando tecniche espressive e linguaggi di vario tipo. Tra i mezzi più idonei a preparare i giovani a prendere contatto con il proprio mondo, a sviluppare creatività ed espressività, vi è il Teatro. Esso infatti favorisce il superamento della prevalenza del linguaggio verbale, stimola la comunicazione simbolica, l’attenzione, la concentrazione attraverso l’acquisizione di nuove tecniche” -risponde la professoressa Rosà Franzò.
“In quest’opera – continua-, l’autore trasforma Elena da “Imago funesta a Vittima innocente della Τύχη””. Il dramma ha una particolarità: non è una tragedia vera e propria, in quanto prevede un lieto fine. Per questo motivo essa, insieme alle altre opere di Euripide caratterizzate da eguale conclusione, è definita “tragicommedia”: un dramma al limite tra la tragedia e la commedia. La prima testimonianza per noi di “dramma ad intreccio”. I drammi ad intreccio rappresentano la produzione finale di Euripide, il quale col tempo tende a prediligere non più la tragedia classica, ma un tipo di dramma caratterizzato da equivoci, rivolgimenti di fortuna, riconoscimenti, lieto fine, divinità ex machina e così via. Tale tipo di dramma ha molto a che vedere con la futura Commedia Nuova menandrea”.