Dopo il dissesto Noto punta sulla tassa di soggiorno per dare “ossigeno” alle casse

Dopo il dissesto Noto punta sulla tassa di soggiorno per dare “ossigeno” alle casse

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Era stata sospesa nel periodo del Covid per poi essere riattivata nel 2022. E con l’arrivo del dissesto finanziario la tassa di soggiorno è stata aumentata. E se si considera che nel 2022 l’introito per le casse del Comune di Noto è stato di oltre 210.000 euro, con le nuove tariffe si punta a raddoppiare se non triplicare tale gettito.

Fondi con natura vincolata che il Comune di Noto ha destinato per attività connesse a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive “nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali e servizi pubblici locali”.

Per il 2022, ad esempio, sono stati destinati 20.000 euro per l’integrazione del programma natalizio con contributi alle associazioni, 62.000 euro per servizio infopoint, e 80.000 euro per la sistemazione di un’area da adibire a parcheggio.

Ma quanto si paga per la tassa di soggiorno? Dopo il dissesto finanziario il consiglio comunale ha adeguato l’imposta di soggiorno (seguendo i vari decreti legislativi sulla tematica) secondo criteri di proporzione del prezzo. Per le strutture alberghiere da 1 a 2 stelle la tassa è di 2,50 euro a persona al giorno, 3 euro per le strutture a 3 stelle, 4 euro per le strutture a 4 stelle e 5 euro per le strutture a 5 stelle. 3 euro, invece, le per strutture extralberghiere come agriturismo, B&B, case vacanze, affittacamere, mentre 2,50 euro per le strutture ricettive all’aria aperta.

Aumentato anche il numero di pernottamenti: dai 4 originari, adesso l’imposta è da corrispondere per ogni pernottamento per un massimo di 6 pernottamenti consecutivi. Dopo il sesto giorno non si applicherà più, quindi, la tassa di soggiorno.

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Il nuovo regolamento è entrato in vigore a novembre del 2022, reso immediatamente esecutivo a seguito dell’approvazione in consiglio comunale.

“A causa del dissesto finanziario -afferma il consigliere comunale di maggioranza Giovanni Campisi (nella foto sotto), interpellato dalla nostra redazione-, la legge ha imposto l’innalzamento alla cifra massima per ogni singola categoria ricettiva. Avevamo provato a mantenere l’abbattimento del 50% nei periodi invernali ma questa proposta è stata bocciata dal collegio dei revisori di conti.

L’importante -conclude Campisi-, è che questa tassa venga destinata alla promozione del territorio e dare quanti più servizi possibili ai turisti. Se da una parte è vero che i turisti producono ricchezza, dall’altra parte è anche vero che più turisti rappresentano più spese dal punto di vista della raccolta dei rifiuti, aumento del traffico e altro”.

La tassa di soggiorno rappresenta quindi una vera e propria “boccata d’ossigeno” per il Comune di Noto che fino ad oggi ha rappresentato un introito medio di 200.000 euro.

A Rosolini, Ente al pari del Comune di Noto inserito nell’elenco dei Comuni turistici, questa tassa è pressoché sconosciuta e ad oggi mai applicata dal consiglio comunale. Tra Noto e Rosolini, Comuni limitrofi, la differenza è comunque abissale: basti pensare che in tutto il 2022, dagli ultimi dati ufficiali, a Rosolini hanno soggiornato circa 250 turisti. Davvero pochi se si pensa alla posizione centrale di Rosolini con i Comuni del Sud Est siciliano.

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