Due conferenze con Borrometi per parlare di mafia e voto di scambio
“A Siracusa per parlare di mafia e collusioni con la politica. È per questa ragione che ho chiesto al giornalista Paolo Borrometi (nella foto sopra) di partecipare alla conferenza che si terrà a Siracusa (mercoledì 27 alle ore 18, presso la sala Multimediale del Libero Consorzio Comunale in via Brenta, 41) e di Avola (sabato 30 alle ore 11 presso la Libreria Mondadori di corso Vittorio Emanuele). Perché, insieme allo straordinario lavoro degli inquirenti, il giornalismo libero è fondamentale”.
“Paolo Borrometi, sia su Siracusa che su Avola, sta realizzando importanti inchieste giornalistiche con nomi e cognomi senza guardare in faccia nessuno, dalla mafia alla politica.
È importante, anzi importantissimo, comprendere chi siano i mafiosi ed i colletti bianchi che stanno inquinando il nostro meraviglioso territorio.
Sono certo che il 27 dicembre a Siracusa ed il 30 dicembre ad Avola avremo la possibilità di crescere insieme, anche grazie al racconto di Paolo Borrometi ed al confronto con quanti vorranno partecipare.
L’occasione sarà importante per presentare il libro dal titolo “Il voto di scambio politico-mafioso” di Andrea Leccese e Mario Michele Giarrusso.
La scheda del libro:
“Il voto di scambio politico-mafioso”di Andrea Leccese e Mario Michele Giarrusso.
Questo libro vuole essere un’esegesi della norma rivolta a chiunque, non solo ai politici, ai giuristi o ai lettori de Il Sole 24 ore, ma anche all’operaio e alla casalinga. A tutti. I cittadini devono essere consapevoli e informati dei danni provocati alla società dalla cattiva politica al servizio delle mafie. La società civile va messa in guardia, perché possa esercitare una pressione più incisiva di quella dei poteri forti.
Mario Michele Giarrusso ha dedicato tutto il suo impegno nella lotta alle mafie, intervenendo con forza, nell’aula del Senato, sulla discussione che riguardava la norma sullo scambio politico-mafioso; tema centrale di questo saggio.
“Non c’è dubbio, non ce ne sarà in futuro e non c’è ne è adesso (e non ce l’hanno, fuori, neanche i cittadini di questo Paese) che questo dibattito, che è stato svolto in quest’Aula in questi giorni e nelle scorse settimane al Senato, è la prova, la dimostrazione, di tutte le ragioni per le quali noi non siamo riusciti a sconfiggere la mafia[…] Adesso si cominciano a risvegliare: eh certo, dice qualcuno, bisogna aumentare le pene, però questa normativa la dobbiamo approvare. Ma perché? Perché la dobbiamo approvare, se sappiamo già che è sbagliata? Sganciare il voto di scambio dalla sanzione dell’associazione mafiosa vuol dire separare queste due fattispecie, colpire al cuore l’evoluzione giurisprudenziale che si è formata in questo punto e colpire l’idea che presiedeva all’articolo 416-ter vigente che era di Giovanni Falcone”.